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Sentenza TSAP, Sel: necessario correggere la pianificazione urbanistica nel rispetto dell'ambiente
25 febbraio 2012

MOLFETTA - «Ancora una volta la nostra città assiste sconcertata al pronunciamento di un Tribunale per redimere controversie istituzionali, generate dalla protervia dell’Amministrazione Azzollini solita considerare leggi, disposizioni e regolamenti come ostacoli rispetto alla sua gestione miope». Dopo Rifondazione Comunista, Legambiente e il Partito Democratico, anche Sinistra Ecologia e Libertà commenta la sentenza n.133/2012 del TSAP che ha rigettato il ricorso del Comune di Molfetta contro l’Autorità di Bacino per la perimetrazione PAI, imponendo così il rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici per le lame dell’agro molfettese (nell'imagine la perimetrazione PAI sovrapposta al Prgc di Molfetta).
Secondo Sel, alla base di tutta la vicenda «vi è la concezione distorta da parte dell’Amministrazione Azzollini di ciò che, in modo propagandistico, viene spacciato come “sviluppo”»: infatti, in questi anni «vi è stata una gestione meramente ideologica, portata ad assecondare in modo indiscriminato una cementificazione selvaggia in zone di espansione e produttive a scapito della tutela del territorio e della sicurezza nei confronti dei cittadini». Questo ha generato anche «illusorie aspettative da parte dell’imprenditoria locale, con conseguenti danni che in futuro si sarebbero rivelati ancor più ingenti se non vi fosse stata l’opera di prevenzione e di controllo da parte dell’Autorità di Bacino pugliese, unitamente all’impegno di realtà ambientaliste, associazioni  e forze di opposizione nel scongiurare uno scempio costituito dal nuovo Piano per gli Insediamenti Produttivi».
«Sinistra Ecologia e Libertà di Molfetta è impegnata da sempre nel promuovere la difesa e la pianificazione ambientale come condizione indispensabile per il progresso di un’intera comunità, diversamente da chi si ostina a sacrificare il nostro territorio senza considerare gli effetti negativi che ciò comporta - continua il comunicato di Sel -. Dunque è necessario recuperare innanzitutto un corretto rapporto con le istituzioni preposte alle verifiche e ai controlli della pianificazione locale, invece di innescare sterili contrapposizioni che finiscono con l’essere prese in esame da giudici competenti con inutile spreco di risorse pubbliche e di tempo».
Dunque a seguito della sentenza del TSAP, «servirà rivedere e correggere la pianificazione urbanistica per recepire quelle criticità sul pericolo idraulico ampiamente e ripetutamente segnalate dall’Autorità di Bacino, in modo da mettere in sicurezza il territorio molfettese una volta per tutte ed evitare per il futuro quei dispendiosi danni ambientali, conseguenza logica di tale incuria amministrativa».
 
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Le immagini trasmesse nel 1969, dei primi passi di un uomo sulla Luna fanno ormai parte della cultura universale dell'umanità. Vista dallo spazio, la Terra non era – e non è – che un piccolo pianeta azzurro e fragile, che gira indefinitamente, anno dopo anno, intorno al Sole. Questa immagine di fragilità della nostra biosfera non è mai stata così commovente come oggi. Poiché mai le relazioni tra le società umane e i loro ambienti hanno raggiunto una soglia critica come nel XX e nel XXI secolo, momento storico singolare che sconvolge sia i cicli naturali globali, sia le condizioni naturali dell'esistenza umana. Indubbiamente la relazione trofica e conflittuale tra l'uomo e il suo ambiente risale a tempi immemorabili. Per molti millenni gli uomini hanno agito sulla natura con il fuoco e con la caccia, con l'addomesticamento di alcune specie e con lo sterminio di molte altre, mentre la natura agiva sull'uomo con il gioco complesso dei climi, dei regimi idrografici, dei suoli, della flora e della fauna. Ma le interazioni tra l'uomo e la natura, questa coppia indissociabile, restavano pressoché immobili e molto localizzate. Il rapporto dell'umanità con lo spazio si modifica brutalmente nel XVI secolo con la conquista del Nuovo Mondo; poi, con il tempo, si trasforma attraverso lo sfruttamento dei combustibili fossili, a partire dalla fine del XVII secolo. Ma queste rotture, per quanto importanti siano, non coinvolgono ancora il mondo nella sua globalità. Né i grandi dissodamenti medievali, né i rifiuti industriali dell'Europa del XIX secolo danneggiano direttamente l'ambiente dei popoli africani; non più di quanto, del resto, la deforestazione già avanzata della Cina imperiale modifichi le condizioni dell'esistenza degli europei prima del Novecento. Fini ai primi decenni del XX secolo, le attività umane sono ancora troppo sparse e diversificate per danneggiare i grandi equilibri regolativi dell'ecosfera, e dunque le condizioni di vita complessive dell'umanità. Nel secolo scorso, tutto cambia, con rotture di scala e di ritmo sotto il duplice effetto di una crescita demografica e di una moltiplicazione di potenze delle tecniche senza precedenti nella storia: eccezionali accelerazioni di ogni genere hanno coinvolto e coinvolgono l'uomo e il suo ambiente nell'età contemporanea, soprattutto nel corso della seconda metà del secolo. Queste accelerazioni pongono una serie di problemi strettamente connessi e provocano un'involuzione delle relazioni tra le società umane e i loro ecosistemi. Questi cambiamenti provocano altri non meno urgenti nei rapporti tra gli stessi uomini. Le date che scandiscono la successione dei secoli non coincidono sempre con i momenti di svolta della storia umana. Non si tratta più di problemi locali, ma, per la prima volta, della sopravvivenza dell'uomo. (La Scienza – L'ambiente e l'energia)


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