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Il presidente del consiglio comunale di Molfetta, Robert Amato sempre più schierato con la maggioranza, ignora le richieste dell’opposizione e ritarda il consiglio sulla sfiducia
Robert Amato in consiglio comunale
09 luglio 2025
MOLFETTA
– In tema di facce di bronzo degli amministratori del Comune di Molfetta, forse uno dei primi posti spetta a Robert Amato, presidente del Consiglio comunale. L’imparzialità del personaggio appare quantomeno discutibile: inserito per grazia ricevuta dalla maggioranza su quella poltrona, ovviamente Amato è sembrato spesso non al di sopra delle parti, ma più orientato verso la maggioranza che lo ha eletto. L’ultima conferma di questa “dipendenza” dal “ciambotto” delle liste civiche che governa la città e che, malgrado le vicende giudiziarie, continuano a restare incollate alle poltrone in un servilismo assoluto nei confronti del sindaco Tommaso Minervini, viene dalla convocazione del consiglio comunale per discutere la mozione di sfiducia a questa amministrazione. Le opposizioni avevano chiesto di convocare il consiglio per discutere tale mozione di sfiducia, ma il solerte Robert, dopo essersi consultato con i suoi, ha driblato la richiesta, proponendo la convocazione di un consiglio qualche giorno prima, giovedì 10 luglio col seguente ordine del giorno:
- Ratifica delibera Giunta Comunale avente ad oggetto "Variazione d'urgenza al Bilancio Previsione Finanziario 2025/2027 per contributo alla Finanza pubblica ex. L. 207/2024 ai sensi dell'art. 175, co. 4 del D.L.gs n. 267/2000 e ss.mm.ii.
Ratifica delibera Giunta Comunale avente ad oggetto "Variazione d'urgenza al Bilancio Previsione Finanziario 2025/2027 Esercizio 2025 ai sensi dell'art 175, co. 4 del D.Lgs n. 267/2000 e ss.mm.ii. Misura regionale "Sostegno Familiare di cui all'A.D. 1039/2023 "Rette in favore dei minori e servizi per minori e famiglie dell'Ambito sociale di Molfetta-Giovinazzo".
Nota di aggiornamento al Documento Unico di Programmazione (DUP 2025/2027).
Variazione di Assestamento Generale del Bilancio e Salvaguardia degli equilibri per l'esercizio 2025 ai sensi degli artt 175 c. 8 e 193 del D.Lgs. n. 267/2000.
Riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna dell'Ente ex art. 194, comma 1, lett.a), del D.Lgs n. 267/00 T.U.E.L. – Importo € 428.820,46.
Uno schiaffo al consiglio comunale, con atteggiamento di arroganza e presunzione, tipici di chi interpreta il proprio ruolo super partes (immeritato, a nostro parere), come di parte. Il personaggio, evidentemente inadeguato al ruolo, ha ignorato perfino una pec ufficiale dai consiglieri di opposizione dell'area progressista e democratica: al presidente del Consiglio comunale, Robert Amato, per chiedere la convocazione urgente di una seduta straordinaria della conferenza dei capigruppo. L'obiettivo è discutere la possibilità di anticipare al 10 luglio la seduta consiliare nella quale sarà trattata la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Tommaso Minervini, presentata dalle opposizioni.
La richiesta di accorpare la discussione della mozione con la seduta già prevista per il 10 luglio era già stata avanzata in precedenza, ma – secondo i firmatari – sarebbe stata "snobbata con arroganza" dalla maggioranza consiliare. Alla luce del recente e grave provvedimento del Prefetto, che ha nuovamente disposto la sospensione di Minervini dalla carica di sindaco, i consiglieri ritengono necessaria una rivalutazione immediata della richiesta. "Si tratta di un atto dovuto – si legge nella nota inviata – senza il quale la legittimità politica del Consiglio comunale del 10 luglio sarebbe a serio rischio. Un'eventuale mancata discussione rappresenterebbe l'ennesimo passaggio a vuoto per questa maggioranza e contribuirebbe a un'ulteriore perdita di credibilità delle istituzioni cittadine". I firmatari Giovanni Infante, Felice Spaccavento, Gabriella Azzollini, Alberto D'Amato, Annamaria Gagliardi e Domenico Gagliardi – auspicano infine che il presidente Amato "mostri senso di responsabilità e sensibilità istituzionale in un frangente così delicato della storia della nostra città". A questa nota, Robert Amato ha risposto picche confermando il consiglio di giovedì 10 luglio in nome di una presunta importanza della riunione per argomenti di ordine finanziario. Una foglia di fico, per nascondere la propria sudditanza alla maggioranza che non vuole discutere la sfiducia, temendo di perdere la poltrona evitando un dibattito pubblico durante il quale i cittadini avrebbero potuto ascoltare le accuse di arroganza antidemocratica di chi governa la città, anche contro l’interesse dei cittadini, per conservare vergognosamente una poltrona, fino a che non verrà dall’alto un decreto di scioglimento del consiglio. A ricordare quale debba essere il ruolo di un presidente del consiglio è stato recentemente anche il politico di lungo corso, apprezzato collaboratore di “Quindici” Pietro Capurso con grande efficacia: Il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE, per legge e buon senso, dovrebbe rappresentare l'intero Consiglio e garantire il corretto svolgimento dei lavori in modo imparziale. DOVREBBE: - rappresentare l’intero consiglio, non solo la maggioranza; - convocare le sedute nei tempi previsti, anche su richiesta dell’opposizione; - coordinare i lavori con imparzialità; - tutelare il diritto di tutti a esprimersi, soprattutto quando c’è una crisi politica; - tutelare i diritti delle opposizioni, non ostacolarli; - agire da garante istituzionale, non da tifoso politico. NON DOVREBBE: -Agire come portavoce del sindaco (specie se inquisito) e della giunta; -Convocare il Consiglio nei tempi e nei modi previsti, specialmente quando richiesto da almeno un quinto dei consiglieri; -Manipolare tempi e modalità delle convocazioni per ostacolare il confronto politico; -Trasformare l’istituzione in scudo per chi sta perdendo legittimità; -Fingere neutralità mentre difende apertamente l’operato della giunta; -Screditare o delegittimare il ruolo dell’opposizione. Il Presidente del Consiglio non è un portavoce, non è un tifoso, non è un parafulmine. Se dimentica il suo ruolo, non è più un garante democratico. Purtroppo, in alcune città i ruoli istituzionali si indossano come casacche di calcetto e chi fischia, spesso, non è l’arbitro, ma l’ultras con la fascia al braccio e con la poltrona ben salda sotto al sedere... che gli garantisce un lauto stipendio». Una lezione istituzionale impeccabile! Forse il giovane Robert dovrebbe studiare di più. Intanto il sindaco non si dimette e la stessa cosa fanno consiglieri, assessori e l’immarcescibile presidente del consiglio. Altri sindaci in passato, pur non avendo vicende giudiziarie pendenti, hanno preferito dimettersi, quando non avevano più una maggioranza ampia alle spalle. Un rispetto alla città e ai cittadini, che questi amministratori dalla faccia di bronzo, sembrano non avere. Viene prima la città dei propri interessi politici e di potere: è una lezione di democrazia, ma i nostri amministratori dovrebbero andare ancora a scuola ad impararla. Compreso l’arrogante e inadeguato presidente del consiglio. Ma ogni botte dà il vino che ha. © Riproduzione riservata
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