Maxi-truffa dell'Iva, scarcerati i tre dirigenti della “Migro” di Molfetta
MOLFETTA – 9.7.2005
Sono tornati in libertà, dopo due giorni di carcere a Trani, l'amministratore unico della società “Ingross Levante” (titolare del marchio Migro), Oronzo (Renzo) Amato, 47 anni, amministratore unico e gli altri due dirigenti della società, Marco Amato, 29 anni e Rita Scibilia 38 anni sotto inchiesta per la presunta maxi truffa dell'evasione dell'Iva per 230 milioni di euro, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'emissione di fatture false, alla frode fiscale e all'evasione dell'Iva intracomunitaria.
L'inchiesta è durata ben 4 anni (tra il 2000 e il 2004) con intercettazioni telefoniche, pedinamenti e fermo su strada di camion, dalle quali sarebbe emerso, secondo l'accusa, la presenza di “società fantasma” che avrebbero distribuito in nero a supermercati, piccole imprese e società italiane, le merci che invece formalmente era destinate ai mercati ellenici, tedeschi e spagnoli.
Il Gip del Tribunale di Trani, Roberto Oliveri del Castello, dopo averli interrogati per lunghe ore ha ritenuto che non ci fossero più le esigenze di trattenerli in carcere, per evitare fughe o inquinamento delle prove, avendo già la Guardia di Finanza nelle numerose perquisizioni raccolto tutta la documentazione necessaria a valutare i termini e le modalità del reato, documenti che saranno vagliati accuratamente nei prossimi giorni per risalire ai responsabili della frode fiscale.
I tre dirigenti della Migro (nella foto, il centro direzionale della società nella zona industriale di Molfetta) hanno sostenuto di non essere a conoscenza della truffa perché credevano che le società a cui spedivano la merce, fossero tutte in regola. In pratica, secondo la difesa, i responsabili della Migro non sapevano dove finiva la merce, in quanto i trasporti sarebbero stati curati da altre persone.
Secondo gli inquirenti, uno dei cervelli dell'organizzazione sarebbe stato il napoletano Vincenzo Della Torre, di 35 anni, che non era stato arrestato al momento del blitz della Finanza e che si è costituito ieri.
L'arresto di Renzo Amato, inoltre, aveva bloccato il pagamento degli stipendi dei circa 300 dipendenti della “Migro” sparsi in tutt'Italia, in quanto, come amministratore unico, era il solo a poter autorizzare tali erogazioni economiche. Ora la sua scarcerazione, permetterà la regolare retribuzione dei dipendenti.
Intanto l'inchiesta della magistratura e della Finanza continua: i tre dirigenti restano indagati e toccherà ai loro avvocati dimostrare dopo le dichiarazioni verbali, anche con i fatti, la loro estraneità alla maxi-truffa.