Sindaco di Molfetta Minervini, oggi si decide sulla eventuale revoca dell’arresto
Il sindaco Tommaso Minervini si avvia al Tribunale del Riesame
MOLFETTA – La sorte del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, detenuto ai domiciliari, che non si è dimesso, ma è stato sospeso dal suo incarico dal prefetto, dovrebbe essere decisa oggi. Infatti è prevista la decisione del Tribunale del Riesame, davanti al quale è comparso con un voluminoso fascicolo di documenti lo stesso sindaco per chiedere la scarcerazione respingendo le accuse di presunte irregolarità negli appalti in cambio di voti. Le accuse, a vario titolo dei 21 indagati, sono corruzione, peculato e rivelazione di segreti d’ufficio.
Minervini sostiene di aver agito sempre nell’interesse della città per portare a termine alcune importanti opere pubbliche, ma i Pm Francesco Aiello, Marco Gambardella e Francesco Tosto avrebbero depositato nuove informative e nuovi documenti raccolti in questi giorni dalla Finanza per confutare le affermazioni fatte dagli indagati (sono 21) negli interrogatori preventivi davanti al gip Marina Chiddo e chiedere la conferma dei domiciliari.
Intanto è spuntata una nuova accusa a carico del sindaco, secondo quanto scrive “La Gazzetta del Mezzogiorno”: Minervini avrebbe truccato un concorso interno per favorire un candidato “raccomandato” dal capo della Polizia locale.
L’udienza che è stata molto lunga ha interessato anche la dirigente Lidia De Leonardis, anch’ella agli arresti domiciliari, per la quale il difensore, avv. Michele Laforgia, ha chiesto la scarcerazione, in quanto la sua cliente non si sarebbe mai intromessa nella procedura riguardante la gestione di “Porta Futuro”, sportello cofinanziato dalla Regione Puglia, essendosi limitata a chiedere informazioni tecniche ai funzionari. I magistrati sostengono, inoltre che lei e il sindaco, sapendo di essere intercettati avrebbero comunicato attraverso “pizzini” distrutti subito dopo.
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