Il Tribunale del Riesame corregge la propria decisione: per il sindaco di Molfetta Minervini non più interdizione ma divieto di avvicinarsi al Comune. Le opposizioni insistono: dimettiti
Il sindaco Tommaso Minervini
MOLFETTA – Ancora in primo piano a Molfetta la vicenda dell’arresto del sindaco Tommaso Minervini, revocato dal Tribunale del Riesame, che aveva trasformato i domiciliari in interdizione dai pubblici uffici.
Successivamente lo stesso Tribunale si accorto di aver commesso un errore in quanto il sindaco, carica elettiva, non può essere interdetto, come un dipendente o un funzionario pubblico.
Ecco perché l’interdizione è stata modificata: “Per mero refuso si è erroneamente scritto sostituisce la misura in atto (arresti domiciliari, ndr) con la sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio o servizio per un anno. In realtà oggi per Minervini è stato fissato il “divieto di dimora circoscritto agli uffici comunali della città di Molfetta, di non accedervi senza l’autorizzazione del Giudice”.
In pratica il sindaco non potrà avvicinarsi al Comune e quindi agli atti amministrativi per un anno. Ricordiamo che il prefetto di Bari aveva sospeso Minervini dalle sue funzioni, ora esercitate dal vice sindaco Nicola Piergiovanni. Un motivo in più di paralisi dell’attuale amministrazione e quindi di Molfetta. Per questo motivo le forze di opposizione sono tornate a chiedere le dimissioni, per non danneggiare la città.
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