Una lettrice scrive a “Quindici”: disabili esclusi dalle manifestazioni culturali a Molfetta per le barriere architettoniche
MOLFETTA – Le manifestazioni culturali a Molfetta sono sempre più numerose, ma tutte si svolgono in luoghi preclusi ai disabili a causa della presenza di barriere architettoniche. E gli stessi organizzatori non pensano ad agevolare la partecipazione di chi non può salire le scale. I contenitori culturali sono tutti inaccessibili, non c’è una sola sala che sia agevolmente raggiungibile da un disabile. Comprensibile e giustificata è, perciò, la reazione della sig.ra Mastropasqua che qui riportiamo. Ci auguriamo che questa lettera possa smuovere anche il sindaco Paola Natalicchio che sappiamo sensibile a questi problemi e anche gli organizzatori delle numerose manifestazioni culturali ad evitare location come Palazzo Turtur, che è in vetta ai locali irraggiungibili di Molfetta.
Ecco la lettera:
«Gentilissimo direttore,
oggi sono profondamente arrabbiata!
Con profondo dispiacere devo prendere atto che sebbene si parli di diritti dei cittadini, di rafforzare le politiche sociali, di lotta a ogni forma di discriminazione, si manifesti, invece, così poca attenzione nei confronti di chi evidenzia difficoltà di deambulazione e per i disabili.
Ho appena letto la notifica di una conferenza importante aperta alla città, venerdì 6 marzo, presso la sala Turtur, un’interessante due giorni sui disturbi del comportamento dell'alimentazione. Si parlerà di anoressia e bulimia. Lodevole, anzi notevolissima iniziativa ma…
La sala Turtur presso la quale, ancora una volta, è stata organizzata una manifestazione di attenzione collettiva come quella del 6 marzo, presenta notevoli barriere architettoniche, che bene ben si conoscono.
Questo significa riservarne la fruizione solo ai normodotati. E… i relatori ritengono di poter escludere dalle loro riflessioni una parte di pubblico, anche se marginale? Forse siamo sensibili a certi argomenti, perché altisonanti, mentre trascuriamo gli altri?
I più non capiscono quanto sia mortificante dover pensare: non posso partecipare perché quel luogo è inaccessibile; mentre quanto sia bello solo poter scegliere.
Spesso mi sono lamentata per altre situazioni simili, ma dopo l’attenzione del momento e una stretta di spalle, le mie proteste, che non sono solo personali, perché ritengo di interpretare il pensiero di molti che come me si sentono esclusi, ma a loro volta si sono stancati di protestare, sono state puntualmente disattese.
Tutti quelli che su fb hanno condiviso la notizia o messo solo il mi piace non hanno minimamente pensato a tutto questo? Ma non fa notizia!
Questo è quanto sentivo di dire».
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Adele Mastropasqua