Un Pd diviso sancisce una falsa unità ed elegge segretaria Erika Cormio
Compromesso fra De Nicolo e Piergiovanni: si dividono il direttivo al 50%
Il Pd di Molfetta ha celebrato il suo congresso cittadino ed ha eletto la nuova segretaria Erika Cormio, espressione, dicono i comunicati del partito, di una ritrovata unità. In realtà, le cose sono andate diversamente e “Quindici” ve le racconta nello spirito del nostro motto: “Quello che gli altri non dicono”. Ancora una volta il Pd lancia proclami di un’inesistente unità, a cominciare da una mozione che non è unitaria, ma “paritaria”, frutto di un compromesso fra l’area che fa capo al sempiterno Piero de Nicolo e quella di Nicola Piergiovanni. Il De Nicolo, temendo di perdere (alcuni dei suoi “feudatari” li ha perduti per strada e quel 70% del quale era portatore col discutibile sistema di tessere contestato da altri Pd si era risicato forse al 50%), ha preferito evitare lo scontro. Nessuno, in realtà si sentiva forte e sicuro di vincere, così il compromesso era una strada obbligata (direttivo diviso al 50% fra le due componenti). Anche se si tratta di una tregua armata, con i Giovani Democratici arresisi alla situazione, mentre i renziani dell’ex segretario Antonio Di Gioia sono stati emarginati o meglio hanno preferito defilarsi. E questo vuol dire che la vantata unità non c’è. Così è stata eletta Erika Cormio (espressione di De Nicolo) come segretaria, mentre le è stato affiancato un vice segretario vicario Luigi Catacchio, con l’accordo che tutte le decisioni devono essere congiunte, anche se , in realtà il vice segretario nel Pd ha sempre contato come il due di briscola. Comunque una segretaria dimezzata. Il direttivo, del quale il solerte De Nicolo non ha diffuso i nomi, nemmeno con i giornali amici, anche perché si tratta di perfetti sconosciuti e forse poco competenti. Ma li abbiamo recuperati da altra fonte e li pubblichiamo a parte. La vecchia guardia si è defilata, mentre nella mozione, il de Nicolo ha fatto inserire passaggi molto pesanti per gli ex Pd fuorusciti. In verità, la mozione approvata è anche molto edulcorata rispetto a quella originaria, che diceva ai dissidenti: ve ne dovete andare. I renziani guardano a Pisapia. Anche la stessa Annalisa Altomare, delusa dagli ultimi avvenimenti che l’hanno vista usata e gettata, ha preferito restare fuori, rinunciando a due membri del direttivo: un altro segnale di falsa unità, ma di concreta divisione. Inutile dire che la cosiddetta “mozione unitaria” o “paritaria” che dir si voglia, è stata criticata da molti nel partito, che l’hanno dovuta subire, insieme agli attacchi agli ex Pd fuorusciti. Un congresso mirato a ottenere un risultato utile per sostenere quell’Ubaldo Pagano segretario provinciale uscente e rientrante, uomo di Emiliano e fra i protagonisti della caduta del centrosinistra a Molfetta. De Nicolo ha preferito restare fuori dal partito, forse per continuare nel ruolo del burattinaio che potrebbe essergli più congeniale.