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Truffa con aziende fantasma, chiuse le indagini: 164 indagati. Coinvolta anche la Migro di Molfetta
07 febbraio 2008

MOLFETTA - Attraverso la creazione di circa 40 società “fantasma”, operanti in diversi paesi comunitari (Grecia, Spagna, Francia, Austria, Inghilterra e Portogallo), facevano risultare formalmente la cessione di merci all'estero, quindi in regime di esenzione di imposta mentre in realtà le rivendevano, completamente in “nero”, sul territorio nazionale, in particolare in Campania e Puglia, a prezzi notevolmente vantaggiosi con un'evasione dell'Iva di oltre 40 milioni di euro. E' l'ultima frode fiscale scoperta dai militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari che hanno condotto un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani. In collaborazione con altri reparti del Corpo, hanno notificato in diverse province italiane (Frosinone, Napoli, Catania, Brindisi, Lecce, Taranto, Caserta, L'Aquila, Roma, Campobasso, Salerno, Avellino, Potenza, e Pistoia) 164 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettante persone responsabili di società di distribuzione di beni “food e no food”. Tutti sono indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata all'emissione di fatture false per oltre 190 milioni di euro, dichiarazione dei redditi fraudolenta e omessa dichiarazione dei redditi. Secondo la normativa comunitaria e le disposizioni fiscali nazionali, le cessioni di beni effettuate da società italiane all'ordine di imprese comunitarie consentono la fatturazione senza addebito dell'Iva perché questa deve essere versata nel Paese di destinazione delle merci. Nelle indagini risultano coinvolti anche decine di autisti e di vettori (incaricati del trasporto di carichi di merci fittiziamente destinate all'estero), oltre 100 imprese nazionali di autotrasporto (di cui almeno la metà completamente sconosciuta al fisco) mentre altre 164 persone sono state denunciate per reati analoghi secondo le rispettive competenze alle Procure di Napoli, Nocera Inferiore e Bari. La conclusione dell'indagine riguarda l'inchiesta che il 5 luglio 2005 portò alla scoperta di un presunto illecito che si nascondeva dietro vaste operazioni commerciali della “Migro Cash and Carry”, che opera nel settore della grande distribuzione con un centro direzionale a Molfetta (nella foto) e altri 11 in tutt'Italia. Sempre nel luglio del 2005 furono arrestate 48 persone tra cui gli amministratori della Ingross Levante Spa, con sede a Terlizzi, titolare del marchio “Migro”: Oronzo Antonio Maria Amato, di 50 anni, detto Renzo, Marco Amato, 32 anni e Rita Scibilia, 41 anni. Uno dei cervelli dell'organizzazione sarebbe stato il napoletano Vincenzo Della Torre, 39 anni, anch'egli arrestato all'epoca, che ha patteggiato la pena per alcuni reati. I dirigenti della Migro hanno sostenuto di non essere a conoscenza della truffa perché credevano che le società a cui spedivano la merce, fossero tutte in regola. In pratica, secondo la difesa, i responsabili della Migro non sapevano dove finiva la merce, in quanto i trasporti sarebbero stati curati da altre persone. Dopo la chiusura delle indagini ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio per i 164 indagati accusati dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Giuseppe Maralfa, di associazione per delinquere finalizzata all'emissione di fatture false, dichiarazione dei redditi fraudolenta e omessa dichiarazione dei redditi.
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