Recupero Password
Tempi duri per gli amanti del pesce, anche Molfetta soffre per il fermo biologico
02 agosto 2017

MOLFETTA - “Mi dispiace signore, ma oggi niente pesce fresco, può scegliere fra quello di allevamento e quello importato”. È questa la risposta che il consumatore riceve da lunedì sulle varie piazze. Sono tempi duri, insomma, per gli amanti del pesce fresco, ma anche per i lavoratori del settore ittico, a causa del fermo biologico scattato il 31 luglio e che durerà fino al 28 agosto da Manfredonia a Bari e quindi nello stop è coinvolta anche la marineria di Molfetta.

Ma quello che rende ancora più critica la situazione è il mancato pagamento delle indennità relative ai fermi di pesca del 2015 e 2016, anche se quest’anno, nella legge di stabilità sono stati aumentati di 7 milioni di euro i fondi, portando da 30 a 42 il calcolo dei giorni per i quali si percepiranno i contributi.

Ma il paradosso resta: aumentano i fondi, ma a che serve, si chiedono i lavoratori e gli operatori del settore ittico, se non vengono ancora pagati quelli del 2015?

Tutta demagogia, dicono i sindacati che, insieme ad armatori e lavoratori, accusano il governo di impreparazione improvvisazione. Negli anni scorsi si è riusciti a tamponare la situazione grazie alla cassa integrazione straordinaria, che quest’anno è stata abrogata. Ci sono tutti i motivi per essere arrabbiati e soprattutto preoccupati.

Infatti, pur aumentando il consumo, non cresce la produzione, a differenza dell’import che ha raggiunto il 76%, grazie anche alle leggi europee che non prevedono l’etichettatura dell’origine.

Ma anche l’acquacoltura ha difficoltà a svilupparsi.

Oltre a Federpesca, anche Coldiretti è scesa in campo chiedendo una riforma del sistema che tenga conto anche dei periodi differenti di riproduzione di alcune specie. E quindi la libertà di scelta alle imprese su quale periodo fermarsi da luglio ad ottobre. È vero che il prodotto diminuisce, soprattutto per l’eccessivo sforzo di pesca attuato negli ultimi 30 anni, ma anche il 32% delle imprese ha cessato l’attività con una perdita di posti di lavoro quantificabili intorno al 35%.

Intanto contentiamoci di consumare pesce importato (più caro), congelato o di allevamento.

 © Riproduzione riservata

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet