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Successo a Molfetta della commedia “Orlandino Scalzacane” di Gianni Palumbo, redattore di Quindici
27 febbraio 2008

MOLFETTA - La vena artistica di Gianni Antonio Palumbo ha il pregio straordinario di saper richiamare a sé il pubblico delle grandi occasioni: una sala divertita ha applaudito e sorriso di gusto nelle due ore di “Orlandino Scalzacane”, la nuova commedia agrodolce del giovane e prolifico autore molfettese (nella foto, Palumbo con Tania Adesso). Chiara l'ispirazione che Palumbo fa sua nello sviluppo delle vicende: l'Orlando furioso si ripropone in terra di Puglia, fra Molfetta, città sempre cara alla produzione dell'autore, Giovinazzo, fino a toccare Brindisi e la lingua di quella terra, che s'unisce al dialetto nostrano in un mix genuino e immediato. Il dialetto molfettese è, indubbiamente, uno degli attori protagonisti di questa commedia; è una costante dei lavori teatrali di Gianni Palumbo, apprezzato redattore di “Quindici”, autore che ama affondare le mani nella memoria storica della città per, poi, tirare su i ricordi più atavici, le espressioni che riscaldano il cuore e fan sorridere di gusto. Eppure Palumbo non dimentica che nella sua scrittura deve trovar spazio anche la lirica, il legame con la produzione artistica più pura, che rimane, sempre, uno strumento comunicativo straordinario. Sono perle incastonate sapientemente nella narrazione, regalate al pubblico da un collettivo più unito che mai, che da anni collabora proprio con Gianni Antonio Palumbo e che è diventato emblema perfetto della sua produzione. (Nella foto, una scena della commedia). La storia nasce da un quesito quanto mai terreno e provocatorio: cosa non si farebbe per un posto alla posta? Ed ecco la Zì Mesciale, saggia e popolana accompagnata da una impeccabile Zì Seccata, che per la figlia e il suo “posto alla posta” decide di ricorrere alla magia dando il via al vortice di eventi che solo nelle ultime battute della commedia trovano soluzione. La figliola, assieme ad altre due sventurate, si ritroverà ad inseguire il compagno Astolfo, che assieme ad Orlando e Rinaldo, fugge dietro alla bella Angelica, creata proprio per distrarre i concorrenti maschi dal concorso della posta. Le vicende si intrecciano sempre più: Astolfo rimarrà vittima di esilaranti equivoci assieme a due dei personaggi più riusciti, Orlando e Rinaldo, indubbiamente i più molfettesi, ma anche quelli che si riveleranno, inaspettatamente, i più poetici. Si seguono, poi, le vicende di Ruggiero che ritorna nella sua Brindisi ritrovando l'antico amore e i propri ricordi, e quelle di Don Serapione, sindaco di Giovinazzo, fra tanti guai e una famiglia tutta da scoprire. Il cambio di scene è continuo e rapido, strappa e ricuce il tessuto della narrazione, ne ricama gli intrecci e ne svela i retroscena più inaspettati. Il contributo del collettivo di attori è fondamentale, dà il tocco in più, quell'energia che fornisce la giusta interpretazione all'indubbia verve comica dell'autore, con gli innesti del ballo coreografato da Giusy Andriani e della fotografia, di Tania Adesso e Marcello la Forgia, strumenti narrativi alla pari dei dialoghi.
Autore: Alessia Ragno
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