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Stazione di Molfetta, l'occhio del grande fratello anche al sottopasso: funzionerà?
07 dicembre 2012

MOLFETTA - Un atto amministrativo dovuto, ma comunque tardivo, l’estensione dell’impianto di videosorveglianza comunale (ma c’è qualcuno che realmente sorveglia tutte queste aree?) anche al sottopasso ferroviario, in particolare lungo il tratto di strada di via Madonna della Rosa. È uno dei numerosi provvedimenti che l’amministrazione Azzollini ha approvato tra la valanga di delibere dello scorso 29 ottobre, prima che il sen. Antonio Azzollini protocollasse le proprie dimissioni dalla carica di sindaco del Comune di Molfetta.

Un altro atto concepito e redatto nella fretta degli ultimi giorni, nonostante si trattasse di semplice e ordinaria amministrazione. Tanto più che le segnalazioni per la sistemazione dell’illuminazione e per la riqualificazione ambientale dell’area non sono ascrivibili solo all’ultimo semestre del 2012, bensì a un precedente periodo.

 

Basti pensare alle lamentele inviate a Quindici durante il 2012 da parte di residenti della zona che più volte hanno criticato l’inoperosità del Comune di Molfetta e delle Ferrovie dello Stato, chiedendo non solo la realizzazione di un adeguato impianto di videosorveglianza, ma anche la sistemazione del sottopasso stesso, oggetto di continuo vandalismo (muri scritti e plafoniere della luce divelte o completamente asportate).

Del resto, nei mesi passati il M5S aveva raccolto 312 firme per una petizione al Comune di Molfetta, invitandolo a migliorare le condizioni d’illuminazione della zona con l’installazione di un sistema di videosorveglianza per scongiurare fenomeni criminosi (scippo, furto, aggressione, ecc.) soprattutto nelle ore serali.

Con la solita impellenza, i lavori da 12.500 euro sono stati affidati «in via d’urgenza» alla stessa ditta che già si è occupata della manutenzione dell'impianto di videosorveglianza comunale per l’anno 2012. Lo stesso nuovo impianto sarà collegato con rete wi-fi all’impianto di videosorveglianza comunale esistente e, perciò, le immagini saranno visionabili e registrabili dalla sala controllo del Comando di Polizia Municipale.

 

Eppure, l’impianto di videosorveglianza del Comune di Molfetta non pare non abbia ancora raggiunto un funzionamento integrale, se alcune telecamere sarebbero ancora cieche, mentre dovrebbero funzionare a regime quelle del PIT2, il Progetto Integrato Territoriale 2 del 2005, installate con i fondi Por Puglia 2000-2006 per il progetto di sicurezza «Nord Barese Sicuro». Per di più, mancherebbe ancora un personale adeguato alla visione dei filmati (la registrazione è cancellata dopo due giorni).

 

Insomma, un provvedimento comunale legittimo, ma azzoppato da una catastrofica realtà (bisognerebbe anche capire dove saranno recuperati i fondi per l’installazione del nuovo impianto, se mancano quelli per formare personale qualificato alla gestione dell’impianto e alla visione dei filmati).

Tra l’altro, ancora una volta, l’affidamento dei lavori ha seguito un cliché consolidato: diretto e per urgenza, incontestabile rispetto alla petizione ricevuta dagli uffici comunali. Purtroppo, siccome la problematica si è manifestata dall’inizio del 2012 e anche nel 2011, l’urgenza potrebbe anche essere considerata una motivazione artificiosa perché il Comune avrebbe dovuto cercare una soluzione già alle prime comunicazioni dei cittadini.

 

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