Spazzatour, potrebbe essere il titolo di un fi lm trash anni ‘80, e invece è la triste realtà. Eravamo qualche giorno fa, nella nostra Zona Artigianale, o Industriale che dir si voglia. Assolto il nostro inderogabile impegno - l’acquisto di una nuova macchina fotografi ca, perchè la vecchia era passata a miglior vita - siamo stati colpiti all’improvviso, al rientro, da un indistinto cumulo di rifi uti, in prossimità di cassonetti, forse non lavati e disinfettati da qualche era geologica. Da quella prima visione d’incuria, inciviltà, abbandono… ne traemmo però subito l’impressione, che quello che si palesava ai nostri occhi, non fosse una casualità, una singola dimenticanza degli operatori, per cui decidemmo di fare qualche giro con l’autovettura. Quell’improvviso e imprevisto fl ash d’inciviltà di chi butta indiscriminatamente rifi uti d’ogni genere dappertutto, e incredibilmente nell’area circostante i cassonetti, senza curarsi in alcun modo di conferirli decentemente all’interno degli stessi, non ci impedì di notare anche che quei cassonetti non erano lavati da qualche lustro e che comunque, le aree adiacenti non erano state pulite da chissà quanto tempo. Strano, eppure i cassonetti, sono – o dovrebbero – essere svuotati giornalmente! Vero presidente Mezzina, che continui ad ignorare le segnalazioni di “Quindici” su Coda della Volpe e sulle altre disfunzioni dell’Asm e dei suoi dipendenti? Ma l’incarico le è stato affi dato solo per coprire una poltrona? In attesa che il presidente dell’Asm dia qualche segno di vita, continuiamo il nostro giro. Fermo restando che gli incivili sono e restano tali, indipendentemente dalle lacune del servizio pubblico di che trattasi, quel cumulo di rifi uti, quei cassonetti “dimenticati” da chissà quanto tempo, dalle cosiddetta lava-cassonetti, erano a pochi passi, dalla sede aziendale, dalla centrale (non quella del latte) dei rifi uti. Possibile che nessuno degli amministratori, direttori, alti gerarchi e colonnelli, “verifi catori della verifi cazione verifi cata” degli immondezzai locali (trasportatori anche di qualche quintale di pomodori, quando capita con le macchine aziendali e nell’orario di servizio) che girano in comode e lussuose macchine nuove di zecca (per adempiere a tal “elevato compito”), non si fosse mai accorto di nulla? Che strano... Quella sporcizia era lì, a pochi metri tra l’altro del possibile itinerario del “presidentissimo della monnezza”, che, forse, quando si reca in azienda, non riesce a vedere quello che lo circonda. E il superdirettore Binetti, anche lui col paraocchi? Non potendo indugiare oltre nell’attesa, abbiamo deciso di “circumnavigare” tutta l’area, che vedeva al suo centro (manco fosse l’occhio di un ciclone), la “centrale del latte”. Completato il giro, intervallato da tutti questi scatti fotografi ci, non potemmo fare altro che scrivere questo breve resoconto, ma soprattutto d’epigrafarlo adeguatamente come uno “SPAZZATOUR”, un tour della monnezza. Abbiamo trovato di tutto e di più in questa nostra piccola e singolare gita, e tutta intorno alla “centrale del latte”: cassonetti sconquassati, sporchi, circondati da cumuli di rifi uti di ogni genere, plastiche, cartoni, inerti da demolizione di cessi, cellophane... e amianto pure - quello non può mai mancare comunque, e dovunque si volge lo sguardo, anche se i più, fanno fi nta di non vedere per non sobbarcarsi poi le grane dello smaltimento - La cosa che fa rifl ettere, e che tutto questo scenario campano, di sporcizia, incuria, abbandono indiscriminato di rifi uti, cassonetti guasti, sporchi... stava tutto intorno, manco fosse una corona, udite udite, alla sede centrale della nostra “municipalizzata dei pomodori” (stante l’ultima attività di trasbordo “motu proprio” con mezzo aziendale recentemente riscontrata e pubblicamente documentata da “Quindici” e per la quale il presidente e il direttore dell’Asm non hanno sentito il dovere di fornire spiegazioni, forse, per loro è tutto normale? Ci era tutto chiaro, allora, anche da queste semplici cose. Il trucco per eccellenza dei prestigiatori dell’amministrazione era svelato: si puliscono bene i salotti cittadini - ma non tanto neanche quelli, ultimamente - e si lascia nell’incuria e nell’abbandono tutto il resto, anche l’area adiacente la “centrale operativa”. I rinnovi di incarico, si sa, arrivano dai salotti cittadini e occorre sempre fare bella fi - gura con chi comanda, non dalle autorimesse! Ecco spiegato l’arcano, i soliti trucchetti, i soliti maquillage, abbagli per far vedere a chi comanda, una effi cienza che in realtà non esiste. E, in questo caso, anche il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, tollera ogni cosa, purchè il suo presidente occupi la poltrona? La scoperta più stravolgente è stata quella dei grossi copertoni al centro di alcune strade, della zona artigianale, strade tra l’altro traffi - cate anche da camion. Ci siamo avvicinati ad uno di questi e non riuscivamo a credere ai nostri occhi: grossi tunnel a cielo aperto, senza copertura alcuna da parte di tombini (forse colti all’improvviso dalla crisi del ferro!). Certo, tutto sommato erano lì ad impedire il peggio, ma che strano, in passato non avevamo mai notato un artifi zio del genere: sarà un nuovo metodo di gestione? Abitiamo in una città assai strana – ma questo lo sapevamo già – ma, anche noi con “il miglior presidente degli ultimi 150 anni”. A far cosa, non s’è ancora capito. Forse abbiamo capito bene certi dolori di pancia interni locali nel partito della “mignocca”, all’atto della nomina. Evidentemente, il contenitore è spropositatamente più ampio del contenuto stesso? Troppa glassa, senza pan di Spagna?