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Sicurezza alimentare: gioie e dolori del pesce crudo
07 ottobre 2010

Pubblichiamo il comunicato stampa del Movimento dei Consumatori di Molfetta.
"L’utilizzo di prodotti alimentari a base di pesce crudo, o semicrudo, fa parte di una tradizione culinaria tipica di alcune popolazioni orientali (come ad esempio quella Giapponese: sushi, sashimi etc.). Il cambiamento delle nostre abitudini alimentari ha introdotto sulle nostre tavole questi prodotti, che si sono affiancati a quelli tradizionalmente presenti nel nostro territorio: alici, acciughe marinate, carpacci di tonno e pesce spada.
Se da un lato mangiare pesce crudo rappresenta per molti consumatori una prelibatezza gastronomica, dall’altro non ci permette di evitare alcuni spiacevoli inconvenienti legati alla presenza del parassita genericamente conosciuto con il nome di Anisakis. Questo parassita che interessa mammiferi marini, pesci, crostacei e cefalopodi, nell’uomo (ospite accidentale) può provocare una patologia detta “anisakiasi” che si manifesta dopo alcune ore o pochi giorni con forti dolori addominali, febbre e diarrea.
I prodotti della pesca più frequentemente parassitati in questo periodo possono essere: acciughe, triglie, sgombri, naselli e merluzzi, pesci S. Pietro, pesce sciabola e alcuni cefalopodi come totani, calamari e seppie.
“Poiché il parassita è molto resistente alle comuni tecniche di marinatura, con limone o aceto, ed all’acidità dello stomaco, prima di consumare pesce crudo - suggerisce il dott. Cosimo Gadaleta, consulente in tema di sicurezza alimentare presso il Movimento Consumatori di Molfetta - è necessario che il consumatore conosca e adotti alcune semplici precauzioni con cui garantire la sicurezza del pesce:
Eviscerare prontamente il pesce acquistato, lavarlo accuratamente e conservarlo nel frigo per garantirne comunque una conservazione ottimale;
 Controllare che non ci siano parassiti durante la pulitura del pesce”.
Il consulente precisa inoltre che l’Anisakis si uccide cucinando il pesce ad una temperatura di almeno 65°C in tutte le sue parti per 10 minuti oppure congelandolo a – 20°C per almeno 24 ore.
Al ristorante o presso altri luoghi dove viene servito pesce crudo, marinato o affumicato a freddo, il consumatore è tutelato da un’Ordinanza Ministeriale del 12/05/1992 in materia di misure urgenti per la prevenzione delle parassitosi da Anisakis ed in particolare dall’art. 7: È fatto divieto somministrare specialità gastronomiche a base di pesce crudo o praticamente crudo per la preparazione delle quali siano stati utilizzati prodotti della pesca diversi da quelli già congelati o surgelati…omissis..
Inoltre, è severamente vietato servire pesce crudo, marinato o affumicato a freddo che non sia stato precedentemente congelato (- 20°C) per almeno 24 ore.
Il Movimento Consumatori Molfetta ha ritenuto opportuno diffondere queste basilari norme di prevenzione affinché il palato di ognuno di noi possa godere appieno, ed in sicurezza, delle prelibatezze del nostro mare".

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