Si scrive "Molfetta shopping" si legge "ipermercato all'aperto"
Una valida iniziativa di alcuni commercianti molfettesi
L’emblema della ritrovata voglia dei commercianti molfettesi di coordinare i propri sforzi in un’unica direzione si chiama “Molfetta Shopping”. Nata appena due mesi fa, l’associazione che mette sotto lo stesso tetto gli operatori della città, ha come preciso obiettivo la realizzazione dell’ambizioso progetto dell’ipermercato all’aperto trasformando il centro urbano in un contenitore culturale.
“Il nostro è un progetto di trasformazione della città” spiega Michele Palombella, presidente dell’associazione, “trasformazione in termini di migliore qualità della vita, migliore arredo urbano, maggiore attenzione agli aspetti sociali. Non vogliamo essere solo una forza economica ma soprattutto una forza sociale: è per questo che stiamo cercando di coinvolgere altre forme di associazionismo che vanno dall’ambientalismo a quelle che si occupano di bambini e di handicappati”.
Non è che i commercianti tutto a un tratto siano diventati dei santi, né tantomeno vogliono passare per ipocriti: “Il nostro obiettivo - continua Palombella - è far stare insieme nella città i cittadini, offrire loro buon umore perché così probabilmente si riuscirà a convincerli a fare acquisti in città e non fuori”. Riqualificare il “sistema città” per rivitalizzare il commercio, insomma.
E’ questa la strategia pensata in nome della guerra santa contro la grande distribuzione. Curiosa è la previsione di Felice Visaggio uno dei tre vicepresidenti della “Molfetta Shopping” (gli altri sono: Isabellangela Rana e Ignazio Cardillo): “Sa cosa dico ai miei colleghi? Ben venga l’Auchan, così darà posti di lavoro a tanti ragazzi che noi non possiamo assumere. E state pur certi che quei ragazzi non spenderanno una lira là dentro perché saranno così nauseati di starci tutto il giorno che non vedranno l’ora di venire in città dove trovano il contatto umano, il negoziante di fiducia, il servizio”.
Tutto facile allora? Non proprio.
Per dirla con le parole dello stesso Palombella, il commerciante tipicamente è un “individualista” e quindi deve comprendere l’importanza di non limitare i propri sforzi allo spazio fisico del suo negozio ma adottare un pezzo di strada, un pezzo di città: “lavorare per il commercio, oltreché nel commercio”.
“Non si può cambiare tutto dalla mattina alla sera è l’opinione di Visaggio - stiamo prima di tutto cercando il dialogo e l’atmosfera giusta per far sì che si realizzi un sogno: dobbiamo scrollarci di dosso le vecchie logiche e i vecchi rancori. Prima fra noi commercianti non ci si guardava nemmeno in faccia e il ‘buongiorno’ non si sapeva se darlo o no. Adesso dobbiamo capire che chi ci sta di fronte è uno come noi, con gli stessi problemi”.
Chissà se quest’anno i commercianti molfettesi riusciranno a scambiarsi il “Buon Natale”.