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Scandalo edilizio di Molfetta, l'opposizione di centrosinistra al centrodestra: collaboriamo per l'emergenza
“Ci saremmo aspettati le dimissioni dell'Assessore Uva come gesto di sensibilità istituzionale”
09 febbraio 2007
MOLFETTA -
Più che una conferenza stampa, è stata una assemblea pubblica quella che si è tenuta ieri sera, nell'Aula del Consiglio Comunale, su iniziativa dei consiglieri comunali di opposizione. Doveva essere una occasione di dibattito e confronto con i rappresentanti dell'informazione locale per fare il punto sul gigantesco scandalo edilizio che ha portato, nei giorni scorsi, al sequestro di 16 palazzine nella zona 167 della città, ma presto si è trasformata in un vero e proprio dibattito tra i rappresentanti del centrosinistra e gli ignari cittadini che, in prima persona e sulla loro pelle, stanno vivendo il dramma di veder svanire davanti agli occhi il miraggio inseguito per una vita e con mille sacrifici, quello di avere una casa. “Sono questi cittadini, oggi – ha detto
Mino Salvemini
(nella foto con Nino Sallustio della "Margherita") in apertura -, ad essere in cima ai nostri pensieri e per loro ci stiamo già attivando per trovare delle soluzioni che non pregiudichino i loro diritti”. Ma lo stesso segretario dei Ds non ha potuto non fare un passo indietro, evidenziando come da anni i consiglieri comunali di centrosinistra avevano denunciato come in quelle zone di completamento le procedure urbanistiche apparissero poco chiare: “Se la scorsa amministrazione di centrodestra avesse fatto una riflessione più approfondita, così come richiesto dalle forze politiche di opposizione, dalle associazioni e da alcuni organi di informazione locale, oggi non ci troveremmo in una situazione così drammatica. Se chi di dovere, avesse dato ascolto alle voci di buon senso che si levavano dalla città, oggi molti cittadini non vivrebbero questi momenti di angoscia. Invece l'amministrazione precedente ha avuto un atteggiamento lassista nella interpretazione delle regole urbanistiche previste nel Piano Regolatore ed oggi siamo in questa situazione per responsabilità che appaiono chiare”. E su questo Salvemini non ha fatto sconti: “Nella task force insediata dal sindaco per gestire questa emergenza, siede anche l'assessore all'Urbanistica che ha gestito tutta la fase precedente, l'assessore responsabile del settore oggi nel mirino della magistratura. Riteniamo sia una cosa assolutamente fuori luogo ed anzi ci saremmo aspettati dall'avv. Uva un gesto di sensibilità istituzionale, e cioè le sue dimissioni”. Ma di polemiche il centrosinistra non ne vuole alimentare altre ed anzi offre la sua collaborazione per contribuire ad affrontare e risolvere l'intricatissima vicenda: “Pensare di gestire questa questione – ha proseguito Salvemini – escludend l'opposizione sarebbe una scelta scellerata di questa amministrazione. Una emergenza del genere si risolve coinvolgendo tutte le forze politiche, sociali e professionali presenti in città”. Sulla stessa lunghezza d'onda
Lillino Di Gioia
(nella foto)
: “In questi momenti di emergenza occorre essere uniti. Il Consiglio Comunale tutto deve 'abbracciarsi' e trovare insieme le soluzioni migliori per i cittadini che si trovano a vivere questa situazione. Invece il sindaco continua con i suoi atteggiamenti da guascone cercando subdolamente di addossare le responsabilità per quanto successo su amministrazioni precedenti, quasi che non si sappia che è stato il vero padre-padrone della coalizione che vinse le elezioni nel 2001”. Di Gioia ha poi ricostruito la vicenda delle zone di completamento B4 a partire dal maggio 2001, quando è stato definitivamente approvato il PRG: “E' da allora che inizia questa storia. Il Piano Regolatore aveva previsto che il 50% di quei suoli fosse ceduto al Comune perché vi realizzasse gli standard urbanistici a servizio del quartiere, ma delle previsioni del PRG negli anni scorsi si è fatto scempio e si è consentito di costruire solo palazzi, ignorando la previsione di approvare i piani di attuazione. Oggi – ha concluso Di Gioia – le priorità sono due: ripristinare le regole e risolvere l'emergenza che vivono i cittadini, avendo certamente ben chiaro che le responsabilità politiche per questa situazione sono di chi ha gestito e continua a gestire la cosa pubblica”. A
Nino Sallustio
è toccato replicare a chi (anche nella platea) ha sostenuto che questa situazione affonda le radici in una delibera del 1997 approvata dal Consiglio Comunale che, all'epoca, vedeva una maggioranza di centrosinistra a sostegno del sindaco Guglielmo Minervini: “Questa è una vera e propria mistificazione. Nel 1997 l'Ufficio Tecnico propose di elevare l'indice di fabbricabilità da 3 mc/mq a 5 mc/mq dicendo che era necessario farlo per rendere omogenea tutta quell'area. L'Ufficio disse anche che quell'indice non avrebbe portato a realizzare nuove volumetrie in quanto tutte le volumetrie possibili erano già state costruite. Oggi il giudice dice che queste dichiarazioni dell'ing. Parisi (dirigente all'Urbanistica) indussero in errore il Consiglio che, quindi, in questa storia è parte lesa”. Ma il problema, per Sallustio è di diversa natura: “Il Prg prevedeva due cose che non sono state rispettate: da un lato l'obbligo per i proprietari dei suoli di cedere il 50% degli stessi per realizzare gli standard urbanistici e dall'altro la necessità di approvare i piani particolareggiati prima di consentire che su quelle aree si costruisse. Entrambe queste previsioni sono state disattese, come noi andiamo dicendo ormai da quasi tre anni. E' infatti dal 2004 – ha ricordato Sallustio – che presentiamo interrogazioni in Consiglio, ordini del giorno, che interveniamo sulla stampa e nei comizi per denunciare quanto oggi la magistratura rileva. Se qualcuno ci avesse dato ascolto forse non saremmo qui”. “Ma noi ora – ha proseguito il capogruppo della
Margherita
– vogliamo contribuire alla risoluzione del problema e chiediamo a gran voce che il Consiglio sia coinvolto nella sua interezza. E' assurdo che sia stato convocato un Consiglio Comunale per lunedì prossimo e questa questione non sia neanche stata messa all'ordine del giorno. Noi chiederemo che sia avviata una discussione e auspichiamo un gesto di buona volontà dall'amministrazione anche perché abbiamo delle ipotesi di soluzione da proporre”. Ed è su questo punto che è intervenuta anche
Annalisa Altomare
: “Costituiamo un gruppo di lavoro allargato alla partecipazione dei consiglieri di minoranza e di una rappresentanza dei cittadini coinvolti e cerchiamo una soluzione per uscire da questa situazione”. Una situazione che – a nessuno sfugge – è tremendamente difficile: “Se dovesse essere dichiarata la lottizzazione abusiva – ha evidenziato Mino Salvemini -, la conseguenza prevista dalla legge è la confisca dei beni e il successivo abbattimento”. Una doccia gelata per tutti i cittadini presenti. “Ma a questo – ha proseguito il consigliere dei Ds -, ovviamente, cercheremo di non arrivare immaginando soluzioni che, comunque, dovranno essere anche concordate con la magistratura”. Già, ma quali potrebbero essere queste soluzioni? “Si potrebbe pensare – ha concluso Antonio Ancona, consigliere comunale del Psdi – ad una approvazione successiva del piano particolareggiato che possa andare a sanare la situazione venutasi a creare. Ovviamente, però, va verificata attentamente la fattibilità di una soluzione del genere che è solo una ipotesi sulla quale stiamo lavorando”. E davvero c'è il bisogno del contributo di tutti per dare delle risposte ai cittadini che ieri affollavano l'Aula G. Carnicella con sguardi smarriti e angosciati. La città non può lasciarli soli. Sul prossimo numero di QUINDICI, in edicola verso la fine della prossima settimana, tutti i particolari sulle inchieste su Pino Amato e gli altri indagati e sulle palazzine sequestrate, con la cronistoria e i retroscena delle vicende degli scandali di Molfetta.
Autore:
Giulio Calvani
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pietro minervini
09 Febbraio 2007 alle ore 00:00:00
Il Sig. Salvemini, poteva risparmiarsi l'intervento a riguardo la confisca dei beni. Anche se non si puo' escludere nulla, e' stata una vera e propria minaccia nonche' una gelata. Io ero presente e cio' doveva essere evitato per rispetto anche dell'opinione pubblica. L'abbattimento delle palazzine non puo' avvenire e non deve avvenire, anche se esiste un rischio. Se solo uno dei consiglieri pensa a cio', vorra' dire che e' in vena di procacciare voti e mettere sotto pressione quelle povere famiglie coinvolte. Smettiamola per favore e concordo perfettamente con la Dott.ssa Altomare quando afferma che bisognerebbe creare una task force coinvolgendo tutte le forze politiche, rappresentanti dei proprietari di casa e i costruttori. Questa e' l'unica soluzione e un giudice non puo' essere crudele al punto di confiscare dei beni a famiglie italiane. Voi politici forse si. Ah dimenticavo.....nella task force bisognerebbe includere anche uno psicologo e l'Ass. ai servizi sociali, i figli delle persone coinvolte nel sequestro degli immobili, stanno ascoltando e vivendo la drammatica situazione. Riflettete anche su questo. Grazie Direttore per darci l'opportunita' di commento ai vari articoli.
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mauro altomare
09 Febbraio 2007 alle ore 00:00:00
...abbattimenti,confisca dei beni,lottizzazione abusiva....ma dove siamo!!!! The Italian job!!! Mi rivolgo a tutti i politici che governano la ns citta'(o che per lo meno credono di farlo) e al "Senatur" in primis, tirate su' le maniche e datevi da fare per risolvere questa incredibile questione!
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