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Sanità, il centrosinistra accusa: i ministri del governo Berlusconi, Fitto, Tremonti e Fazio, vogliono commissariare la Regione Puglia Bocciato ancora una volta il piano di rientro, una manovra elettorale per ostacolare la corsa del presidente Nichi Vendola alla presidenza del Consiglio. Anche l'Udc si schiera contro il governo
26 ottobre 2010

BARI - Avviso ai naviganti: “Sono in arrivo tempi duri e probabilmente è in arrivo anche il commissariamento per la nostra Regione, a causa della mancata firma del Piano di rientro sanitario. Ma badate bene che non sarà Nichi Vendola il commissario e noi tutti saremo in prima fila a manifestare contro la scure che si sta per abbattere sui pugliesi”. È  Michele Losappio, il capogruppo di Sel Puglia, a lanciare il messaggio nel corso di una conferenza stampa del centrosinistra, alla quale ha partecipato anche il capogruppo dell’Udc, Salvatore Negro.

La questione è nota ormai e “ci piacerebbe che si risolvesse molto presto, senza il bisogno di continuare a lanciare appelli al governo che in ogni caso non sta più dando alla Puglia risposte soddisfacenti – dice Antonio Decaro, capogruppo del Pd - tuttavia, non possiamo fare a meno di notare che il nostro Piano di rientro è stato il gratta e vinci dei ministri Fitto (foto), Fazio e Tremonti. Ogni volta che lo abbiamo presentato a Roma, i tre hanno spulciato tra le carte dell’assessorato e hanno risposto:  ‘ritenta, sarai più fortunato’.
Il lavoro dei tecnici sulla valutazione del Piano di rientro si è concluso ormai in termini positivi, quelle che piacciono tanto ai burocrati, “le carte”, sono a posto, ma proprio non ce la si fa.
Come è noto c’è stato un altro rinvio al 15 dicembre e nel frattempo rimangono al palo 500 milioni di euro per i nostri servizi sanitari. Se non si firma il Piano quei soldi non saranno disponibili e probabilmente, secondo uno dei teoremi più accreditati, la soluzione della troica nazionale sarà quella di nominare un commissario per “dirimere” l’affair sanità.
Ma c’è anche un’altra tesi. Secondo il capogruppo dell’Idv, Orazio Schiavone, “non si arriverebbe al commissariamento ma, dopo aver fatto pagare a Vendola i danni causati dallo stesso ministro Fitto, ci sarebbe pronta una leggina per recuperare i 500 milioni di euro e quindi poter diventare i salvatori della Patria”. 
“La punizione da infliggere a Vendola – ha continuato Schiavone – ha ovviamente lo scopo di frenare la sua corsa alla presidenza del Consiglio”.
La Puglia a differenza di quanto dice Tremonti e l’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale ha i conti in ordine, ha sottolineato Angelo Disabato (capogruppo de La Puglia per Vendola). “Insieme alla Basilicata è l’unica Regione a ripianare il disavanzo sanitario con fondi propri. Non lo fanno l’Abruzzo, il Molise, il Lazio, la Campania, la Calabria, tutte amministrazioni di centrodestra, né il Piemonte, amministrato dalla Lega. Per queste Regioni non è stato utilizzato il metodo Puglia”.
Decaro si domanda cosa fa oggi il centrodestra che ha votato la legge regionale sulle internalizzazione. Difende a priori il governo? “Il fatto che il governo solleva una tantum una nuova obiezione sul nostro Piano – continua il capogruppo del Pd -  ci fa pensare che l’intenzione sia quella di portarci per mano verso il commissariamento della sanità. La mancata firma del piano di rientro si trasformerebbe in un piano di “abbattimento” della nostra sanità se alla Puglia venissero negati anche i 500 milioni di euro dei trasferimenti che le spettano”.
E ancora Decaro ritorna sul tema delle internalizzazioni “usato come grimaldello” più volte dal governo nazionale. “Qualora fossero realmente le internalizzazioni il problema da risolvere – dice l’esponente del Pd -  mi pare sia venuto meno l’oggetto del contendere, in quanto la Puglia ha già risposto positivamente a questa ennesima richiesta, bloccando un processo che ci avrebbe consentito, oltretutto, di risparmiare molto denaro”.
Ma su questo tema Losappio è chiaro “Non consentiremo a nessuno di entrare a gamba tesa in un processo importante che ha consentito fra l’altro, l’uscita dalla precarietà di oltre 5.000 dipendenti della sanità. Su questo alzeremo le barricate, è un punto sul quale il governo Vendola non intende trattare. Non esiste il baratto sulla pelle dei lavoratori”.
Alla conferenza stampa ha partecipato il capogruppo dell’Udc, Salvatore Negro, che ha rimarcato la posizione del suo partito di “opposizione costruttiva”. “Noi voteremo in favore di tutti quei provvedimenti che dal nostro punto di vista possono essere utili ai pugliesi e alla Puglia – ha detto Negro - diversamente, quando non condivideremo, esprimeremo il nostro dissenso”.
Quindi su questo tema l’Udc è al fianco della maggioranza e di Vendola. “Soprattutto – ha concluso Negro – non ci piace la disparità di comportamento del governo nazionale su questa materia con le altre Regioni e con il Mezzogiorno in generale”. Il Lazio, infatti avrebbe avuto la possibilità di dilazionare il debito per rientrare, mentre la Puglia ha ripianato con i propri avanzi di bilancio.
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......del resto la POVERTA' non attrae. E' il rimosso di tutti. Nessuno la va a cercare. La carità che si fa con una mano è raramente accompagnata da uno sguardo capace di incontrare lo sguardo di un miserabile, perchè la sua vista inquieta. Per giunta è la stessa povertà che tende a nascondersi, per vergogna, per pudore. Tentativi non necessari, tanto nessuno la vede, e meno ancora la guarda. Fondamentalmente nessuno se ne preoccupa. Al massimo qualche gesto senza neppure guardare in faccia il destinatario. A volte persino una catena di gesti che però non entrano in contatto con la povertà, ma solo con l'organizzazione deputata a soccorso. Così la povertà non si vede, se non in qualche flash televisivo tra una forchettata e l'altra. Ciò che non si vede non esiste, o esiste come sentito dire, come statistica, dove i numeri hanno il solo compito di cancellare i volti di quei poveri a cui la miseria ha già tolto se non il pane, come accade nel resto del mondo, certo quasi tutte le possibilità che il vivere in Occidente concede ai suoi abitanti. Una povertà silenziosa, densa come la nebbia che in modo impercettibile ci tocca da ogni parte e che può passare inosservata solo a colpi di rimozione percettiva, visiva, linguistica. Ma il rimosso ritorna. E non ritorna come senso di colpa, da cui è facile lavarsi con un gesto di carità. Ritorna come atrofizzazione della nostra esistenza che, per non concepire, non vedere, non sentire quel che inevitabilmente la tocca, deve procedere a tali colpi di amputazione in ordine alla sua percezione del mondo da diventare alla fine una povera esistenza. E qui la povertà materiale di coloro che, invisibili, si muovono nei bassifondi delle condizioni impossibili d'esistenza compie la sua vendetta mutilando la sensibilità della nostra esistenza, per consentirle di non percepire che il nostro stato di benessere dipende direttamente dallo stato di povertà del mondo. (U.Galimberti - I miti del nostro tempo)
......del resto la POVERTA' non attrae. E' il rimosso di tutti. Nessuno la va a cercare. La carità che si fa con una mano è raramente accompagnata da uno sguardo capace di incontrare lo sguardo di un miserabile, perchè la sua vista inquieta. Per giunta è la stessa povertà che tende a nascondersi, per vergogna, per pudore. Tentativi non necessari, tanto nessuno la vede, e meno ancora la guarda. Fondamentalmente nessuno se ne preoccupa. Al massimo qualche gesto senza neppure guardare in faccia il destinatario. A volte persino una catena di gesti che però non entrano in contatto con la povertà, ma solo con l'organizzazione deputata a soccorso. Così la povertà non si vede, se non in qualche flash televisivo tra una forchettata e l'altra. Ciò che non si vede non esiste, o esiste come sentito dire, come statistica, dove i numeri hanno il solo compito di cancellare i volti di quei poveri a cui la miseria ha già tolto se non il pane, come accade nel resto del mondo, certo quasi tutte le possibilità che il vivere in Occidente concede ai suoi abitanti. Una povertà silenziosa, densa come la nebbia che in modo impercettibile ci tocca da ogni parte e che può passare inosservata solo a colpi di rimozione percettiva, visiva, linguistica. Ma il rimosso ritorna. E non ritorna come senso di colpa, da cui è facile lavarsi con un gesto di carità. Ritorna come atrofizzazione della nostra esistenza che, per non concepire, non vedere, non sentire quel che inevitabilmente la tocca, deve procedere a tali colpi di amputazione in ordine alla sua percezione del mondo da diventare alla fine una povera esistenza. E qui la povertà materiale di coloro che, invisibili, si muovono nei bassifondi delle condizioni impossibili d'esistenza compie la sua vendetta mutilando la sensibilità della nostra esistenza, per consentirle di non percepire che il nostro stato di benessere dipende direttamente dallo stato di povertà del mondo. (U.Galimberti - I miti del nostro tempo)




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