La riapertura delle scuole in presenza è stata la novità dell’avvio del nuovo anno scolastico nell’era della pandemia da Covid. Naturalmente per consentire questa possibilità era necessario rispettare alcune regole. Le hanno rispettate tutti? Quali disagi? Come si sono comportati gli insegnanti? C’è timore di contagi e rischio di ripresa dei focolai? Le INCHIESTE DI “QUINDICI” si occupano questa volta di questo problema. Ecco le domande che abbiamo posto ai nostri interlocutori: 1 - Come è andato il ritorno a scuola in presenza? Quali difficoltà ci sono? 2 - Quali precauzioni sono state prese? C’è il controllo all’ingresso? C’era il distanziamento? Le lezioni vengono fatte con la mascherina? Le finestre sono aperte? 3 - Rispettano tutti le regole, oppure c’è chi fa di testa sua? 4 - Gli insegnanti (o gli alunni) sono rigidi nell’applicazione delle regole? 5 - Mancano insegnanti oppure tutte le materie sono coperte? 6 - Cosa pensi della vaccinazione? Tu sei vaccinato? 7 - Hai paura che possa esserci qualche contagio o focolaio come è avvenuto in alcune scuole? 8 - Ci sono insegnanti che non sono venuti a scuola perché non vaccinati? 9 - Credi che pandemia sia finita oppure che possa riprendere? MONICA, STUDENTESSA 1. Il ritorno a scuola è stato bello, ma allo stesso tempo traumatico: ormai mi ero abituata a seguire le lezioni dietro alla mia scrivania, in maniera più tranquilla. Ovviamente la scuola in presenza, con i miei compagni di classe e i miei professori, mi è mancata, ma io non sono di Molfetta; quindi tornare a dover prendere il pullman la mattina presto e doversi spostare dalla mia città natale è stato destabilizzante, soprattutto perché, con il problema della capienza ridotta nei pullman, mi è già capitato 2/3 volte di arrivare a scuola in ritardo per aspettare un pullman che non fosse già pieno. 2. Le lezioni vengono ovviamente svolte con mascherina e distanziamento tra i banchi e le finestre sono sempre aperte. Questo va bene adesso perché le temperature sono ancora alte e la mattina non fa freddo, ma mi chiedo: quando arriverà dicembre e inizierà a far freddo, come faremo a garantire il riciclo dell’aria e contemporaneamente a non morire di freddo con le finestre sempre aperte? 3. Non si tratta di far di testa propria, ma solo di abbassare la guardia: noi giovani ormai, come anche gli adulti, la sera andiamo nei locali e nelle pizzerie o comunque, quando usciamo, non manteniamo il distanziamento o non indossiamo la mascherina: ora che siamo per la maggior parte vaccinati, abbiamo meno paura. La stessa cosa succede in classe: così come la sera usciamo normalmente, a volte qualcuno abbassa la mascherina per respirare un po’. Non c’è più quel terrore che avevamo l’anno scorso di avvicinarsi a qualcuno senza mascherina. 4. Gli insegnanti sono rigidissimi, anche se sofferenti: durante le lezioni, è palese come, durante la spiegazione, a volte siano a corto di fiato a causa della mascherina. Nella mia classe, anche alcuni ragazzi non la tolgono mai, perché probabilmente non si sentono sicuri e hanno paura di essere contagiati. 5/8. Tutti i miei insegnanti si sono vaccinati, quindi non manca nessuno, ma so che altre classi hanno dovuto sospendere l’insegnamento di alcune materie perché i professori non si sono vaccinati e quindi non sono potuti tornare a lavoro. 6. La vaccinazione è l’unico modo per uscire da questo inferno che ormai dura da oltre due anni. 7. Ho paura che ci possano essere dei contagi, ma rimango molto oggettiva a riguardo. Anche se dovessero esserci, che ci possiamo fare? Andiamo in quarantena e basta. L’idea di essere contagiata mi fa paura, ma non voglio che la paura mi schiacci: prima o poi dobbiamo tornare a vivere. 9. La pandemia non sarà finita fino a quando, al telegiornale, non sentirò che il Covid non ha causato nuove morti. Fino a quel momento, per me nulla sarà da considerare finito. LORENZO, STUDENTE Il ritorno in presenza è stato abbastanza tranquillo: la mia scuola è molto organizzata, fornisce sempre l’amuchina e controlla la temperatura corporea di ognuno di noi, ogni mattina. Sono stato molto contento di essere tornato a scuola e di aver rivisto i miei compagni. 2/3. Le precauzioni sono le stesse per ogni scuola, confrontandomi anche con alcuni miei amici che frequentano altri liceo, vengono rispettate praticamente sempre e in ogni classe. Ovviamente adesso le temperature permettono di tenere sempre le finestre aperte, vedremo più avanti come si agirà per il riciclo dell’aria. 4. Più che rigidi, direi obbligati: rispettare le regole è l’unico modo per cercare di vivere il più normalmente possibile, e appena si sbaglia qualcosa e si viene contagiati, si va in quarantena: tutti siamo consapevoli di questo e quindi, seguendo il detto “prevenire è meglio che curare”, rispettiamo le regole. 5/8. Al momento, un solo professore della mia classe ha deciso di non vaccinarsi e quindi al momento abbiamo una materia sospesa. Per fortuna questo professore insegnava una materia non fondamentale per il mio corso di studi, ma mi chiedo come facciano gli studenti ai quali magari manca più di un professore oppure manca un professore che però insegnava più materie, in quel caso, il programma va a rilento e sicuramente non sarà svolto interamente entro la fine dell’anno. 6. Io sono vaccinato con due dosi, e come se non bastasse, ho anche avuto il Covid. Essere in quarantena non è stato facile, e non voglio rivivere quell’esperienza; quindi ripongo massima attenzione nel rispettare le regole. 7. Certo, non è da escludere la possibilità che avvenga qualche contagio a scuola. Questo causerebbe molti rallentamenti e problemi, in quanto, da quello che so, se si scopre anche solo un caso di positività, tutta la scuola deve sottoporsi a tamponi e quarantena. 9. Credo che affermare che la pandemia sia finita sia una grande mancanza di rispetto per tutte le persone che sono in quarantena e in terapia intensiva: è vero, i contagi sono diminuiti, ma ci sono ancora morti, e le vite di quelle persone non valgono certo meno solo perché i numeri che dicono ai telegiornali si sono abbassati. DANIELE, STUDENTE 1. Il ritorno in presenza è stato un vero inferno: ogni mattina sono costretto ad entrare nella folla che si crea davanti alla scuola nonostante le entrate scagionate, e subito vengo assalito dall’ansia che ci possa esser qualche positivo asintomatico tra noi. Per non parlare dei disguidi: persone che entrano senza che venga misurata loro la temperatura, mancanza di amuchina, professori che mancano… 2. La precauzione che mi tranquillizza maggiormente è quella delle finestre aperte: io ho il banco più vicino alla finestra nella mia aula, quindi riesco a non percepire mai aria viziata, mi sono già rassegnato all’idea di venire a scuola con diecimila strati di felpe e giubbotti, pur di non chiudere le finestre. 4. I miei insegnanti, per fortuna, sono rigidi nell’applicazione delle regole: non lasciano mai che nessuno di noi si abbassi la mascherina, anche se quest’ultima rimane una tortura: a causa sua, da qualche mese soffro di acne, in quanto la mia pelle non respira. Inoltre, a volte, nonostante la mia vicinanza alla finestra, mi manca il fiato. 5/8. Al momento, per fortuna, i miei professori ci sono tutti, perché sono vaccinati. 6. Io penso che la vaccinazione sia la nostra salvezza, e soprattutto non capisco le persone che non vogliono sottoporsi ad essa… diversi studi hanno dimostrato che grazie ad essa i contagi e i ricoveri in terapia intensiva sono scesi, e la maggior parte delle persone che continuano ad essere ricoverate sono non vaccinate. Cosa aspettano a vaccinarsi? 9. Di certo possiamo dire che il peggio sia passato, però non possiamo dire che la pandemia sia finita… andiamo ancora in giro con le mascherine e i contagi ci sono ancora. Purtroppo, temo che passeranno ancora anni prima che tutto questo finisca. Sara Mitoli La tortura della mascherina, ma in alcune scuole non si usa GIOVANNI, 16 ANNI, STUDENTE AL TERZO ANNO DI LICEO Essere a scuola è totalmente differente rispetto alla DAD, finalmente è possibile avere un contatto con i compagni, e a mio avviso riesco a seguire con più attenzione le lezioni, perché rimanere davanti al computer per molto tempo era solo un elemento di distrazione, in classe ovviamente si è più gestiti e quindi si lavora meglio con i professori. No, nella mia scuola non c’è nessun controllo all’ingresso, ma in classe abbiamo banchi separati e indossiamo le mascherine durante le ore di lezioni, le finestre sono aperte invece, probabilmente anche perché i miei insegnanti sono molto rigidi nel far rispettare le regole e il distanziamento. Parlo per la mia scuola, il Liceo Scientifico O.s.a., almeno lì tutti rispettano le regole, siamo sempre con la mascherina, ma non credo sia così in tutte le scuole, lo dico perché ho amici in altre scuole. No, non mancano insegnanti, anche se dopo la prima settimana un professore è stato sostituito. È solo grazie alle vaccinazioni che siamo tornati a scuola e quindi alla normalità, sono quindi assolutamente favorevole alla vaccinazione, e non capisco affatto le ragioni dei novax, in prima persona ho avuto il Covid con alla mia famiglia e non è stata un passeggiata, quindi si, sono favorevole e ora finalmente vaccinato. Ovviamente il timore che possa esserci un focolaio nella mia scuola c’è, solo in quel caso credo che la dad possa essere il male minore, il ritorno a casa sarebbe allora indispensabile. I miei insegnanti sono tutti vaccinati per fortuna, sono i primi a spingere per la vaccinazione. Assolutamente no, la pandemia non è finita, quindi ovviamente è sempre importante essere attenti, igienizzarci le mani, indossare la mascherina ecc., tutte cose in questi due anni ci sono state giustamente inculcate. Credo quindi sia sbagliato chiedersi se possa riprendere perché non è ancora finita, spero ovviamente che questo succeda al più presto. MARGHERITA, 40 ANNI, DOCENTE SCUOLA SUPERIORE L’educazione scolastica in presenza, è tre volte più efficace rispetto che alla didattica a distanza, il ritorno nelle aule è motivo di gioia per noi docenti, la nostra professione va praticata faccia a faccia con i ragazzi, renderli partecipi durante le lezioni è l’obiettivo primario di ogni insegnate, lo scambio relazionale con il canale telematico era assai complesso da rendere proficuo. Nelle aule le finestre vengono tenute aperte, per il riciclo dell’aria, e ad ogni cambio d’ora viene tenuta aperta anche la porta. All’ingresso, non c’è il controllo della temperatura o del green pass, aspetti che a mio avviso andrebbero però rivisti. Costringere i ragazzi a tenere su la mascherina durante tutte le ore scolastiche non è cosa semplice, comprendo la difficoltà, soprattutto durante le giornate più calde. Spetta allora, a noi docenti in primis esortare al rispetto di tale norma e dare ovviamente noi stessi il buon esempio. Portare la mascherina sotto il naso, non è ciò intendo io come rispetto delle regole, quindi mi sento di dire che non tutti sono attenti come invece dovrebbero, in questo caso mi riferisco anche a miei colleghi. Il problema delle supplenze a breve termine non ha molto a che vedere con la situazione pandemica, questo aspetto ha influito solo in parte, mi sento di dire questo poiché andrebbe rivisto l’intero sistema scuola. Sì, sono vaccinata come anche per fortuna i miei colleghi, la vaccinazione è l’unico strumento di tutela che abbiamo, dobbiamo usarlo e dobbiamo invitare caldamente chi ci è vicino a vaccinarsi. Certamente, i contagi sono quello a cui meno auspichiamo ed è proprio per questo che seguire quei piccoli accorgimenti è fondamentale per evitare che i focolai possano nascere. No, sono tutti vaccinati La pandemia mi auguro stia finendo, in questi anni abbiamo imparato a convivere con il virus, abbiamo vissuto un’estate tutto sommato normale, se così posso definirla, ora si è aperta a mio avviso una nuova fase di questa convivenza, indossare la mascherina nei luoghi chiusi e presentare il green pass dove richiesto sono indispensabili strumenti che possediamo per agevolare la morte del virus. Francesca Petruzzella