Quanti sprechi con l'impianto di compostaggio
Egregio Direttore, innanzitutto la ringrazio per il lavoro che lei e i suoi collaboratori svolgete con il mensile “Quindici” che rappresenta una voce autorevole sul territorio, l’unico giornale che affronta i temi con coraggio e competenza. Volevo soffermarmi sull’inchiesta relativa all’impianto di compostaggio pubblicata sul numero scorso per esprimere il mio rincrescimento per una vicenda trascinatasi per anni e conclusasi, come sempre, a danno dei cittadini, con uno spreco di denaro di tutti. La gestione di tutta la vicenda dimostra, come si rileva anche dalla lettura degli articoli, una completa incapacità dei nostri amministratori di gestire in modo corretto e razionale uno dei problemi più importanti del nostro tempo (vedasi le recenti vicende di Napoli). Ma al tempo stesso, come è avvenuto a Napoli, si fa solo propaganda e anche l’opposizione di centrosinistra non è riuscita a dare risposte chiare sull’argomento, con proposte alternative e soprattutto non è stata in grado di ostacolare concretamente l’evoluzione di una vicenda che ha visto il Comune soccombente e stranamente non costituitosi parte civile per chiedere il giusto risarcimento del danno. Sembra che tutta la vicenda abbia favorito solo la ditta Mazzitelli. Il centrodestra fa propaganda, come è avvenuto a Napoli dove il governo e lo stesso premier Silvio Berlusconi insieme al capo della protezione civile Bertolaso, hanno fatto una pessima figura: dopo i proclami di aver risolto i problemi, il risultato è stato che tutto resta come prima, se non peggio. Chissà cosa succederà a Molfetta, sulla base di questi precedenti. I cittadini sono preoccupati: occorre che a gestire queste situazioni e questi enti, siano persone competenti e non fedelissimi del padrone di turno, come avviene a livello nazionale e anche a Molfetta. Grazie dell’attenzione e mi auguro che “Quindici” continui ad essere incisivo sull’argomento denunciando le disfunzioni, così se almeno non recupereremo i nostri soldi, almeno sapremo per chi non votare la prossima volta.