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Primo timido passo avanti del sindaco di Molfetta: per la prima volta, comunica i dati dei decessi, su pressione dei cittadini. Ma non basta: occorre comunicare i dati completi
Il sindaco Minervini
02 febbraio 2021

MOLFETTA – Ieri c’è stata una svolta nelle comunicazioni relative al Covid del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ai suoi cittadini. Finalmente è stato diffuso con un comunicato e non col solito video propagandistico del lunedì, il numero dei morti: da gennaio sarebbero 7.

E’ già un passo avanti anche se in molti non credono che si tratti del numero esatto di vittime da pandemia.

Il sindaco in questi mesi si è comportato in modo assolutamente incompressibile, anche in virtù della cultura socialista che rivendica.

Probabilmente la vicinanza alla destra nella giunta “ciambotto” oggi meglio definita frankenstein fatta di liste civiche e di quel Pd fattosi anch’esso lista civica per restare al potere e non perdere poltrone, lo ha influenzato in modo negativo e speriamo non irreversibile. La destra per sua natura e cultura tende sempre a nascondere la verità ai cittadini (e il silenzio dell’opposizione di destra ne è una conferma, quasi una connivenza con l’amministrazione della quale fanno parte molti ex amici di Azzollini).

Ma una censura preventiva sui dati del contagio, è inammissibile.

La realtà è che si vuole nascondere la disorganizzazione nella gestione della pandemia a Molfetta. Non basta nominare un responsabile, occorre far funzionare la macchina sotto tutti i punti di vista, non escluso, anzi soprattutto, su quello della comunicazione ai cittadini che chiedono il numero reale di positivi, malati e deceduti.

Qualcuno dello staff del sindaco sembra che abbia minimizzato la cosa o tentato di fuorviare la legittimità della richiesta, giustificando il silenzio con una presunta privacy, accusando chi vuole sapere la verità come morbosità o sciacallaggio. Evidentemente questi personaggi non conoscono il significato della parola privacy (non si richiede il nome dei morti, ma solo il numero) e questo è più grave considerata la loro professione e il ruolo amministrativo pro tempore che ricoprono.

Su questa vicenda vanno fatte alcune considerazioni: se il sindaco non conosce i dati, è grave; se li conosce e non vuole comunicarli, è ancora più grave; se non li vuole conoscere, è peggio. Se questo avviene per motivi politici per non perdere pezzi di maggioranza, come quello di non mettere in difficoltà la famiglia Paparella che gestisce la Rssa Kolbe, dove ci sono stati tanti morti, è inammissibile.

Intanto, per pensare alla crisi o ai Lavori pubblici (assessorato compreso), si è perduta la percezione della prima emergenza cittadina che è quella da Covid.

Registriamo alcune reazioni, ma anche alcune proposte sul delicato argomento, espresse da cittadini impegnati nel sociale, per aprire un dibattito su questo argomento, coinvolgendo tutti i cittadini.

 

«ATTENZIONE ATTENZIONE: IL COMUNE DI MOLFETTA CAMBIA IDEA SUL DICHIARARE IL NUMERO DI DECESSI PER COVID DELLA CITTA'

Dopo la pessima figura fatta dalla Segretaria particolare del Sindaco di #Molfetta che ha definito praticamente inutile conoscere il numero dei morti, ecco che nella nota del Comune del 1° febbraio pubblicata sul sito istituzionale si dichiara che "all'inizio del 2021 i guariti sono 254, mentre i deceduti sono 7".

Quindi il Comune, per la prima volta, fa marcia indietro sull'occultamento del numero dei decessi e dichiara dopo mesi di richieste da parte dei singoli cittadini il dato che dovrebbe riguardare il solo periodo del 2021, pur sempre incompleti rispetto alla fase di inizio pandemia.

Riguardo alle Rssa (residenze sociosanitaria assistenziale per anziani) sappiamo, sempre dalla nota, che sono 12 gli ospiti positivi, certamente non presenti dentro le strutture Dopo di noi "Teotokos" e Casa per la vita Opera Santa Giustina, che risultano ora Covid-free dopo certificazione Asl Ba.

Questo non rende le altre strutture automaticamente interessate da almeno un caso di positività al Covid, ma al tempo stesso l'informazione frammentaria non consente di conoscere lo stato dell'arte di tutte le Rssa.

A questo punto, è chiaro che la dichiarazione fatta dal Comune, dopo mesi di richieste e appelli di trasparenza da parte della cittadinanza, fa ben sperare in un modello di comunicazione differente e più completo rispetto a quanto fatto fin ora.

Alle famiglie che hanno subito la propria perdita per Covid va il mio abbraccio, anche se non hanno ricevuto la stessa attenzione che il Sindaco ha riservato a persone più rinomate della città».
Questo il commento di Gabriele Vilardi, mentre il dott. Gennaro Gadaleta Caldarola va oltre e cerca di individuare una soluzione a questo problema di disorganizzazione: « I casi di Covid a Molfetta PROBABILMENTE vengono raccolti dal DSS 1 di Molfetta e inviati alla ASL Bari dove vengono assemblati e comunicati all’assessorato alla sanità che poi li passa al Prefetto che li rimanda ai Sindaci. Il nostro sindaco, bonariamente, ci comunica il numero dei casi Covid complessivi ogni lunedì. Faccio presente che in città esistono cittadini e competenze che se conoscessero i dati giornalieri precisi (nuovi casi, guariti, ospedalizzati, in terapia intensiva e deceduti) potrebbero elaborarli per ottenere informazioni più precise sull’andamento del contagio. Ciò servirebbe a fornire informazioni ai cittadini in grado di migliorare il loro comportamento e ridurre la loro angoscia. Sapere la verità e meglio che immaginarla».

Condividiamo pienamente queste osservazioni e ci auguriamo che il sindaco Minervini faccia un ulteriore passo avanti, magari sotto la spinta del Pd che è ritornato in maggioranza annunciando il proposito di voler cambiare e rendere più trasparente l’amministrazione.

I cittadini vanno rispettati sempre, anche quando non siamo nell’imminenza delle votazioni.

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