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“Prima viene il Paese”, presa di posizione del Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana
30 settembre 2013

MOLFETTA - Riportiamo di seguito la nota sulla situazione politica attuale della Presidenza Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana.

Alla già grave crisi economica che semina quotidianamente povertà e disperazione nelle famiglie italiane si aggiunge la sconsideratezza di una vicenda politica avvitata su se stessa, sempre più incapace di dare risposte ai bisogni reali del Paese e della nostra gente e che ormai è arrivata all’irresponsabilità istituzionale, con la messa in discussione degli stessi cardini su cui si fonda la Repubblica, l’equilibrio dei poteri e il sistema democratico che ne sono il fondamento.

La politica e soprattutto alcuni dei suoi massimi protagonisti sembrano sempre più abdicare a principi connaturati alla gestione della res pubblica, alla ricerca del bene comune, preferendo perseguire i propri obiettivi per vie traverse, “salvare la pelle” ad ogni costo, senza preoccuparsi di proporre al Paese idee e programmi veri per affrontare la crisi economica e sociale, senza parlare ai giovani delle loro speranze e aspettative.

La politica ha cessato di essere l’arte del governo della società ed è diventata, in uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana, il luogo del tatticismo più esasperato che allontana chi ne nutre una concezione più nobile e attira chi sa nuotare nel mare delle meschinità dei piccoli interessi di parte.

In Italia, i numeri della povertà sono in netto aumento. I dati più recenti parlano di circa 10 milioni di persone in condizione di povertà relativa e altri 5 in povertà assoluta. Questo significa che 10 milioni di italiani vivono con 500 euro al mese e altri 5 milioni con meno, visto che la povertà assoluta si misura in termini di beni e servizi di base necessari a garantire una vita dignitosa. Un recente rapporto denuncia che i redditi familiari sono ai livelli di 25 anni fa, mentre le spese obbligate - dalla casa alla scuola e alla salute - sono più che raddoppiate. Per 100 euro spesi nel 1992, oggi ne servono 160, a fronte di salari e pensioni praticamente rimasti invariati in termini di potere d’acquisto. Solo negli ultimi 3 anni tra i giovani si è perso 1 milione di posti di lavoro.

Mentre in discussione vi è dunque la stessa sopravvivenza delle persone, in queste ore, non si esclude la sciagurata ipotesi di un ritorno alle urne - per di più senza una nuova legge elettorale che garantisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti - che certo non serve al Paese, proprio quando qualche timido segnale di ripresa economica sembra affacciarsi all’orizzonte. L’Italia non se lo può permettere. Non si può permettere una classe dirigente non all’altezza di una Nazione che certamente soffre di molte contraddizioni interne al corpo sociale, ma ha ancora infinite risorse umane, culturali e sociali.

I presidenti e gli assistenti diocesani dell'Azione Cattolica - riuniti a Roma per il loro Convegno, che di fatto apre il cammino che conduce alla XV assemblea nazionale dell’Associazione – nella responsabilità di un’associazione radicata su tutto il territorio nazionale e che giorno per giorno misura le ansie, le attese e la domanda di futuro di tanti italiani - sentono il dovere, come cittadini cristiani, di non tacere di fronte a quanto accade. Per questo a tutti chiediamo responsabilità e generosità, nel ricostruire la tela della speranza e restituire dignità a chi vive le troppe fatiche del tempo presente.

A quel che resta della nostra classe politica, alle sue forze migliori chiediamo con forza di governare il Paese, di adoperarsi in modo adeguato, giusto e di largo respiro mediante interventi mirati a tutela innanzitutto delle situazioni più gravi, di promuovere condizioni di vita più solide per le famiglie e di garantire un futuro per le prossime generazioni. È questo il suo mandato, e non può essere più eluso.

 

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Proviamo a fare un'analisi, speriamo scevra da partigianeria (non so se ne saremo capaci, ma proviamo) elencando la serie di eventi succedutisi negli ultimi tempi. La crisi economica planetaria, sempre negata dal Governo di C.D., ha incominciato a far sentire i sui malefici effetti su tutti - tranne pochi ...fortunati? - verso l'estate del 2011. Era già tardi per intervenire, anche perchè mancava la volontà politica di farlo, avendo per lungo tempo negato la realtà. Novembre 2011 il sig. Berlusconi rassegna le dimissioni sue e del suo Governo, nel pieno di una crisi esplosa con effetti devastanti. Nasce un governo "tecnico" (di non politici) guidato dal neo senatore Monti. Si fanno alcune riforme - una per tutte la riforma Fornero che, ben lungi dal migliorare la situazione del lavoro, in generale, la peggiora, ed i risultati li vedranno i giovani che, con questa ed altri pasticci fatti in precedenza, anche grazie a politiche scellerate precedenti, vedono compromesso il futuro. Incomincia il logorio della compagine governativa che, grazie anche all'insipienza del C.S. (che appoggia la maggioranza tecnica) ed all'arroganza del C.D., cade. L'Industria perde colpi, la produzione stagna, i Lavoratori vengono licenziati, la soglia di povertà generale si abbassa a livelli di passato remoto. Vengono indette elezioni per la primavera del 2013. Grazie alla legge elettorale in vigore (PORCELLUM, parolaccia inventata dal relatore della legge medesima: il senatore Calderoli), il risultato delle urne, complica moltissimo il quadro istituzionale: il C.S. NON perde, ma non vince; il C.D. NON vince, ma non perde; c'è un'affermazione inusitata, ma alquanto prevista del neonato M5S, che diventa, con la sua indole protestataria che raccoglie le ire e frustrazioni di tanti Italiani, così l'ago della bilancia. Ma per indole antropologica, più che "ago" dobbiamo parlare di cancello di separazione fra chi vorrebbe governare perchè ha "vinto" (di poco, ma ha vinto) e delle formazioni politiche avverse al C.D. populista. No, il M5S si chiude a riccio e non ammette cedimenti: o comandano loro oppure resta il caos (della serie: siamo un paese democratico). Grazie ancora ad errori CRIMINALI del C.S. sempre più spaccato, individualista, senza una vera bussola (è stata straziante la figuraccia rimediata in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica, con Candidato R. Prodi: affossata da un branco di delinquenti in giacca e cravatta che abbiamo mandato in Parlamento, di cui, ancora oggi non sappiamo chi siano e quanti sono). Si è costretti a chiedere al Presidente uscente di rinnovare (contro la sua e del M5S che lo ha sempre avversato) il suo mandato per dare un minimo di stabilità alla Nazione. Nasce allora il famigerato "GOVERNO DI NECESSITA'": C.D e C.S.. Nelle intenzioni di alcuni partner come governo per fare alcune riforme essenziali. Ma il C.D. ed il suo leader, avevano ben altri scopi, pressati come erano da Processi che andavano a sentenza per il sig. Berlusconi. Processi che si riferiscono a reati GRAVI commessi non dal Politico Berlusconi, ma dal Cav. Berlusconi imprenditore e titolare di licenze di uso di frequenze televisive e non solo. Non sappiamo con esattezza quali fossero i programmi del Governo di necessità, fatto sta che il C.D. guidato da Berlusconi, ha incominciato a picconare con l'IMU, poi è arrivata la sentenza di condanna per la FRODE FISCALE accertata dopo ben tre gradi di giudizio; è prossima la decadenza e l'interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi; lo stesso dovrebbe essere dichiarato decaduto da Senatore; in più stanno per arrivare altre scadenze di probabili condanne per altri reati. La fragile maggioranza viene definitivamente demolita dalle dimissioni (spontanee?) dei Parlamentari del C.D. seguita da quelle dei ministri al Governo. La situazione è così ingarbugliata che non se ne vede un'uscita decente, con fondati timori di svolte autoritarie. Adesso, dopo che il sig. Berlusconi ha provocato tutto questo sconquasso istituzionale, che cosa dice, stando alle ultime notizie? Che, prima dello scioglimento delle Camere - fortemente auspicato da Berlusconi ma altrettanto avversato dal Presidente della Repubblica, se non dopo il varo di importanti riforme: Elettorale, Legge di stabilità e Riforma del lavoro, si può fare la Legge di stabilità, riformare definitivamente l'IMU e bloccare l'aumento per legge dell'IVA al 22%, che parte bda domani, con un forte aggravio di spesa per le già anemiche risorse disponibili dagi Italiani. Tutte riforme, certamente importanti, ma secondo me solo funzionali aalla Campagna elettorale che il sig. Berlusconi auspica fortemente, al punto da non fermarsi neanche davanti ad un possibile tracollo del Paese, con conseguenze inimmaginabili ed inquantificabili. Ebbene, che cosa si potrà rispondere a tanta arrogante tracotanza di questo Signore che crede di essere l'unico, intoccabile, padrone dell'Italia? Lo vedremo nelle prossime ore, quando finalmente, si spera, qualcuno avrà il coraggio di dire la VERA VERITA', per troppo tempo e per amor di "stabilità" negata, tollerando i diktat sempre più arroganti e pressanti di questo individuo senza molti scrupoli che spaccia le sue VOGLIE, come esigenze della Nazione!


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