Presentato a Molfetta il libro “Donna”, poesie di Nicola Pio Minervini
MOLFETTA – Una piacevole serata all’insegna di parole e musica quella offerta ai cittadini di Molfetta dall’Aneb (Associazione educatori benemeriti) per presentare il libro “Donna”, poesie di Nicola Pio Minervini, marito della dinamica presidente Annetta La Candia, che ha introdotto l’evento.
In un Auditorium S. Domenico stracolmo, il prof. Angelantonio Spagnoletti dell’Università di Bari (nella foto, a destra con Nicola Pio Minervini), ha presentato il libro, accompagnato al pianoforte dai fratelli Minervini: Lillino, Ninnì e lo stesso Nicola Pio, mentre Damiano Fiore ha suonato il corno francese.
«Nicola Pio Minervini non è solo un organizzatore di cultura nell'ambito dell'ANEB di Molfetta – ha detto il prof. Spagnoletti - ma è anche un cantore di un tenero e discreto intimismo che è in grado di aprirsi la strada verso lettori certamente in grado di apprezzare e di condividere le sue esperienze. Quelli che egli ci offre, declinati al femminile, sono appunti, brandelli di vita sublimati dalla nostalgia verso i luoghi (si pensi ai componimenti dedicati al paesino sardo di Bitti o alla villa di Andromeda), dall'affetto verso le persone care che lo circondano (dalla moglie alle figlie e alle diletti nipoti) o verso gli amici di infanzia che lo hanno conosciuto e che, spesso, ora non sono più (Maya, Pietro, Geremia), dalla contemplazione del tempo che trascorre e del quale restano struggenti e vividi ricordi.
La raccolta, significativamente intitolata “Donna”, svela un'intensa sensibilità nei confronti dell'altra metà del cielo alla quale egli si rivolge in quanto portatrice di affetti e di sapienze, consapevole, oserei dire, di una propria intima debolezza che rende pieno di verità, di rispetto e di simpatia (nel senso del greco syn-pathos) il trasporto con il quale egli ad essa si rivolge.
Nicola Pio è il tipico poeta di un paese del sud, cioè è la tipica persona civile, educata, disponibile che si sente in sintonia con il mondo e con tutto un vissuto del quale non rinnega niente, ma che considera una tappa in un processo di formazione che coinvolge la propria persona e tutto il tessuto sociale e umano che lo circonda e che, certamente, non è privo di quel senso civico della cui mancanza ci ha accusato un sociologo americano».
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