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Pioggia a Molfetta, strade allagate, asfalto e tombini saltati: liquami al porto e in mare
01 settembre 2012

MOLFETTA - Strade allagate, asfalto e tombini della fogna nera saltati. Gravi difficoltà per la circolazione stradale. Nuova zona residenziale alle spalle dell’ospedale e sottopasso di via Ruvo e via Terlizzi allagati. Fulmini nelle vicinanze del centro urbano. Anche su Molfetta si è abbattuta la perturbazione che questa mattina ha colpito il foggiano, con poco meno di mezz’ora di pioggia intensa e incessante.
Allagate tutti le zone urbane edificate sulle e nei pressi delle lame. In particolare, la nuova zona residenziale a ridosso di Lama Martina-Cupa dove ancora una volta l’acqua ha inondato box auto e cantinole, oltre alle strade divenute veri e propri letti di piccoli fiumi in piena. Potrebbe essere davvero devastante lo scenario in caso di una precipitazione incessante e violenta, considerate la caratteristiche morfologiche dell’area e il flusso con cui scorreva l’acqua per le strade. È evidente che costruire in quell’area senza rispettare le problematiche idrogeomorfologiche e le distanze dall’alveo della lama, come impongono le leggi e i provvedimenti regionali, è stata una scelta tecnico-amministrativa piuttosto azzardata che potrebbe pesare con il tempo sull’incolumità dei residenti.
Inagibili il sottopasso di via Terlizzi e via Ruvo, collocati rispettivamente sulle lame Scotella e Le Sedelle, entrambe edificate (la prima sfocia al porto di Molfetta, la seconda alla Cala Secca dei pali). Corso Umberto, via Baccarini, via santa Scolastica e tutte le parallele che scendono verso il mare si sono trasformate in dei fiumi in piena. Allagata anche via Berlinguer, nonostante i lavori per la realizzazione della fogna bianca nel 2009-10: anche in questo caso, se la rete fognaria non è stata capace di drenare pochi metri cubi di pioggia, lasciando la strada in balia dell’acqua, la situazione potrebbe davvero peggiorare in caso di violente e copiose precipitazioni. Tra l’altro, il rilevato di via Berlinguer ostacola il normale deflusso delle acque della lama, che a mente tende ad allagarsi.
Peggior sorte per via Ungaretti, dall’altra parte di Lama Martina-Cupa. Allagati i box auto, via Sibilla Aleramo ha assunto i contorni di una rapida, mentre hanno debordato i pozzi neri sulla strada.
Con la precipitazione di questo pomeriggio è anche saltato il nuovo asfalto, in particolare su via Massimo d’Azeglio tra le basole, poste a margine della strada per il deflusso delle acque piovane, e il manto stradale (l'asfalto non è completo, ma avrebbe almeno dovuto reggere). La testimonianza palese di come i lavori di bitumazione del Piano Strade siano stati svolti in molti casi in modo confusionario e arrabattato. Ad esempio, su alcune parallele di Corso Umberto l’assenza dei canali laterali di deflusso, interrati dall’asfalto durante i lavori, ha facilitato l’inondazione violenta delle strade. Una situazione mai accaduta in passato, ma già pronosticata da Quindici.
Infine, sono saltati molti tombini della fogna nera, invece delle condotte dell’acqua pluviale: un vero e proprio mistero. Sarebbe, perciò, opportuno che l’AQP o il Comune di Molfetta verificassero non solo lo stato delle condotte, ma anche le linee della rete idrica di Molfetta: di fronte a questa inaspettata situazione è probabile che i differenti liquidi si siano mescolati e che le condotte abbiamo subito qualche danno interno. I danni maggiori al porto: i liquami hanno inondato la zona per poi riversarsi in mare. Altro disastro ambientale.
Bisognerebbe anche accertare il tipo di impianto realizzato, soprattutto a ridosso del mare. Potrebbe essere una rete mista, con un dimensionamento errato: rispetto ad un sistema separato, il progettista avrebbe dovuto considerare la portata dei reflui addotti alla rete dalle varie utenze e quella presunta della precipitazioni. Ma non si esclude che durante i lavori degli anni passati la fogna bianca sia stata maldestramente collegata alla fogna nera, per risparmiare sui lavori in esecuzione: in questo modo, si spiegherebbe l’esplosione dei tombini al porto, dove sfocia l’edificata Lama Scotella.
 
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Autore: Q
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Allora inutile prendersela con l'attuale sindaco e tutti i precedenti e, forse anche con quelli futuri. Il problema è stata la cultura dello sviluppo insostenibile, avallata dalla politica e da gentaglia senza scrupoli ancora in vista e a capo di partiti e lobby economiche. Come non leggere attentamente quanto postato da.....Jonathan Livingston - Volo Libero|venerdì 31 ago 2012 18:22:24 Oggi i nuovi poteri della tecnica moderna hanno cambiato la natura dell'agire umano, e ciò esige anche un mutamento dell'etica. L'imperativo categorico kantiano affermava “Agisci in modo che anche tu possa volere che la tua massima diventi legge universale”; oggi l'imperativo adeguato dovrebbe essere: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra”. Ciò che si vuole dire è che mentre siamo liberi di mettere a repentaglio e di essere irresponsabili verso la nostra vita, non possiamo esserlo verso la vita dell'umanità, non possiamo in alcun modo rischiare il non-essere delle generazioni future. Un altro precetto della nuova etica dovrebbe essere: "Si deve prestare più ascolto alla profezia di sventura che non a quella di salvezza". Infatti l'uomo non può permettersi di agire per seguire una probabile promessa quando in gioco ci sia anche una probabile minaccia per l'umanità o, comunque, per qualcun altro che non sia sé stesso. Il motivo principale è che, per quanto minima sia la probabilità di incombere nella minaccia, se essa è rivolta all'uomo in generale ed alla sua sopravvivenza nel mondo, avrà quasi sicuramente un carattere irreversibile che non ci si può permettere. ( Il principio della responsabilità – Hans Jones 1903-93 – filosofo tedesco – Il principio della responsabilità concepito come impegno morale e civile nei confronti degli esseri viventi, ma anche delle cose, compreso il nostro pianeta, ha avuto grande risonanza nel dibattito etico, bioetico, ecologico e ambientale degli ultimi anni). - Troppo tardi per tornare indietro!! (Per il PORTO e per tante altre opere, il discorso è diverso essendo più nel presente)
In pochi minuti, sulla nostra Città, è caduta una quantità di pioggia che normalmente, per il nostro territorio, si verifica lungo l'arco di tempo di qualche giorno. Non credo allora che questo debba sollecitare noi (eventuali) catastrofisti a riflessioni negative, pur alla luce di indubbi danni indotti. La cosa invece che dovrebbe preoccuparci ed indurre chi progetta e dirige modifiche non sempre apppropriate per il territorio, è la frequenza in aumento di questi episodi e la parallela rarefazione di episodi di precipitazioni "normali" e protratte nel tempo: cosa che, a detta degli agricoltori è la pioggia più benefica. Stanno verificandosi modificazioni climatiche importanti? Qualcuno (gli esperti) incomincia a pensarlo con dati documentali. Un nubifragio crea problemi anche nelle situazioni più virtuose, figuriamoci nella situazione nostra in particolare e Italiana in generale. Allora la riflessione sugli eventi - estremi - sempre più frequenti e la rarefazione degli eventi normali, dovrebbe essere sufficiente a chi decide, per modificare i modelli, i parametri di valutazione dei rischi. Ma qui, a prescindere, si verificherà quello che sempre accade: Le "Cassandre" che prevedono - non tanto a torto, e i dati lo confermano - che le cose potranno peggiorare e che quindi sarebbe auspicabile maggiore attenzione. Altri che, dando del "catastrofista" ai primi, difendendo a sproposito l'indifendibile, prendendo queste riflessioni come un attacco all'Amministrazione (cosa che NON E', e i fatti lo dicono), faranno ironia sulle prossime amministrazioni specie di diverse per colore politico. Non è così: rendiamoci conto che le cose cambiano e chiunque potrà aver, nell'impeto di fare, trascurato questi segnali. Siamo forse in tempo per ripensare e ripensarci.


PAURA DELLA PIOGGIA - Certo, se mi soffermo a riflettere un po', c'è da preoccuparsi, non tanto e non solo, per la singola copiosa precipitazione meteorica che puntualmente crea disagio; non tanto e non solo, sulla precarietà della nostra civiltà del cemento! La cosa che preoccupa maggiormente, che non ha, per la verità alcun colore politico, poiché il dissesto del territorio, è stato perpetuato in maniera indistinta da tutti gli enti pubblici, indipendentemente dalla forza o dallo schieramento che si trovava a guidarlo in quel momento, è l'aspetto psicologico: questa è la novità! A noi uomini del 2012, del progresso, della rete, ecc., fa paura la pioggia! Io nella mia infanzia, non ricordo di aver avuto mai paura della pioggia, anzi, era un evento atteso e salvifico per la nostra "puglia sitibonda". Si giocava per le strade, si cantava, era una festa, insomma per tutti, "p' r' dfaur", che vedevano ingrassare le loro olive, per "l coccvain", che vedevano crescere i nostri pomodori, le nostre patate, le nostre zucchine, melanzane ... Terra ricca la nostra, terra bella, con il nostro litorale di ponente colorato, di verde e rosso, dei nostri pomodori di "baccie e mere", cosa per la verità che si può oggi solo ammirare nei quadri di d'Ingeo. Abbiamo perso tutto ciò, ed in cambio dal nostro scellerato progresso, abbiamo ricevuto la paura della pioggia. Incredibile! Il vero problema è che, all'inizio di ogni fenomeno atmosferico, abbiamo paura, ci mettiamo in ansia, perché temiamo sempre il peggio, che possa accadere qualcosa di grave. Le cronache locali, sono ricche di resoconti, su Bari, Foggia, ecc. Oggi si muore o si rischia di morire per la pioggia sotto un sottopasso! Ciò è dovuto solo alle nostre responsabilità, le città le abbiamo costruite non tenendo in minima considerazione il fattore naturale, atmosferico; non tenendo conto della madre terra e delle sue leggi naturali. Quale è il rimedio? Prendere coscienza di questo sarebbe già tanto, iniziare a bloccare la cementificazione del territorio e, iniziare a togliere cemento lì dove non serve più, dove non è utile, dove rappresenta solo la speculazione fine a se stessa, e riprendere a piantare alberi, alberi ... i nostri amati alberi, l'olivo, il mandorlo, gli alberi da frutto nostri autoctoni, se matura questa consapevolezza, se iniziamo a fare qualcosa... qualcosa inizierà a mutare per il meglio ... ma solo fra qualche decennio ... altrimenti, rassegniamoci alla precarietà della nostro finto progresso, che può vederci soccombenti anche dinanzi ad un acquazzone improvviso. Non dobbiamo intasare le nostre strade con le autovetture, quando piove, se non vi è necessità vera di uscire, poiché il traffico impazzito può creare seri problemi al malcapitato di turno, che rimane BLOCCATO sotto il sottopasso, mentre arriva un torrente di pioggia. UNA CODA INFERNALE SI E' CREATA SU VIA TERLIZZI, PER IL RIFORNIMENTO DI CARBURANTE A BUON PREZZO. QUALCUNO TENGA PRESENTE CHE QUELL'ARTERIA NON PUÒ E NON DEVE RIMANERE BLOCCATA PER GIORNI, QUELLA E' UNA STRADA PROVINCIALE IN PROSSIMITÀ TRA L'ALTRO DELL'OSPEDALE. VEDERLA BLOCCATA IN GIORNI NORMALI E' GIÀ UN PROBLEMA. OGGI LE AUTO ERANO INCOLONNATE NEL MENTRE VIA TERLIZZI DIVENTAVA UN TORRENTE DI PIOGGIA... PENSO CHE ANCHE LA STUPIDITA' UMANA VADA FRENATA... TROPPO POTERE E TROPPO POCO CONTROLLO SUI MONOPOLISTI DEL CARBURANTE A "BUON MERCATO"...

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