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Pietro Preziosa al Rotary di Molfetta: etichette alimentari campanello d'allarme per la qualità dei prodotti
04 giugno 2015

MOLFETTA – L’incontro organizzato dal Rotary Club di Molfetta presso l’Hotel Garden, “Le etichette dei prodotti alimentari: novità e ragguagli per un’alimentazione corretta e sostenibile”, si è aperto con un fuori programma. Difatti, prima di lasciar spazio all’argomento principale della serata, l’avv. Emilio Poli ci ha tenuto a lasciare la parola a due ragazzi vincitori della 28ª edizione del Premio “Rotary Scuola”. Si tratta di Maria Grazia Montaruli e di Danilo De Robertis, entrambi scelti per partecipare al RYLA (Rotary Youth Leadership Awards), un programma rotariano di formazione alla leadership, rivolto principalmente agli studenti delle scuole superiori e finalizzato a sviluppare le capacità comunicative, la prontezza di soluzione dei problemi e gestione dei conflitti e il valore di cittadinanza locale e globale.

Dopo il racconto delle loro entusiasmanti esperienze in aziende di grossa caratura e relative parole di sincera gratitudine verso il Rotary Club di Molfetta che ha offerto loro questa grossa opportunità di crescita personale e professionale, la parola è passata al dott. Piero Preziosa. (nella foto a sinistra accanto al presidente Poli e all’incoming Enzo Galantino). Agronomo, assaggiatore di olio e sommelier per passione Preziosa ha parlato ai presenti dell’importanza delle etichette sugli alimenti, grande passo in avanti per la tutela dei consumatori. Difatti l’etichetta può essere definita come “la carta d'identità” del prodotto, importante da leggere e saper leggere perché rappresenta un alleato per la nostra salute ma anche per imbandire una tavola gustosa e che sia al tempo stesso sana e ricca di prodotti ecosostenibili.
Un obiettivo assolutamente ambizioso e raggiungibile soltanto invertendo la rotta riguardo la scelta dei prodotti alimentari. Sarebbe infatti ottimale seguire la tanto benefica dieta mediterranea, consumando prevalentemente frutta e verdura rigorosamente di stagione. Così facendo ne trarrebbe giovamento anche l’ambiente attraverso una riduzione nell’atmosfera di anidride carbonica, una diminuzione dello spreco spasmodico di acqua e dello sfruttamento di ampi appezzamenti di terreno. Dunque consumare alimenti tenendo conto della stagionalità degli stessi orienterebbe la Terra ad una crescita sana e senza “input maggiori” – come ha ricordato il dott. Preziosa – e nel contempo aiuterebbe a valorizzarne gli elementi nutritivi. Ma di fatto questo modello non ha ancora attecchito del tutto in Italia, dove solo il 15% della popolazione consuma regolarmente le consigliate cinque porzioni di frutta e verdura giornaliere. Infatti secondo i food trends oggi più che mai si punta all’acquisto di cibi pronti e/o preconfezionati anche se non si rinuncia, ad onor del vero, a degustare prodotti biologici e al piacere di assaporare alimenti oltreoceano come la frutta esotica.
Ma prima di far lambire le nostre papille gustative da prodotti di importazione sarebbe opportuno valorizzare la produzione autoctona. Ad esempio grande vanto del Made in Italy sono il vino e la frutta, la cui quantità supera addirittura il fabbisogno dell’intero Paese. Anche sul versante oleario siamo uno dei maggiori produttori e in Italia la Puglia è al primo posto. Ma la provenienza non è sufficiente da sola a garantire la qualità delle derrate alimentari. Per tale ragione, infatti, è bene leggere in maniera dettagliata l’etichetta che fornisce informazioni anche sul nome e ubicazione dell'azienda, sulla data di confezionamento e di scadenza del prodotto, sul prezzo, sulla quantità espressa in peso o in volume, sugli ingredienti e sulla sua composizione. Inoltre l’etichettatura può riportare ulteriori indicazioni come la data di produzione, il marchio di qualità (DOP, IGP, STG) oppure informazioni che il produttore decide d'inserire e che possono riguardare caratteristiche di pregio del prodotto.
In buona sostanza le indicazioni obbligatorie riguardano la denominazione di vendita, l’elenco degli ingredienti, la quantità netta, il termine minimo di conservazione, le indicazioni del produttore, il lotto di produzione, la modalità di conservazione e laddove necessario anche le istruzioni per l'uso. Ancora facoltativa, almeno sino al 2016 quando entrerà in vigore l’aggiornamento della legge 1169 del 2011, l'etichettatura nutrizionale che riporta un valore energetico dei seguenti di principi nutritivi come proteine, grassi, carboidrati, fibre, sodio, vitamine e minerali. Essa diventa obbligatoria, al momento, solo quando il messaggio pubblicitario afferma che l'alimento possiede caratteristiche nutrizionali particolari.

Insomma una volta compresa l'importanza dell'etichetta occorre poi applicare il buon senso nella scelta sia da un punto di vista nutrizionale che ecologico. Sarebbe buona regola, a parità di qualità e prezzo, scegliere alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile, alimenti d'agricoltura biologica e magari a chilometro zero. Le sane abitudini e l'efficacia di un buon piano nutrizionale personalizzato partono dal carrello della spesa.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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