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Pasqua 2023 dal male al bene Gli auguri di don Vincenzo Di Palo, parroco della chiesa di S. Pio X di Molfetta
Opera attribuita all’artista Banksy · Foto di Ed Ram
09 aprile 2023

 L’evento della Pasqua, centro della vita del cristiano, culmine della vita di Gesù Cristo sulla terra, è il passaggio dalla morte alla vita. Essa si esprime nello specifico con le categorie di sofferenza - consolazione, tristezza - gioia, malattia - salute, dolore – serenità.

Questo per dichiarare che Gesù Cristo ha vissuto tutta la sofferenza umana possibile, ha provato il dolore più grande e atroce, prima e più di ogni altra persona a questo mondo. Ma al contempo, ha sperimentato la gioia della risurrezione come luce che vince le tenebre e alba che non ha più tramonto.

Anche la vicenda terrena di Gesù, che ha avuto l’epilogo nella morte in croce prima, e nella risurrezione poi, è stata preceduta da tanti accadimenti che gli hanno fatto provare prima della Pasqua, vita e morte insieme. Si consideri l’ostilità della classe religiosa del tempo perpetrata nei suoi confronti, a cui è seguita sempre la vittoria della sua parola di verità o anche l’esperienza della solitudine e dell’abbandono dei suoi discepoli, a cui è seguito il perdono e la pace.

La Pasqua, lo si ricordi dunque, è passaggio, continuo e costante, da vicende che fanno capo alla parola male ad altre che si racchiudono nella parola bene. Essendo passaggio, la Pasqua non può essere nella vita della persona che abita questo mondo un fatto chiuso a cui mettere la parola fine. Solo per Gesù Cristo è stato così: è morto ed è risorto una sola volta per sempre.

A noi esseri umani tocca fare i conti ogni giorno con questa alternanza di male e di bene. È un passaggio faticoso, a volte avvilente, che può portare alla rassegnazione o alla disperazione. E questo perché la vita ci presenta eventi di morte dai quali è molto difficile uscire. I segni del male sono così tanti che un cristiano può mettere in dubbio finanche l’evento della risurrezione di Gesù Cristo.

Le ultime vicende lo attestano abbondantemente: la guerra in Ucraina ancora in atto, il terremoto in Siria e Turchia, la collisione dei due treni a Larissa in Grecia, il naufragio a Cutro.

A queste seguono vicende più particolari dei singoli individui, due tra tutte: la violenza sulle donne, sconcertante e attuale, e la violenza degli adolescenti mai vista così finora, straordinariamente efferata, che lascia tutti impotenti, con domande senza risposta.

Annunciamo la tua morte o Signore, proclamiamo la tua risurrezione… Ha senso pronunciare queste parole oggi? Dobbiamo anche cantarle? Dobbiamo proclamare la vittoria sul male e sulla morte avendo come sfondo le tante macerie di cose e di persone? Sì, ha senso, perché Dio ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili. Dio ha risuscitato il suo Figlio Gesù da morte sconfiggendo il male. Egli non abbandona mai i suoi figli e di fronte al male interviene perché Lui è sempre dalla parte dei piccoli, li innalza infatti e rovescia i grandi. E nella vita questo accade. Sì, accade ancora oggi che Davide vinca su Golia, che un bambino judoka rovesci a terra un adulto. E accade che, sempre e comunque, nei tempi e nei modi di Dio, la forza del bene annienti quella del male.

La Pasqua è l’unico grande miracolo della storia e la sua forza è il passaggio, che un giorno sarà definitivo, dal male al bene. Bisogna crederci. Del resto, qual è l’alternativa? Auguri.

Vincenzo Di Palo
parroco della chiesa di San Pio X di Molfetta

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