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Parola d'ordine: unità del centro sinistra per battere Azzollini Conferenza stampa di Tommaso Minervini, alla presenza di Alberto Tedesco, Mimmo Magistro, Onofrio Introna, Franco Visaggio
07 giugno 2006

MOLFETTA - A tre giorni dal ballottaggio Tommaso Minervini ha parlato, o meglio scritto, le sue considerazioni, già pubblicate su Quindici on line, esposte poi durante la conferenza stampa di stasera. Luogo ed occasione per chiarire le motivazioni di una scelta, quella di votare e far votare Lillino di Gioia il prossimo 11 e 12 giugno, che deve avere una tale importanza, anche per questioni che vanno oltre l'individuazione del sindaco di Molfetta, da richiamare alla sala stampa di Palazzo Giovine i responsabili regionali delle formazioni politiche interessate: Alberto Tedesco, assessore e segretario regionale de I socialisti; Mimmo Magistro, segretario regionale dello Psdi e Onofrio Introna, assessore e segretario regionale della Rosa nel pugno o Sdi che dir si voglia; al tavolo anche Franco Visaggio, consigliere regionale della Rosa nel pugno. Il sunto dell'incontro è presto detto, Tommaso Minervini rivendica a sé e, naturalmente alle liste che lo hanno sostenuto al primo turno, ringraziate per il buon risultato conseguito, il merito di aver stoppato la possibile vittoria immediata di Antonio Azzollini e contemporaneamente riaperto un processo di ricomposizione dell'area socialista prima e dell'intero centro sinistra ora. Un processo iniziato tempo fa, l'ex sindaco ne ha ricostruito momento per momento tutti i passaggi, con le dimissioni dello scorso inverno, l'allontanamento dalla maggioranza, la decisione di candidarsi in autonomia, consapevole con questo di correre un rischio, fino al responso delle urne, a quei 300 voti, a quei dannati decimali, che lo hanno condannato ad essere terzo e che devono bruciare ancora tanto. Piccolo gap che ha impedito a lui e a quanti lo seguono, di ottenere la quadratura del cerchio, cioè, continuare a governare la città, ma senza la tutela, che deve essere stata assai ingombrante di Azzollini, e farlo come centro sinistra, spostando con un colpo d'anca via dalla scena quello che per anni in Consiglio Comunale e fuori gli ha fatto opposizione, quello che con fatica si è costruito e ha costruito un progetto di governo prima e dopo le primarie. Qualche decimale e 300 voti hanno deviato, ma non bloccato il processo avviato; digerita l'amarezza, “è ora di andare avanti”, ha affermato Minervini. Andare avanti per impedire ad Azzollini e al centro destra di vincere, lo hanno ribadito tutti gli intervenuti, avanti per portare a termine il lavoro che Minervini rivendica di aver fatto in cinque anni da sindaco e che ha avuto i suoi cardini nella “risoluzione dei problemi della città e nel rafforzamento dei processi di partecipazione”, avanti per realizzare la convergenza di tutte le forze democratiche di questa città. Così che Tommaso Minervini ha terminato con l'invito “ ai miei elettori e alle mie liste a votare Lillino di Gioia che, in questo momento, è un passo davanti, la personificazione di questo processo, e con questa azione, che mi auguro vincente, riprendere l'unificazione delle forze democratiche della città”. Il resto lo hanno aggiunto con dovizia di sfumature i segretari, assessori e consiglieri regionali che hanno partecipato alla conferenza stampa. Franco Visaggio (nella foto) , affermando che “è vero che la coalizione di Tommaso Minervini non va al ballottaggio, ma si tratta pur sempre di una vittoria, quella dell'unità del centro sinistra”. E quale messaggio volesse fra arrivare, lo ha chiarito ancor meglio subito dopo: “Con il centro destra si trattava di una convivenza temporanea, dovuta ad incomprensioni che c'erano a monte nel centro sinistra, alla presenza di riserve mentali, alla distinzioni fra brutti e belli, buoni e cattivi; ora queste distinzioni debbono cadere, dobbiamo fare campagna elettorale assieme”. Un autocongratularsi per l'unità del centro sinistra e per quella delle varie anime del socialismo tornato anche nel discorso di Alberto Tedesco (nella foto assieme al preside De Gennaro) , particolarmente soddisfatto per la rappresentatività raggiunta a Molfetta dalle forze socialiste, pronto anche a puntualizzare che questo non vuol dire annullare le differenze e che si tratta solo di dare inizio ad un percorso comune; ribadito anche da Mimmo Magistro e da Onofrio Introna. Il primo lieto di aver “spacchettato le alleanze, sciolto alcune situazioni che si erano irrigidite” ed il secondo pronto a sottolineare che “con questa prova di responsabilità si è voluto ricollocare una parte politica nell'alveo dei democratici e consentito ai socialisti di vivere un'occasione di dialogo ed unità”. Peccato che di socialisti nella sala non se ne vedessero poi molti, mentre di ex qualcosa sì. Detto quel che c'era da dire gli importanti invitati si sono alzati e andati via, così che sono riamaste inespresse le molte domande su quel che accadrà, sui rapporti con Lillino di Gioia e la sua coalizione Tommaso Minervini ha parlato solo di una telefonata con Di Gioia, nessun cenno ad accordi o promesse, “assumiamo liberamente una decisione di convergenza unitaria”, ha affermato. “Liberamente”, ma ci sarebbe piaciuto poter sapere a quali condizioni, con quali garanzie per il futuro, almeno poterlo domandare. Non ci è stato concesso. Rimangono molti dubbi, sulla memoria selettiva dei politici, che ricordano, pure stravolgendo, solo quello che vogliono, sul quanto e come arriverà agli elettori di questa decisione così tardiva, sul ritornare allegramente a stracciarsi le vesti per il cuore che batte a sinistra di molti, che per un po' l'avevano dimenticato. Un'ultima notazione di cronaca e l'affidiamo a questa fotografia , scattata a Piazza Municipio, a testimoniare l'incontro, a conferenza stampa conclusa, fra Lillino di Gioia, candidato sindaco di tutto il centro sinistra, qualunque cosa stia a significare oggi 7 giugno, e Tommaso Minervini che lo riconosce come tale.
Autore: Lella Salvemini
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