Omicidio Bufi, trovate tracce “biologiche” nell’auto di Bindi
MOLFETTA – 15.11.2001
Si fa più difficile la posizione di Domenico Marino Bindi, il 54enne ex insegnante di educazione fisica, accusato dell’omicidio della 23enne Annamaria Bufi, sua amante. All’interno della vettura Renault 21 Nevada appartenuta al Bindi e sequestrata in Germania, sono state trovate tracce “biologiche”. I carabinieri del Racis di Roma lo hanno rilevato grazie al “luminol” una sostanza chimica che permette di accertare la presenza di tracce organiche anche a distanza di anni. Ma occorrerà un mese prima di avere il risultato definitivo di questa perizia: si dovrà accertare se si tratta di tracce ematiche e quindi di sangue e soprattutto se queste corrispondono al Dna della ragazza. Le tracce biologiche sono state trovare in diverse parti della vettura, soprattutto sul sedile posteriore e nel cofano, dove presumibilmente viene nascosto un cadavere da trasportare altrove.
Oggi i giudici del Tribunale di Trani hanno sentito anche alcuni testimoni: l’ex moglie del Bindi che si è avvalsa della facoltà di non rispondere; un ex socio della palestra del Bindi, che ha riferito di non ricordare cosa fece la sera del delitto (il 3 febbraio del ’92), contrariamente a quanto aveva dichiarato in precedenza e cioè che Bindi era rimasto con lui in palestra. Infine un altro ex socio in affari del presunto omicida che ha confermato che quest’ultimo si sarebbe confidato con lui in un bar di Trani, sostenendo di essere stato lui ad uccidere Annamaria. Insomma, la posizione di Bindi diventa più critica: se le prove sulla Renault confermeranno che il sangue corrisponde a quello di Annamaria, per lui non ci sarà più nulla da fare.