Nuova sanità, vecchia sanità
Come cambia l'ospedale di Molfetta
Parlando di nuova sanità pugliese viene spontaneo chiedersi se essa è davvero iniziata ed esattamente quando, perché non ce ne siamo ancora accorti, qual è il primo atto ufficiale che ne sancisce concretamente l'avvio. Forse, per quel che ci riguarda, esso è dato dalla Delibera Regionale n°1611 del 22/11/2005 che, oltre ad aver istituito la nuova ASL provinciale BAT 1, ha modificato gli ambiti territoriali delle Unità sanitarie locali e definito le strutture ospedaliere e distrettuali della AUSL BA/2, rimandando a revisione, anche a stralcio del piano di riordino ospedaliero, la rimodulazione e l'articolazione strutturale interna dei Presidi.
Attualmente essi sono tre, costituiti dai plessi ospedalieri di: 1) Molfetta; 2) Corato-Ruvo; 3) Terlizzi-Bitonto. Tutti, però, sappiamo che non bastano certo i cambi di poltrone o i nuovi assetti territoriali, sia pure ispirati a principi assai diversi da quelli che animarono ed alimentarono il piano di riordino ospedaliero del 2002, a disegnare e configurare i contorni della sanità nuova, quella che, per dirla in breve, si allontana dai numeri e si avvicina un po' di più alla gente. Nonostante l'importante rivalutazione ottenuta con il riconoscimento di Presidio Autonomo, il nosocomio di Molfetta, ad esempio, penalizzato dal già citato piano dell'ex governatore Fitto che lo relegò a “stabilimento” secondario dell'ospedale principale di Bisceglie, sta ancora pagando le conseguenze di quella retrocessione da cui ebbe origine un processo di deterioramento strutturale e funzionale, assai difficile da contenere e, forse, ancora in atto.
Del resto c'è da dire che questo è stato un po' il destino di quasi tutti quegli ospedali che, in nome del tanto declamato contenimento della spesa sanitaria, sono stati declassati o ridotti ai minimi termini: il mantenimento teorico di una loro funzione residuale, con il tempo è diventato praticamente inattuabile, fortemente antieconomico, sostanzialmente immotivato.
Le conseguenze sono state molteplici ed i risultati di una gestione rivelatasi difficile su tutti i fronti perché povera, precaria e paradossale richiederanno lunghi tempi di riparazione e ricostruzione. E' quanto afferma il nuovo direttore sanitario dott. Carlo Volpe.
Ricordiamo che la dirigenza sanitaria garantisce la corretta organizzazione ed esecuzione dei programmi assistenziali e li integra con le varie strutture di degenza ed ambulatoriali (ratifica dei turni di servizio, di guardia e pronta disponibilità, concertazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, trasmissione dati dell'attività ospedaliera); sorveglia sull'applicazione delle norme riguardanti la sicurezza e l'igiene dell'ambiente di lavoro; garantisce l'ottimizzazione della allocazione delle risorse umane e strumentali, nonché dei presidi farmacologici.
Autore: Beatrice De Gennaro