Nuova alleanza della Sinistra riformista per le elezioni provinciali
Un comunicato del presidente Tommaso Minervini su questa nuova formazione politica
BARI - Il direttivo socialista della Provincia di Bari, su proposta del presidente Tommaso Minervini (foto), ha approvato all'unanimità, con sole tre astensioni, l'ordine del giorno che dà il via alla nuova alleanza della Sinistra riformista, costituita da Partito Socialista, Sinistra Democratica, Movimento per la Sinistra, Unire la Sinistra e Verdi, per le elezioni Provinciali, oltre che quale nuova proposta politica per l'unità di una sinistra moderna di Libertà.
«Tale storica decisione – dice in un comunicato lo stesso Minervini - è l'atto di nascita di un nuovo processo politico, difficile ma esaltante: rilanciare la cultura della Sinistra: ridando un punto di riferimento politico-culturale e programmatico, oltre che di speranza ai tanti cittadini, giovani soprattutto, che non si rassegnano al liberticidio delle destre e richiedono una nuova elaborazione politica culturale all'altezza dei problemi moderni e di un futuro di progresso dell'Uomo e dei Popoli. Partendo dai grandi valori della storia della Sinistra Italiana ed Europea: la libertà, i diritti, il lavoro, l'Ambiente, declinandoli al futuro, superando gli egoismi di apparato ed indicando una strada di unità al grande processo di emancipazione e di liberazione dell'Uomo e dei popoli. Una grande cammino che la Sinistra progressista e democratica di oggi, ha il dovere di riprendere, emancipandosi, unendosi, rispondendo concretamente ai “nuovi bisogni ed alle nuove povertà”, ma soprattutto all'esigenza di speranze nel futuro.
La “vigilia lunga” dei socialisti, lanciata proprio a Molfetta da me, nell'aprile 2008 ha approdato a questo primo importante risultato che viene da me stesso ritenuto una fase importante, che ha come approdo finale, la costruzione di un grande sinistra democratica e di Libertà (secondo gli insegnamenti salveminiani) che faccia ponte e sintesi di governo verso il Partito Democratico, per un grande speranza collettiva di cambiamento, non solo politico, ma culturale e soprattutto etico».