Nen ze poete daisc boen de la daie… ci nen fasc notte, spettacolo dell'A.C. di san Bernardino
Lo scenario della quotidianità: una modesta dimora anni ’50, con tavolo, sedie, cucina e suppellettili dell’epoca. Semplicità e innocenza della vita di un tempo, il leit motiv dello spettacolo in vernacolo molfettese «Nen ze poete daisc boen de la daie… ci nen fasc notte», realizzato da animatori, responsabili e ragazzi dell’Azione cattolica della parrocchia san Bernardino al Teatro don Bosco. Due gli atti unici: «Natale con i tuoi» e «Colin e Meriette». Obiettivo del primo atto (con la regia di Niki Petruzzella e Leonardo Squeo) la riscoperta del vero senso del Natale, spesso dimenticato per lasciar spazio a interessi materiali che inducono a futili litigi familiari. Angelina (Paola la Forgia) e Filomena (Valentina Paparella) si contendono l’eredita del padre, nonno Giuseppe (Niki Petruzzella), rovinando ogni occasione di convivialità familiare, soprattutto il Natale. Entrambe, con i rispettivi mariti (Gianmario De Gennaro e Davide La Forgia), sono però all’oscuro dell’amara realtà: dopo la morte della moglie, nonno Giuseppe ha sperperato tutto il patrimonio dietro le gonnelle di alcune signore, poi tutte morte (tranne una, fuggita in America Latina). «Colin e Mariett», scritto da Marta Cicolella,(con la regia di Michelangelo Capurso e Cecilia Vista), è la storia di gente semplice, dedita al lavoro e alla famiglia in cui educazione e rispetto reciproco sono elementi da cui non si può prescindere. Colin (Michelangelo Capurso), mattatore della serata, è un umile contadino che ogni giorno con passione si dirige nei campi per svolgere il suo lavoro e per assicurare il mangiare per tutta la famiglia, mentre Meriett (Loredana Angione) è la moglie fedele che con passione si dedica alla famiglia e alle faccende domestiche. Ma anche in questo scenario, apparentemente tranquillo, s’intrecciano coincidenze, incomprensioni e gag, fino allo svelarsi della verità. Come accaduto con il recente musical «Cera una volta un pezzo di legno» o ancora «Il sogno di Giuseppe », la parrocchia san Bernardino ha attivato un vero e proprio laboratorio teatrale in cui crescita persona, motivazione e divertimento, sono stati gli elementi che hanno connotato il lavoro svolto. Le finalità uniche finalità dello spettacolo son state di natura strettamente educative e formative, per offrire un luogo, uno spazio, un contesto in cui valorizzare la persona e la collaborazione con gli altri.