Recupero Password
“Nasci e cresci … virtual”. Primo incontro di educazione digitale per i genitori dell’IC “Manzoni-Poli” di Molfetta
01 dicembre 2017

MOLFETTA - Diversi anni fa lo scrittore americano David Foster Wallace riprese una storiella, già usata da Marshall McLuhan, di due giovani pesci che nuotano sereni e spensierati. A un certo punto incontrano un pesce più anziano proveniente dalla direzione opposta. Questo fa un cenno di saluto e dice: «Salve ragazzi! Com’è l’acqua oggi?». I due giovani pesci proseguono per un po’ finché, arrestandosi di colpo, uno guarda l’altro e stupito si domanda: «Acqua? Che cos’è l’acqua?».

Molti aspetti del vivere quotidiano, proprio perché presenti da sempre sullo sfondo dell’esistenza, ci sono sconosciuti, diventano pressoché invisibili. Eppure, il contesto che fa da sfondo a ogni esperienza umana agisce silenziosamente sul determinarsi di quell’esperienza. Il punto è che non ne siamo pienamente consapevoli. L’acqua è tanta e ci siamo dentro da un bel po’ di tempo. Anche Einstein ebbe a dire un giorno: «Che ne sa un pesce dell’acqua in cui nuota per tutta la vita?». Se l’acqua, in fondo, è il medium in cui nuotano i due giovani pesci, cosa ne sappiamo noi dei media in cui conduciamo le nostre esistenze? La domanda è retorica e nasconde una premessa. La sfera dei media che ci circonda è per molti versi impercettibile, perché scontata; così come impercettibile e scontata è l’acqua per i due giovani pesci. Se vogliamo conoscere qualcosa di più di questa impercettibile presenza, è necessario iniziare a sviluppare una coscienza nuova nel modo di pensare i media attorno a noi. Non si tratta di imparare a conoscerli o usarli tecnicamente, bensì a convivere con essi e ad abitare al loro interno. Piuttosto che considerare i digital device dei semplici strumenti, è necessario pensarli per quello che realmente sono, degli ambienti: gli ambienti all’interno dei quali conduciamo le nostre esistenze; gli ambienti in cui si formano le nostre esperienze.

La mutazione antropologica che sta avvenendo e di cui non sempre siamo consapevoli accade, infatti, all’interno dell’ambiente dei media. L’esperienza della quotidianità ha luogo in essi. Che lo si voglia o no, che ne siamo consapevoli o meno, agiamo e viviamo all’interno dei media; essi costituiscono il nostro nuovo ambiente o ecosistema umano.

Assunta questa consapevolezza, l’educazione digitale non può più essere intesa come istruzione all’uso tecnico di piattaforme e dispositivi, magari demandata alla “naturale” flessibilità dei nativi nell’apprendere velocemente il funzionamento e l’operatività dei nuovi media o all’impegno didattico della scuola. L’educazione digitale è l’impegno degli adulti, docenti e genitori, a promuovere la personalità e la socialità delle giovani generazioni in una dimensione che è sempre più anche virtuale e social.

Questa riflessione è stata al centro dell’incontro con i genitori dal titolo “Nasci e cresci … virtual”, tenutosi lo scorso 23 novembre presso l’Auditorium della Scuola Media Poli, in cui il Dirigente Scolastico, prof. Gaetano Ragno ha illustrato

la filosofia del Piano di prevenzione e di contrasto al cyberbullismo dell’IC Manzoni Poli di Molfetta nell’ottica della corresponsabilità educativa di genitori e docenti. L’interrogazione, infatti, a cui sono chiamati gli adulti con responsabilità formative, date la rapidità e la pervasività della mutazione culturale in atto, su scala planetaria, investe le questioni fondamentali del processo identitario e sociale e rappresenta una sfida per l’educazione e la sua capacità di essere sempre e ancora faro e guida nella crescita delle giovani generazioni. I fenomeni di dipendenze e devianze nell’uso dei social media e non solo, infatti, proliferano lì dove più fragile e solitaria è l’esistenza dei giovani.

E’, quindi, possibile educare anche alla dimensione digitale senza innanzitutto educare? Cioè restituire un significato autentico alla capacità, in quanto adulti, di testimoniare valori, attraverso i propri comportamenti? Di saper dosare, certamente in base all’età, la capacità di controllare, condividere, aver fiducia, regolare, negoziare?

Alla luce di queste considerazioni, l’intervento della dott.ssa Nunzia Tursi che ha illustrato ai genitori presenti diverse tipologie di applicativi, per sistemi IOs e Android, direttamente gestiti dai dispositivi dei genitori, per esercitare controllo e protezione dell’area di navigazione dei propri figli, devono essere considerate come strumenti al servizio del dialogo educativo e commisurati alla conoscenza che un genitore ha del proprio figlio.

E’ possibile reperire queste informazioni sull’area dedicata “Stop Cyberbulling” presente sul sito istituzionale dell’IC Manzoni Poli. Il percorso di informazione e formazione dei genitori della comunità scolastica dell’Istituto continua con i prossimi appuntamenti previsti per il

- 4 dicembre con la dott.ssa Rosy Paparella, già Garante dei diritti dei minori, e la dott.ssa N. Salvemini, educatrice presso il Ministero di Giustizia;

-15 dicembre con il dott. Carnimeo della Polizia Postale di Bari;

- Gennaio 2018 (data da definirsi) con l’Avv. La Scala dell’Associazione Penelope.

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Il sospetto è che la sempre più massiccia diffusione dei mezzi di comunicazione, potenziati dalle nuove tecnologie, aboliscano progressivamente il bisogno di comunicare, perché nonostante l’enorme quantità di voci diffuse dai media, o forse proprio per questo, la nostra società parla nel suo insieme solo con se stessa. Infatti alla base di chi parla e di chi scolta non c’è, come un tempo, una diversa esperienza del mondo, perché sempre più identico è il mondo a tutti fornito dai media, così come sempre più identiche sono le parole messe a disposizione per descriverlo. Il risultato è una sorta di comunicazione tautologica, dove chi ascolta finisce di ascoltare le identiche cose che egli stesso potrebbe tranquillamente dire, e chi parla dice le stesse cose che potrebbe ascoltare da chiunque. In questo senso è possibile che la diffusione dei mezzi di comunicazione, che la tecnologia ha reso esponenziale, tende ad abolire la necessità della comunicazione. Non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi possibilità presenti e future dei mezzi di comunicazione, ma di capire come l’uomo profondamente si trasforma per effetto di questo potenziamento. Allo scopo è necessario far piazza pulita di tutti quei luoghi comuni, per non dire arretrate, che fanno da tacita guida a quasi tutte le riflessioni sui media, e in particolare a quella persuasione secondo la quale l’uomo può usare le tecniche comunicative come qualcosa di neutrale rispetto alla sua natura, senza neppure il sospetto che la natura umana possa modificarsi proprio in base alle modalità con cui si declina tecnicamente nella comunicazione. L’uomo, infatti non è qualcosa che prescinde dal modo con cui manipola il mondo, e trascurare questa relazione significa non rendersi conto che a trasformarsi non saranno solo i mezzi di comunicazione, ma, l’uomo stesso. - I risultati già si vedono in giro e in largo, in questo nostro mondo manipolato da sempre più “profeti” comunicativi solo per maggiori profitti egoistici, senza regole condivise.
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet