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Molfetta protagonista nei 50 anni della Regione Puglia Ricordo a cura dello Sporting Club e dell’associazione consiglieri regionali
Felice de Sanctis, Luigi Ferlicchia, Annalisa Altomare
08 marzo 2020

MOLFETTA – Nel maggio 1970, con la Legge n. 281 del 16/05/1970, vennero istituite le Regioni a Statuto ordinario (tra il 1946 e il 1963 erano già state istituite quelle a Statuto speciale, ossia Sicilia, Trentino-Alto Adige, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia).

La Regione Puglia, dunque, nel 2020 compie i suoi primi cinquant’anni.

In questi decenni la nostra città ha potuto vantare stretti legami con l’istituzione regionale, grazie alla presenza di sette molfettesi di diverso credo politico che, in diversi tempi e differenti ruoli, hanno lasciato la loro impronta nella massima assise regionale.

Per celebrare queste sette personalità, lo Sporting Club di Molfetta ha promosso un incontro dall’emblematico titolo “Molfetta nei 50 anni della Regione Puglia”, dedicando la manifestazione a Beniamino Finocchiaro, primo presidente del Consiglio regionale Pugliese, Lillino Di Gioia e Guglielmo Minervini, avvicendatisi nella veste di assessori, e Sandro Fiore, Domenico Bellifemine, Francesco Visaggio Antonio Camporeale, che hanno rivestito il ruolo di consiglieri regionali.

A introdurre la serata il giornalista Felice de Sanctis, direttore di “Quindici”, che ha ripercorso la nascita e l’evoluzione delle Regioni, focalizzando l’attenzione sullo stato attuale della Puglia nonché sui sette, autentici, protagonisti della serata.

La Costituzione del ’48 ha voluto mitigare il potere accentratore dello Stato dando vita alle Regioni. Si dovrà, però, attendere il 1970 perché questa volontà si concretizzasse. Le competenze conferite all’istituto delle Regioni riguardano la gestione della sanità, del turismo, dell’istruzione professionale, la caccia, la pesca e l’agricoltura. Con la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, gli ambiti legislativi di competenza sono stati ampliati anche se le normative regionali non possono essere in contrasto con l’ordinamento nazionale.

Questione che, però, anima ancora il dibattito politico. Numerosi, comunque, sono stati i provvedimenti che hanno interessato l’istituto regionale, tra i più importanti, sicuramente, dobbiamo considerare l’elezione diretta del presidente, il quale sceglie gli assessori che lo affiancheranno nel quinquennio di governo.

Felice de Sanctis ha ricordato come le scelte dei nostri concittadini chiamati a operare dagli scranni regionali, scelte spesso lungimiranti, stiano ancora dando buoni frutti, come dimostrato dai recenti dati Istat. Il Pil Puglia, ad esempio, nel 2018 è cresciuto più del dato italiano (un incremento 1,4% per la Puglia contro 0,8% nazionale). La Regione Puglia ha, inoltre, generato investimenti per 4,4 miliardi di euro ed è all’avanguardia nello sviluppo di processi innovativi.

Il direttore di “Quindici” ha stigmatizzato il cosiddetto regionalismo differenziato, definito un «flagello per il Sud e per l’intero Paese» poiché metterebbe in pericolo l’unità del Paese e capacità redistributiva dello Stato.

«Chi sceglie l’impegno politico sceglie di appartenere al popolo – ha affermato Annalisa Altomare, presidente Sporting Club – appartiene al popolo che lo elegge. E lo elegge per essere “electus”, nel significato latino del termine, superiore, per tentare di essere migliore e per poter offrire un servizio migliore al popolo che lo esprime. Noi possiamo dire che Molfetta ha espresso nella storia uomini “eletti”, tutti.

Alla serata è intervenuto il presidente dell’associazione dei consiglieri regionali, Luigi Ferlicchia, il quale ha annunciato che nei prossimi mesi è in programma una cerimonia promossa dal presidente del Consiglio regionale Loizzo per celebrare l’importante anniversario.

Ha esordito ricordando la figura di Beniamino Finocchiaro, definito «un parlamentare “prestato” alla Regione», che divenne il primo presidente della nuova istituzione e che, come ha affermato Ferlicchia, «ha dato un “imprimatur” ancora presente nello Statuto regionale». L’intento era quello di fare della nuova istituzione «uno strumento di autonomia rispetto allo Stato accentratore, uno strumento legislativo che doveva rendere i cittadini protagonisti di una fase nuova». In altre parole, doveva fare in modo che il cittadino fosse inserito nella vita dello Stato. «Lo Stato democratico, con le Regioni, si è modificato – ha proseguito Ferlicchia – da quel momento l’Italia è cresciuta».

Poi ha messo in evidenza la serietà, l’impegno, la partecipazione i contributi dati da tutti i rappresentanti della nostra città.

Ha tenuto a sottolineare come, nel 1990, nello Statuto venne inserita una clausola che inseriva i bilanci dei gruppi nel Bilancio regionale. Questo ha consentito di evitare le incresciose situazioni e gli abusi che si sono verificati in altre aree del nostro Paese.

Una svolta si ebbe nel 1995 quando, sull’onda di Mani Pulite e del cosiddetto passaggio tra Prima e Seconda Repubblica, si modificò la legge elettorale per i Consigli regionali, introducendo l’elezione diretta del presidente della Regione (ruolo nel quale si sono avvicendati Di Stato, Fitto, Vendola, Emiliano). Come ha ricordato Ferlicchia, da quel momento gli assessori vengono nominati dal Governatore.

Una nota merita la questione dei consiglieri. Inizialmente venne aumentato il loro numero: da 50 divennero 57. In seguito, il presidente Vendola, su richiesta degli stessi consiglieri regionali, riportò il numero degli eletti a 50; a costoro si aggiungono il presidente stesso e due consiglieri da lui indicati.

Il sindaco Tommaso Minervini ha apprezzato l’iniziativa, ritenendo doveroso ospitare la manifestazione (che si è tenuta nella sala consiliare “Gianni Carnicella”) poiché, come ha affermato, in un momento in cui è sempre crescente il distacco dalle Istituzioni è importante realizzare azioni che rimarchino il loro ruolo nel tempo presente. Il primo cittadino ha sottolineato come il tempo sia una variabile importante nella storia e nell’analisi dei fatti della politica e delle istituzioni e ha affermato che «50 anni è una distanza temporale sufficiente ad entrare nella storia. Si viveva una magica fase riformatrice: si veniva dal ’68, negli anni ’70 c’erano le lotte dure degli operai, erano gli anni delle grandi riforme (riforma della scuola, riforma penitenziaria, riforma del diritto di famiglia, Statuto dei Lavoratori ecc.)».

Tommaso Minervini ha ricordato il dibattito (animato da Finocchiaro e Fiore) sul rapporto con le amministrazioni locali, sul decentramento da Stato a Regioni e Comuni e ha concluso: «tutti coloro che hanno attraversato la Regione hanno lascito una eredità importante. Dobbiamo passare ai giovani l’essenza dell’Istituzione. Finocchiaro diceva sempre gli uomini cambiano, le istituzioni restano».

Al termine del dibattito sono stati consegnati dei riconoscimenti ai consiglieri intervenuti o ai loro familiari.

1970-2020: cinquant’anni decisivi per la Puglia e per il ruolo di Molfetta nella nostra Regione. Ci auguriamo che anche i prossimi anni la vedano ancora protagonista. In quest’ottica l’auspicio è che nei prossimi cinque anni Molfetta abbia un suo rappresentante nella massima assise regionale.

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Autore: Isabella de Pinto
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