MOLFETTA - 11 anni fa a Genova centinaia di migliaia di persone manifestava perché si riteneva che «un altro mondo fosse possibile», un mondo che avesse come bussola delle politiche economiche i popoli e non i profitti, incontrando dall'altra parte una delle più grandi sospensioni dei diritti democratici della storia dell'Italia repubblicana.
Il Collettivo Student* Molfettesi in Lotta ha analizzato quanto accaduto a Molfetta e a Genova nel 2001, nei giorni del G8 e nei mesi successivi in una Piazza Mazzini piena di colori e cartelloni esplicativi. È stata anche ripercorsa l’esperienza del Molfetta Social Forum, realtà politica partecipata ed eterogenea grazie alla collaborazione dei molfettesi e delle molfettesi protagoniste di quel movimento, attivo contro le multinazionali, contro le guerre imperialiste, contro le politiche economiche neoliberiste.
Gli attivisti hanno permesso ai giovani componenti del collettivo e ai numerosi passanti di rivivere lo spirito di quei giorni, «uno spirito di natura propositiva e non solo di denuncia nei confronti di un sistema già allora fin troppo poco egualitario nella distribuzione delle ricchezze e dei diritti fondamentali».
L'analisi si è poi spostata sulla scriteriata gestione dell'ordine pubblico nei tre giorni di Genova, dalle cariche indiscriminate di via Tolemaide del 20 luglio ai danni di un movimento pacifico, alla vile uccisione di Carlo Giuliani a Piazza Alimonda, al corteo spezzato in due e ai pestaggi individuali del 21 luglio sino alla "notte cilena" della Diaz e alle torture fisiche e psicologiche degli arrestati nella caserma di Bolzaneto. Analisi coadiuvata dalle vive testimonianze di alcunimolfettesi presenti a Genova in quei giorni e da immagini e video di controinformazione, quali "Le Strade di Genova" di Davide Ferrario e "La Trappola" del Comitato Piazza Carlo Giuliani.
La serata è stata poi animata dei suoni degli Obscure Paths quartetto psichedelico strumentale che da 6 anni porta avanti il proprio progetto musicale, mettendosi spesso a disposizione di iniziative politiche e di beneficenza.
«Genova ha da una parte rappresentato il punto di non ritorno per un movimento letteralmente abbattuto dalla violenta carica repressiva delle forze dell'ordine al servizio dello Stato, mentre dall'altra ha determinato la nascita di un movimento e di parole d'ordine ancora oggi quanto mai attuali, quali la dialettica del 99% delle masse contro l'1% dei padronati, ripresa dai movimenti di alternativa al sistema di tutto il mondo, l'importanza della difesa dell'Acqua quale Bene Comune e delle energie rinnovabili, dimostrata dal positivo esito dei referendum dello scorso giugno, e il tema delle "guerre umanitarie", che in virtù di una poco ben definita "esportazione di democrazia", determinano esclusivamente nuove e peggiori forme di imperialismo politico ed economico da parte dei potenti della terra - spiega il collettivo -. Resistere, insistere e rilanciare quanto detto da quel movimento ci pare l'unica via maestra da seguire per uscire dalla crisi globale del capitalismo e dei valori dalla parte giusta, quella dei popoli. Lo spirito di Genova vivrà nelle nostre lotte, le idee di Carlo e delle compagne e dei compagni arrestati e massacrati in quei giorni cammineranno sulle nostre gambe».
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