MOLFETTA - Sul sagrato di San Bernardino, tra le pareti di quel luogo, simbolo della lotta contro la mafia, l’Associazione
Libera di Molfetta ha organizzato un momento di riflessione in occasione della «
Giornata della Memoria per le vittime della mafia». Diversi sono stati i nomi, le vite e le storie coraggiose di chi si è opposto agli smodati meccanismi del crimine, scegliendo la giustizia dettata dalla legge piuttosto che frutto di vendetta personale.
La prima storia raccontata è stata quella di Rita Trio che, dopo l’uccisione di Borsellino, si è tolta la vita a soli 17 anni. Insieme a lui, ha visto morire la speranza, i sogni dei giovani, la possibilità del cambiamento. Il suo fragile, ma consapevole coraggio è stato un atto di ribellione e protesta nei confronti di un momento che sembrava non le lasciasse più respiro.
Una lunga lista di nomi ha caratterizzato la fredda giornata di giovedì. Donato Brescia, ingegnere di Gioia del Colle, fu ucciso dalla mafia siciliana per aver denunciato le ingerenze dei subappalti. L’avvocato Sergio Cosmai lottò contro la criminalità organizzata. Renata Forte del Partito Repubblicano Italiano, prima donna assessore nella sua città, scoprì illeciti legati all’edilizia. Francesco Marcone denunciò una truffa e impedì l’eludere del pagamento delle tasse.
Troppi nomi e troppe storie che s’intrecciano in uno stesso destino, ma che diventano fondamentali ed imprescindibili esempi per ogni uomo. In questa terra dove bisogna scegliere da che parte stare, conoscere non è più un dovere morale, ma una vera e propria necessità. Il Gruppo scout Molfetta 1, attraverso la lettura di brano scritto da una classe di Aversa per l’anniversario di morte di don Peppe Diana, ha sottolineato proprio questi valori con la speranza di rompere questo rapporto tra territorio e la piaga sociale della Camorra.
Sono state le forti parole di don Ciotti a chiudere l’evento con briciole di consapevolezza: la mafia non risiede nella mafia stessa, ma in chi l’alimenta, ne prepara terreno fertile, le permette di espandersi. Ecco, dunque, che emerge l’importanza dell’essere giustizia e coraggio. Attraverso l’informazione, la giornata dell’impegno e della memoria diventa punto di partenza per far germogliare in ogni uomo sensibilità e atto concreto.
Peccato per la scarsa partecipazione alla manifestazione, ma si spera che qualche piccolo germoglio sia, comunque, iniziato a fiorire.
© Riproduzione riservata