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Molfetta Day: una festa che celebra senso di identità di una comunità sparsa in ogni angolo del pianeta
11 settembre 2017

MOLFETTA – Sono partiti tanti anni fa, chi cinquanta, chi sessanta, hanno varcato gli oceani spesso alla ricerca di lavoro e di migliori prospettive ma Molfetta è rimasta nel loro cuore. E lo dimostrano tornando ogni volta che ne hanno la possibilità. Sono i molfettesi che vivono e lavorano all'estero o, comunque, fuori dai confini cittadini. A loro è dedicato il Molfetta Day.

Come di consueto, un corteo con il Gonfalone della Città e le autorità civili si è snodato lungo le vie cittadine per raggiungere la sede dell'associazione Molfettesi nel Mondo, dove lo attendeva un folto numero di emigranti, rientrati dagli Stati Uniti d'America, dall'Argentina, dall'Australia, dal Venezuela (la delegazione venezuelana indossava maglie con i colori della propria bandiera) per la festa patronale.

Anch'essi si sono uniti al corteo che ha proseguito alla volta della villa comunale dove è stata omaggiata la figura di Simon Bolivar, ponendo una corona d'alloro dinanzi al monumento a lui dedicato.

Tappa successiva, palazzo Giovene, dove erano attesi dalle autorità militari, per prendere parte alla seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicato proprio ai concittadini e alle concittadine che vivono fuori dal territorio molfettese.

Per la minoranza sono intervenute le consigliere Paola Natalicchio e Carmela Minuto.

«La processione della Madonna dei Martiri, ci ricorda l'importanza della navigazione, l'importanza dell'attraversamento dei mari, l'importanza della contaminazione fra le culture, fra le diverse realtà – ha affermato Paola Natalicchio – questa sera per noi Consiglieri comunali, per noi rappresentanti istituzionali di questa città, si rinnova un'importante occasione di ricongiungimento con tutti i nostri cittadini e le nostre cittadine che hanno fatto, tanti anni fa, una scelta, una scelta appassionante, una scelta talvolta difficile che è stata quella di lasciare Molfetta...»

«Noi siamo con voi in questi momenti difficili – ha sottolineato rivolgendosi ai molfettesi giunti dal Venezuela – noi siamo al fianco del popolo del Venezuela. In queste ore ci sono cittadini molfettesi che sono venuti per curarsi».

«Il Molfetta Day è una data importante per questa città» ha aggiunto elogiando l'intento dell'amministrazione di realizzare «un nostro vecchio sogno: quello di inaugurare a Molfetta un museo dedicato a queste storie, alle nostre storie», come promesso dall'assessore Mancini.

Non poteva mancare il riferimento alla recente statistica che vede Molfetta tra le “capitali” della nuova emigrazione, di quella giovanile, e alla nuova immigrazione, quella che preme alle porte dell'Europa.

«Possiamo affrontare questa sfida tenendoci insieme, ricordandoci i grandi valori che gli amici del Venezuela, dell'Argentina, dell'Australia, degli Stati Uniti e tutti gli emigrati molfettesi ci riportano in questa sala: i valori della pace, della democrazia, della solidarietà e dell'accoglienza».

Carmela Minuto ha ricordato come a Hoboken, sin dal 1926, si celebri la festa della Madonna dei Martiri e, con essi, i molfettesi nel mondo ma anche i suoi legami familiari con il Venezuela e la difficile situazione che si vive in quel Paese.

Per la maggioranza è intervenuta la consigliera Rosalba Secchi, la quale ha ricordato i difficili momenti vissuti dai primi emigranti molfettesi proprio ad Hoboken, quando dovevano confrontarsi con l'ostilità del mondo politico e sindacale che li “accusava” di non voler «affatto stabilirsi all'estero, fare mondo a sé, consumare pochissimo ed era proverbiale la frugalità dei nostri migranti.

Molfetta non si dimentica. A Molfetta si torna perché si parte con la testa, non col cuore. Si parte per lavoro, per affermarsi professionalmente, per migliorare le proprie condizioni di vita».

«Inaspettatamente siamo divenuti un paese di immigrazione, al quale bussano persone disperate... – ha aggiunto – vogliamo pensare che l'Italia e Molfetta possano diventare paesi moderni, civili, aperti e tolleranti».

Presente all'incontro anche l'assessore regionale all'ambiente Filippo Caracciolo, il quale, portando i saluti del presidente Emiliano e della Giunta regionale, ha evidenziato come il Molfetta Day non sia una «manifestazione di facciata bensì una manifestazione che porta con sé la nostra storia, la tradizione, una Puglia che oggi come non mai è una terra che sa accogliere e continua ad accogliere... Il valore sociale di questo riconoscimento è pieno in questa comunità».

Ha concluso il suo intervento auspicando una concreta vicinanza delle Istituzioni a questi cittadini e trasferire alle nuove generazioni i valori dell'accoglienza e della famiglia.

«Con molta emozione rappresento questa associazione» ha affermato Angela Amato, presidente dell'Associazione Molfettesi nel Mondo, evidenziando come, a 36 anni dalla sua nascita, stia cambiando il ruolo del sodalizio che si «si sente parte dell'Istituzione comunale» svolgendo un ruolo che va ben oltre quello dell'organizzazione del convegno e della festa, pure tanto importanti. L'associazione cerca di aiutare a risolvere le problematiche poste dai nostri concittadini all'estero, con la preziosa collaborazione degli addetti agli uffici competenti.

In merito al “museo dell'immigrazione” ha aggiunto «non deve essere solo un museo del passato ma deve essere anche un luogo di incontro del presente e deve essere uno sportello che deve servire a mantenere i contatti e a far diventare risorse questi nostri concittadini all'estero e le loro esperienze».

Ha concluso ricordando Gaetano Salvemini (di cui ricorrono 60 anni dalla sua scomparsa), rifugiato negli USA poiché antifascista, e Angel Maria Fiorentini, giovane fermato dalle autorità venezuelane durante una manifestazione di protesta.

Al Consiglio comunale è intervenuto anche don Pasquale Rubini, a nome del vescovo Mons. Cornacchia, impegnato in una contemporanea ordinazione diaconale. Don Pasquale ha evidenziato la fede dei nostri concittadini che hanno trapiantato, in tutti i luoghi in cui sono giunti, la festa della Madonna dei Martiri.

Rivolgendosi agli amministratori, dal Sindaco ai Consiglieri comunali di maggioranza e opposizione li ha ringraziati perché si sono messi in gioco per la città e ha auspicato che Molfetta possa migliorare.

«Voglio andare oltre il ricordo – ha affermato il sindaco Tommaso Minervini – dobbiamo declinare questa narrazione per l'oggi e per il domani. Per l'associazione Molfettesi nel Mondo deve essere considerata un organo consultivo al pari della Consulta. Deve diventare un centro di regolazione di quella che è oggi la situazione di Molfetta».

«L'accoglienza - ha proseguito il primo cittadino - è un nostro dovere ma nell'ambito dei principi della legalità».

«Il prossimo anno - ha poi aggiunto - deve essere un anno in cui diamo un impulso nuovo a quella dimensione di “Ulisse”... vogliamo dare un concetto di identità comunitaria, pur nel rispetto dei ruoli».

Rivolgendosi, infine, all'assessore Caracciolo, rappresentante della Regione Puglia, il Sindaco ha rimarcato la necessità di «tornare a dare maggiore poteri e opportunità alle comunità di base. Sono quelle che tengono della democrazia e la questione della sicurezza... L'alimento della grande criminalità nasce dalle sacche di povertà e dalle sacche di illegalità che si creano nelle città».

La manifestazione si è conclusa con la consegna della bandiera della Città di Molfetta ai rappresentanti delle comunità molfettesi australiana e argentina: Antonio Caputi, presidente dell'Associazione Madonna dei Martiri di Sidney, e Rosa Altamura, madre della prima presidente donna dell'UMA (Unione Molfettesi d'Argentina).

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Autore: Isabella de Pinto
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