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Molfetta abbandona il Teatro Pubblico Pugliese Addio alla stagione teatrale invernale
11 agosto 2006

MOLFETTA - Molfetta esce ufficialmente dal Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese (nella foto, il logo) e perde, così, la sua stagione teatrale invernale. E' questo l'esito della decisione assunta, con delibera dello scorso 30 giugno, dal commissario prefettizio, dott. Alfoso Magnatta, che ha retto le sorti dell'amministrazione per circa due mesi, a seguito della caduta dell'ex sindaco Tommaso Minervini. Le ragioni alla base di questa iniziativa vanno ricercate nelle note ristrettezze di bilancio che hanno indotto il commissario a cercare di ridurre radicalmente le spese del nostro Ente e, come sempre, il primo capitolo ad essere toccato in questi casi è proprio quello che riguarda la cultura, quasi che i soldi investiti in questo ambito siano sprecati o mal riposti e non piuttosto utili per contribuire ad elevare il livello culturale e sociale della città. Per l'adesione al Consorzio Teatro Pubblico Pugliese (ente impegnato nella promozione e realizzazione di eventi teatrali di straordinario valore, riconosciuto dal Ministero dei Beni e Attività Culturali, al quale aderiscono oltre 50 Comuni di tutta la Regione), avvenuta nel dicembre del 2001 per iniziativa della passata amministrazione, il Comune di Molfetta versava una somma annua pari a 60.000 euro “spesa che, – si legge nella delibera datata 30 giugno 2006 – pur nella valenza e qualità delle rappresentazioni e manifestazioni edite dall'Ente in parola, non può continuare a sostenersi, considerata la stretta della spesa pubblica e ritenuto di dover privilegiare la spesa per la soddisfazione delle urgenze sociali della città e comunque quelle strettamente necessarie ai bisogni primari dei cittadini in via prioritaria”. Dette motivazioni, se da un lato possono anche apparire condivisibili, dall'altro stridono sensibilmente con i 50.000 euro versati dall'amministrazione comunale ad un “direttore artistico” forestiero (biscegliese, nella fattispecie…quasi che Molfetta non esprima competenze in ambito teatrale e culturale almeno pari, se non superiori, al professionista in questione) per la realizzazione del Festival del Mare, iniziativa (tutta a pagamento) che “si consuma” nel breve volgere di un paio di mesi a fronte della rassegna teatrale invernale che, invece, ha occupato, negli scorsi anni, intere stagioni, e consentito di portare nella nostra città (sebbene nell'angusto Cine-Teatro Odeon) spettacoli di straordinario valore culturale ed artistico. Ma la decisione di uscire dal Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese (la cui responsabilità, lo ribadiamo, ricade sulla gestione commissariale del nostro Comune) conferma un dato che ormai appare in tutta la sua evidenza e cioè la progressiva marginalità che Molfetta sta assumendo all'interno dei circuiti culturali che interessano la nostra Regione, candidandosi a divenire una “periferia” metropolitana e tradendo, in tal modo, la sua vocazione storica che è sempre stata quella di essere città profondamente innovativa ed all'avanguardia anche nel campo delle proposte culturali. Sotto questo profilo diciamo subito che non ci sembra un bel segnale il fatto che la nuova amministrazione non abbia un apposito assessorato alla cultura, in palese contraddizione, per altro, con quanto dichiarato dal sindaco Antonio Azzollini nelle sue dichiarazioni programmatiche nelle quali si legge, testualmente: “la delega alla Cultura diverrà Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili”. Che fine ha fatto questo assessorato? Nella composizione della giunta non ve n'è traccia e probabilmente quella del sindaco Azzollini è stata una clamorosa svista, dal momento che, come noto, la delega alla Cultura non è stata assegnata ad alcun assessore, essendo rimasta nelle mani del primo cittadino che, tra gli altri innumerevoli impegni, dovrebbe svolgere anche il ruolo di Assessore alla Cultura ad interim occupandosi pure di un minimo di programmazione culturale nella nostra città. Troverà il tempo, nei suoi viaggi tra Roma e Molfetta, anche per questo?
Autore: Giulio Calvani
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Caro VicDR sicuramente i miei orizzonti vanno ben oltre le cose che hai esposto tu. Devo rivedere decisamente il mio punto di vista: gli spettacoli con gli autori che hai citato effettivamente ci sono stati a Molfetta e ne ero informato. Sinceramente non sapevo facessero parte dell'iniziativa "Teatro Pubblico Pugliese". Per questo mi scuso. Non accetto inoltre che tu debba dirmi che la massima mia espressione di cultura sia il grande fratello, senza che nemmeno mi conosci e nemmeno sai chi sono...rifletti prima di scrivere. L'indirizzo email precdente, così come quello attuale, è frutto solo di quel che vedo in tv. Niente di più. Pertanto non vedo perchè debba fare della cattiveria gratuita nei miei confronti. Cattiveria che non penso di meritarmi. Tornando al tema principale del mio commento...se non erro tali spettacoli erano tutti a pagamento e, se rammento bene, molta gente su questo sito si è lamentata delle iniziative culturali della città di Molfetta che erano solo per pochi "eletti", per quei pochi che avevano gli agganci giusti per accaparrarsi i biglietti (o come è successo per Arbore per accaparrarsi le prevendite)..guarda caso la stessa gente ora torna sugli scudi a difendere la cultura a Molfetta, torna a dire che "di cultura si vive..." (cit. Carlo la Forgia) e ovviamente la colpa è del sindaco. Questo è quanto. Spero tu abbia capito che la mia cultura va ben oltre il grande fratello....d'altronde nessuno dice di guardare quel genere di programma tv ma poi, chissà come e chissà perchè, 9 persone su 10 sanno cosa avviene quotidianamente nei reality show. Non facciamo sempre i buonisti al cavolo.

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