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Meno televisione riduce l'obesità infantile  
15 maggio 2007

Un recente studio del Moige (Movimento italiano genitori) ha evidenziato la crescente sedentarietà dei bambini, che si muovono poco e passano molto tempo in casa tra videogiochi e snack. La quasi totale assenza di attività sportiva ed una scorretta abitudine alimentare, sono le cause principali del crescente tasso di obesità, che stando ai dati raccolti dall'Istat riguardano 4 bambini ed altrettanti adolescenti su cento. In particolare è la fascia di età fra 6 e 9 anni quella più in pericolo raggiungendo 33,6% per i maschietti e il 34,6% per le femminucce. Da questi presupposti nasce e si concretizza il progetto “I giochi di sempre” che coinvolgerà 20 scuole in tutta Italia, (S.G. Bosco a Bisceglie) durerà 2 anni ed è indirizzato ai bambini che frequentano le scuole elementari, proponendosi di diffondere corrette abitudini alimentari e stili di vita più sani, utilizzando la chiave dello spettacolo teatrale. All'interno del progetto ha preso corpo una lodevole iniziativa dell'Aidi (Associazione industrie dolciarie italiane) consistente nell'impegno volontario delle aziende produttrici a non rendere disponibili i prodotti dolciari nei distributori automatici installati nelle scuole elementari e medie inferiori. Questa iniziativa rappresenta uno dei comportamenti previsti dal “Codice di iniziative volontarie dell'industria dolciaria per la promozione di comportamenti alimentari salutari”, annunciato nella conferenza stampa di Federalimentare il 13 aprile scorso. L'obesità infantile, ma anche quella degli adulti, è un problema tipico dei paesi industrializzati. Se la prima causa è dovuta all'abuso di televisione e videogiochi (oltre 5 ore al giorno) e non solo perché li induce alla sedentarietà ma anche perché attraverso la pubblicità si promuove uno stile di vita “votato al consumo di bibite gassate, snack calorici e altro”, la seconda causa, non meno pericolosa è spesso la assoluta incapacità di molti genitori (fenomeno psicologico) di riconoscere nel proprio figlio “paffutello” un vero e proprio obeso. Sembra inevitabile se si vuole arginare il fenomeno ripartire da una educazione di base, non solo alimentare, che coinvolga la scuola a partire dagli insegnanti e dai genitori. Se ad iniziative come quella di “I giochi di sempre” venissero affiancate, non sporadicamente, azioni dirette a stimolare le capacità sensoriale dei bambini attraverso veri e propri giocolaboratori, come dimostrato in moltissime occasioni, il fenomeno obesità verrebbe drasticamente ridimensionato.
Autore: Pasquale Porcelli
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