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MAURO LA FORGIA, TEATRARTE
15 aprile 2019

Partiamo da presupposto che sono dell’avviso che Molfetta avesse assolutamente bisogno da molto tempo di un teatro pubblico, quindi sono favorevole alla sua realizzazione, anche se sono dispiaciuto del fatto che avvenga solo adesso. È chiaro che per realizzare una qualsiasi struttura così complessa, il costo sia elevato. Non mi sono soffermato particolarmente sull’eccesivo investimento di denaro nel progetto, ma sono dell’opinione che se ci fossero state delle differenze di prezzo, queste sarebbero state minime e quindi non molto evidenti. Inoltre, è stato affermato dal sindaco Tommaso Minervini e dall’Assessore alla Cultura Sara Allegretta durante la presentazione del progetto, che la somma di denaro è già stanziata, quindi non va ad incidere su altre voci di bilancio. L’esagerazione nel numero dei posti è un grande punto a sfavore del progetto del teatro. Vorrei riprendere le parole di Michele Mirabella, il quale ha concentrato il suo discorso proprio sul numero dei posti. Le associazioni dilettantistiche, così come i professionisti, considerano un teatro di 1.200 posti completamente vuoto, se i posti riempiti sono solo 400. È vero che la struttura è stata creata per fornire un portafoglio di interventi, nel settore artistico dello spettacolo, che potesse accontentare sia dilettanti sia professionisti, e quindi ospitare sia piccoli spettacoli sia grandi concerti e musical che non avrebbero difficoltà a riempire il teatro, ma questo va bene solo quando si pensa prima al palcoscenico, ovvero il punto nevralgico che dev’essere grande e spazioso. Il numero dei posti viene in secondo ordine, e non bisogna ampliarlo in modo esagerato. Riempire un teatro di 1200 posti non è per niente facile. La posizione del teatro troppo periferica? Questa domanda mi porta a prendere in considerazione il vecchio teatro di Molfetta, l’Odeon, collocato proprio nel centro della Città, per cui era raggiungibile da chiunque, a piedi o in macchina, per questo non vi erano molti problemi se non quello del parcheggio, che poteva essere accantonato semplicemente arrivandoci a piedi. Il nuovo teatro sarà sicuramente decentrato, ma non sarà in una zona di traffico forte (come nel caso della Cittadella degli Artisti), quindi se si dovesse creare anche una buona area di parcheggio, non sarà una posizione scomoda, anche perché non credo che sarebbe stato facile trovare una zona altrettanto grande nel centro di Molfetta. Il golfo mistico piccolo? Non sono certamente io che posso dare un giudizio, ma l’assessore alla Cultura Sara Allegretta, la quale è una cantante lirica, è sicuramente a conoscenza delle dimensioni ideali del golfo mistico. Ciò che mi preme dire, è che prima di far partire il progetto, chi ha progettato il teatro avrebbe dovuto ascoltare le persone che hanno dedicato la loro vita al teatro e alla musica, ci doveva essere quindi un discorso di consultazione e di ascolto dell’opinione di chi lavora all’interno del teatro. Il sindaco ha deciso di ascoltare i pareri degli attori e dei musicisti dolo dopo avere confermato e avviato il progetto, a questo punto mi chiedo a cosa serva. Chi può dire se lo spazio del golfo mistico sia sufficiente o meno? Solo le persone che lavorano all’interno del teatro e sono esperti nel settore, oltre al dato di fatto che riguarda un’orchestra odierna, che è formata da 80 a 100 musicisti. Avrei preferito meno posti per gli spettatori e più per i musicisti e per i punto più importante, ovvero il palcoscenico. Il rischio del non luogo”? Penso di no, nel momento in cui si creeranno tutti i presupposti, soprattutto a livello di amministrazione locale, per riprendere il discorso dell’attività, e quindi far rientrare il teatro di Molfetta all’interno di un circuito a livello nazionale, facendo creare una buona attività all’interno del teatro. Nella maniera più assoluta si può adibire a sala cinematografica. È giusto che il progetto abbia come obiettivo quello di raccogliere più gente in una sala unica, in un teatro solo si posso eseguire sia concerti sia rappresentazioni di prosa, non avrebbe senso crearne due diversi. Intitolarlo a Capotorti? Assolutamente sì, in ogni modo credo che il teatro dovrebbe essere dedicato ad una persona che comunque si è impegnato nel settore, per dare un’idea precisa del teatro, che deve avere come obiettivo quello di onorare la memoria di chi ha dedicato la propria vita all’attività artistica. Sara Mitoli

Autore: Sara Mitoli
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