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Maralfa: il sistema perverso della corruzione del mercimonio e del clientelismo
15 ottobre 2021

Tra i Movimenti della sinistra molfettese c’è anche “Area pubblica” che ha come referente l’avv. Bepi Maralfa, già vice sindaco con l’amministrazione di Paola Natalicchio. “Quindici” ha posto anche a lui le domande sul degrado e sull’allarme sicurezza. Ecco le risposte: 1 – Il termine “sicurezza” è piuttosto ampio, e nell’accezione comune viene inteso come esigenza fortemente avvertita dai cittadini di vivere in una Comunità che non sia teatro di spiacevoli vicende, dalle più piccole alle più grandi; al termine sicurezza, in alcuni casi, si affianca l’aggettivo “pubblica”, per indicare un fenomeno più esteso, che va ben oltre il semplice mancato rispetto delle regole del vivere civile (i parcheggi selvaggi, la movida eccessiva, la pallonata in testa all’anziano o al bambino nella villa comunale, il pericolo derivante ai pedoni dal transito delle biciclette elettriche). Eppure, noi cittadini ci sentiamo insicuri anche quando si verificano episodi apparentemente non gravi, come quelli descritti, da cui possono comunque derivare danni o pericoli per le persone: il verificarsi di tali fatti concorre ad alimentare in noi tutti la percezione di insicurezza. Così non va bene. Diversa è la forte preoccupazione che deriva in noi tutti per il continuo verificarsi di episodi delittuosi di altra natura e di maggior eco sociale, che a mio avviso, tuttavia, non sono accomunati da un’unica matrice: gli accoltellamenti o le sparatorie in cui sono coinvolti singoli soggetti, potrebbero essere ascrivibili a regolamenti di conti personali (seppur forieri di rischi per la sicurezza pub-blica); gli incendi delle vetture, in alcuni casi a causali di natura economico commerciale, in altri a moventi emulativi o di matrice “piromanica”. Quanto invece agli attentati dinamitardi del 9 settembre scorso, in due cantieri edili, sarebbe importante conoscere le modalità esecutive degli stessi ed i dati oggettivi da cui sono caratterizzati (miccia o telecomando a distanza, tipo di ordigno, polvere pirica impiegata), che potrebbero, a seconda dei casi tracciare un movente estorsivo o ritorsivo, senza escluderne uno di maggior spessore e cioè il segnale della mafia di predominanza territoriale: a mio avviso, le bombe del 9 settembre, attesa la potenza delle esplosioni, sono rappresentative di un avvertimento, dato non soltanto al ceto imprenditoriale, ma a tutta la comunità, quella civica e quella politica. La criminalità e le mafie hanno un linguaggio fortemente identificativo, si esprimono senza ambiguità, e la tempistica cadenzata delle tre esplosioni del 9 settembre (in uno con la potenza degli ordigni) è un dato fortemente sintomatico. 2 – Il sindaco si cela dietro una foglia di fico, giacché quello che accade in città è sotto gli occhi di tutti, con riferimento al fattore sicurezza, ma soprattutto con riferimento ad una gestione politico amministrativa che, essendo sregolata, costituisce il migliore fertilizzante per il proliferare di fenomeni delinquenziali a tutti i livelli. Siamo stati letteralmente sommersi dalla corruzione, dal mercimonio e dal clientelismo, ma quello a cui abbiamo assistito è solo una parte minimale della realtà amministrativa: ci sono fatti ugualmente gravi che riguardano le finanze comunali, che costituiscono un fattore non meno preoccupante di tutti gli altri. In linea generale, laddove non ci sono paletti di limitazione alla incontrollata circolazione del denaro pubblico, è proprio lì che la criminalità si insinua subdolamente, favorita da amministratori, a seconda dei casi, compiacenti o soggiacenti. E questo sistema perverso funge da ulteriore collante tra il ceto mafioso e la pubblica amministrazione. In particolare, pensate al fatto che nell’ambito dell’indagine sulla corruzione, noi cittadini non abbiamo ancora un legale che ci protegge, per il semplice motivo che il sindaco, l’unico che può nominarlo, è a sua volta indagato. Ho detto tutto. 3 – Quanto alla cementificazione, mi sembra il chiaro segno di accordi pre-elettorali: è stata tracciata una linea programmatica ben definita ed è stata perseguita, dunque bisognava gridare allo scandalo sin dal momento dello spoglio elettorale. Era tutto chiaro. Quanto alla sporcizia, fermo restando il pieno concorso di colpa dei cittadini che fa il paio con l’ingravescente degrado culturale, credo che vi siano anche ragioni di carattere gestionale nella società partecipata ASM, determinate dalla inadeguatezza dei referenti (parlo dei loro ruoli funzionali, non delle persone fisiche). Quella partecipata, l’ASM, mi fa paura perché è a mio avviso un inesauribile bacino elettorale, che nel corso del tempo è diventata sempre più un canale emorragico di denaro pubblico, con l’aggravante che la città è lercia. Sto leggendo sull’albo pretorio che il nuovo dirigente del Settore Economico Finanziario, dott. Mauro de Gennaro, pubblica quotidianamente una raffica di avvisi di mora ai cittadini, per TARI non pagata ed al riguardo mi domando: se il Comune dà annualmente all’ASM 10 milioni di euro, e se questi soldi, chissà da quando, non rientrano nelle casse comunali attraverso il pagamento della Tassa Addizionale, come può il bilancio risultare in pareggio? Temo, fondatamente, per le sorti del Comune di Molfetta e per quelle di noi tutti. 4 – Guardi, per l’alternativa a questa emergenza, occorre un immediato sforzo da parte di tutti coloro i quali ritengono che in questo modo, avanti, non si possa proprio andare. Fare il sindaco di una città come Molfetta, nelle condizioni in cui ci troviamo, è da un lato massacrante dall’altro pericoloso. Il prossimo sindaco, a mio avviso, è bene che abbia un filo diretto con la Procura di Trani e con la Corte dei Conti, con le Forze dell’Ordine, con il Ministero dell’Interno, perché quello che ci aspetta secondo me è un periodo di enormi difficoltà, sociali ed economico finanziarie. Soprattutto per quello che troveremo e che non è sino ad ora emerso. Bisogna intervenire alla radice di questo “sistema”, scardinarlo, ma soprattutto analizzare i conti pubblici e rivisitare in toto la macchina comunale, a tutti i livelli. Solo a queste condizioni il nostro gruppo, Area Pubblica, farà parte di una coalizione, sempreché il candidato sindaco sia persona specchiata, onesta, di rispetto, e dotata di competenze. Per quanto concerne la mia candidatura, forse in questa edizione elettorale, ci sarà stringente bisogno di controllare le carte, analizzare gli appalti truccati ed bilanci comunali per fare ripartire la città, sanare i disastri, fare lavorare le imprese (soprattutto quelle schiacciate e che non hanno pagato mazzette) e stare vicino ai cittadini bisognosi, fronteggiare il disagio sociale, ridare credibilità alla politica e, più in generale, ad una città ferita. © Riproduzione riservata

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