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Mani sulla città a Molfetta, la politica non c'entra dice il sindaco Azzollini. No, c'entra, eccome!
13 luglio 2011

“Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono” sosteneva Voltaire. Noi di Quindici, non amiamo le certezze dogmatiche e meno che mai il pensiero unico che qualcuno ha sempre la maledetta tentazione di imporci.

Ci interroghiamo sulle vicende, ne discutiamo e siamo sempre disponibili al confronto e alla libera produzione e valutazione di opinioni. Dovrebbe essere una cosa per la verità normale, sarebbe forse inutile questo preambolo se, però, questa non fosse la città dell’onnipotente Sindaco-Senatore-Presidente Avv. Antonio Azzollini del Pdl che ha tentato per ben due volte di infrangere l’isolamento dell’ing. Rocco Altomare, ormai ex dirigente tecnico comunale, per motivi - a detta dello stesso sindaco - di carattere umanitario.
Vogliamo credergli, vogliamo pensare che sia effettivamente così, anche se è sempre più difficile escludere la sua diretta responsabilità, perlomeno politica, nell’intera vicenda che ha visto mettere in discussione l’operato complessivo di questa Amministrazione di centrodestra in quell’importante comparto dell’economia cittadina rappresentato dall’edilizia.
Abbiamo quindi provato a discutere e confrontarci tra di noi, con i lettori e con i cittadini, su questa grave vicenda denominata “mani sulla città”, che non può essere sminuita – come qualcuno maldestramente tenta di fare - a comune vicenda giudiziaria, uguale a tante altre, ma è anzi una delle più gravi (se non la più grave), vicenda giudiziaria che abbia mai investito il Comune di Molfetta dal dopoguerra a oggi; una vicenda al cui confronto, quella oramai sbiadita nei ricordi dei “Box di Piazza Paradiso”, assurge ad evento quasi fisiologico di quel tempo, di basso profilo (ma pur sempre di bassa politica), sia che l’inchiesta di oggi la si consideri come un’indagine che investe solo il “livello tecnico” (in pratica tutta l’anomala “catena di montaggio” del mattone molfettese dal tecnico comunale sino al manovale); sia che la si voglia considerare anche dal punto di vista politico, come il più eclatante esempio del fallimento della politica accentratrice ed assolutistica del Sindaco e delle nomine fiduciarie fatte dallo stesso. 
 
Erroneo e falso, quindi, è sostenere – come ha fatto il Sindaco - che la politica non c’entra per nulla in questa vicenda e dobbiamo sforzarci parecchio per convincerci che dietro i tentativi di “assalto alla diligenza” – il ripetuto tentativo di accesso all’interno della casa circondariale - ci siano solo motivi di carattere umanitario e non altro.
La Procura non fa politica, e questo è un dato certo, anche quando mette sotto processo i politici e le nomine politiche, ma le responsabilità, quando a essere investiti dall’indagine, sono soggetti che hanno visto riconoscersi un potere dirigenziale da parte del Sindaco, sono sempre politiche. La decisione e nel caso di specie la nomina del dirigente, che appariva già molto discutibile illo tempore (per motivi oramai ben noti ai più) è politica e comunque, anche a voler accogliere in pieno “la tesi” che i tentativi di accesso nella casa circondariale siano stati motivati solo ed esclusivamente da esigenze di carattere umanitario, questo fatto dimostra come c’è ancora un “legame personale” molto stringente tra il Sindaco e il suo Dirigente. Che questo sia anche elemento di valutazione giuridica nell’ambito dell’indagine, non lo sappiamo ancora, ma che la cosa confermi ulteriormente che c’era e c’è ancora uno stringente e diretto connubio personale e politico tra i due, è elemento che trova in questo incredibile episodio, la sua clamorosa conferma.
Ed è di questo che vogliamo discutere, senza indulgere – anche se la tentazione è forte – in “invasioni di campo”, nell’attività istruttoria ancora in itinere. Ebbene, occorre subito evidenziare, come sia l’Avv. Pietro Uva come pure l’Ing. Rocco Altomare, non siano stati eletti da nessuno e questo è già un dato certo.
Non sono quindi, l’Assessore e il Tecnico (ora ex), espressione della volontà popolare, mentre il Sindaco lo è. Dove voglio arrivare, con il mio ragionamento, è presto detto: il popolo eleggendo il Sindaco, sostanzialmente, lo investe di un potere politico, ma questa cosa però non può confondersi con l’impunità e meno che mai con l’infallibilità cui credono solo gli stolti o - strumentalmente - i prezzolati.
E’ pur sempre quindi, il potere del Sindaco, un potere discrezionale ma condizionato dalle leggi dello Stato, che può, in qualsiasi momento, essere posto al vaglio della Magistratura, e soprattutto dell’opinione pubblica e della libera stampa e non è potere che non possa essere anche fatalmente compromesso da errori e quindi per converso, non possa essere oggetto anche di critica politica. Detto potere politico, che è anche responsabilità politica, si estrinseca anche nelle nomine fiduciarie degli assessori e dei dirigenti apicali non individuati per mezzo di una selezione pubblica.
Ora, si dà il caso, che proprio il Sindaco Azzollini, più di altri, più dello stesso Presidente della Regione (che non ha fatto visite in carcere – che ha preso le distanze da tutti i fatti e da tutti gli indagati – che si è reso pienamente disponibile all’attività d’indagine degli inquirenti – che, in sostanza non si è comportato da spaccone!) ha nominato direttamente e senza mediazioni di sorta, alla carica di Assessore e di Dirigente Tecnico, uomini di sua strettissima fiducia, e di diretta sua conoscenza (e l’episodio ultimo riportato dai quotidiani, relativo alla visita in carcere, ne è la lampante dimostrazione).
Sarebbe però riduttivo definire questi “nominati” dei semplici yes-man anche se la tentazione di definirli tali è molto forte – conoscendo “l’elemento” - in specie in alcune macro-vicende, quali ad es. quella dell’interramento delle lame. Se così fosse, se fossero dei semplici yes man, dei semplici esecutori di ordini del Sindaco e la cosa fosse dimostrata, è chiaro ed evidente a tutti che le responsabilità dello stesso non sarebbero circoscrivibili solo nell’ambito politico. E’ chiaro quindi che oltre ad essere di sua strettissima fiducia, hanno logicamente delle stringenti direttive da rispettare, impartite almeno all’atto della loro nomina. Ciò è lecito dedurre, sempre che non si voglia sostenere che gli stessi operassero, nei rispettivi ruoli, in totale ed esclusiva autonomia, cosa alla quale – ebbene che il Sindaco e Vice Sindaco lo sappiano – nessuno crede non fosse altro che tale assurdità cozzerebbe maledettamente con la logica oltre che con il buon senso comune.
 
La nomina – questa nomina soprattutto – quindi, è connessa alla politica in maniera stringente soggettiva e oggettiva, è frutto diretto e non mediato delle scelte politiche del Sindaco stesso. Ragionamento diverso sarebbe da farsi se invece il criterio di scelta fosse stato per concorso (salvo che non si riesca a dimostrare il contrario). Basterebbe fare l’elementare esempio del “nominato” che non si attenesse alle direttive del politico che l’ha nominato: rischierebbe – sempre “il nominato” per l’appunto - il posto, più che il selezionato per concorso che è più tutelato, “coperto”, dall’evidenza pubblica dell’assunzione in ruolo di dirigente che non soggiace al rapporto fiduciario che invece lo condizionerebbe in maniera più diretta e non mediata.
Ora, come si fa a sostenere che la politica “non ci azzecca”? “Ci azzecca” eccome, invece! Come si fa a sostenere che “il nominato”, operasse completamente fuori da ogni direttiva politica del nominante? E, non fosse dal Sindaco stesso condizionato, almeno in alcune scelte fondamentali, quali ad esempio quello di interrare le lame e poi cementificarle? E qui che “casca l’asino”! Basterebbe prendere le dichiarazioni rese alla stampa negli ultimi anni sull’argomento (lame interrate per intendersi da levante a ponente) dal Sindaco e dal Vice Sindaco, per rendersi conto che la barzelletta del tecnico, unico responsabile di tutto e del contrario di tutto, “non politico”, non regge e fa acqua da tutte le parti.
Alcuni sostengono anzi che “i nominati” (come nel caso in esame), non solo sono di diretta emanazione della politica, ma sono in fin dei conti la longa manus del politico stesso che li ha nominati, per l’esercizio di alcune funzioni esecutive e di governo (nel caso di specie del territorio e, ancora più nello specifico, “l’interramento delle lame”). Non v’è alcun dubbio che l’interramento e la successiva cementificazione delle lame, come anche l’adozione di quel particolare tipo di piano dell’agro, come l’adozione del P.I.P., siano scelte marcatamente politiche dell’unico che ha il potere di decidere, perché investito dalla sovranità popolare: IL SINDACO!
In sostanza, questi Dirigenti, questi fiduciari del Sindaco, operano de facto delle scelte che non sono le proprie, ma di chi li ha nominati, che “si esonera” giuridicamente, in questa maniera, a priori, da ogni responsabilità giuridica diretta sul loro operato, che tale è solo dal punto di vista formale ma non sostanziale!
Ma il Sindaco è sempre politicamente responsabile, anche nell’ipotesi estrema in cui, tutto l’operato del dirigente formalmente ascrivibile in capo allo stesso fosse messo totalmente in discussione dalla Magistratura Inquirente. Ed è questo il caso! E per una semplicissima ragione: è il Sindaco che lo ha nominato! Ma a questo punto, delle due l’una: se possiamo escludere per un verso la diretta e formale responsabilità giuridica del Sindaco nell’operato di questi soggetti – almeno sino a data odierna - per altro verso come è possibile sostenere che la politica, nell’operato dell’Ufficio Tecnico Comunale, non sia mai intervenuta e pesantemente?
Non prendiamoci in giro, dal punto di vista politico – è chiaro che di questo si parla non dell’indagine in sé – è evidente il profilarsi perlomeno di una culpa in eligendo (colpa in sostanza nella scelta di questi soggetti), oppure per i “più maligni” si potrebbe anche profilare una culpa in vigilando (responsabilità in sostanza derivante dal mancato controllo dell’operato di funzionari o assessori dal Sindaco stesso nominati). Ora, il Sindaco, qualora qualcuno decidesse di muovergli il classico appunto del “non poteva non sapere”, potrebbe avocare a sé l’attenuante dei molteplici impegni romani che difficilmente - in via meramente ipotetica - gli avrebbero potuto consentire un adeguato controllo sull’operato tutto di tecnici ed assessori dallo stesso fiduciariamente nominati. E già questo basterebbe per chiederne le dimissioni, subito, per semplice impossibilità di svolgimento adeguato del ruolo perlomeno di controllo sui suoi stessi uomini nominati, ma non vogliamo “cadere in trappola”, per cui, assecondiamo l’attenuante degli “impegni romani”.
Si avanza però un ulteriore problema: chi sostituisce il Sindaco quando questi è assente? Il Vice-Sindaco ovvio! Ora si dà il caso, che il Vice-Sindaco, oltre ad essere tale, quindi ad avere la responsabilità di sostituire il Sindaco in sua assenza, abbia tra gli altri, anche il compito di vigilare sull’operato di tutta la giunta comunale e di tutta la macchina amministrativa comunale. Non solo, ma si dà pure il caso che il Vice-Sindaco, abbia pure responsabilità diretta di vigilanza, osservazione, controllo, quello che volete voi, anche sul Tecnico investito in pieno ed in prima persona dall’indagine “mani sulla città”, non solo perché Vice-Sindaco, e quindi sostituto del Sindaco in quanto tale, “romanamente impedito”, ma anche su delega espressa ed esplicita dello stesso nella stessa materia di operatività del tecnico comunale: l’urbanistica.
E qui “ricasca l’asino”! Ora com’è possibile sostenere che neanche il Vice-Sindaco con delega all’Urbanistica, fosse non solo completamente all’oscuro di tutto, ma che non abbia mai rilevato nella sua funzione di vice-Sindaco, oltre che di Assessore all’Urbanistica, nulla di “irrituale” nella conduzione dell’ufficio tecnico?
Cosa c’è di vero nelle voci ricorrenti in città, nei mesi scorsi, di atroci dissidi, sfociati a volte in plateali discussioni, all’interno dei corridoi comunali, tra il Tecnico Comunale e l’Assessore? Tutte chiacchiere? Nessun dipendente comunale ne sa nulla? Non ha mai sentito né visto nulla? Se non fossero chiacchiere di paese, il fenomeno sarebbe traducibile con una sola parola: omertà!
 
Il fine giurista potrà anche non riscontrare alcun profilo di responsabilità in capo al Sindaco e al Vice-Sindaco, ma la politica e l’informazione non possono esimersi dall’interrogarsi, e dal porre all’attenzione dell’opinione pubblica tutte quelle che appaiono palesi e madornali incongruenze. Tra l’altro, non è neanche detto – perché come abbiamo già premesso, al momento non si sa bene che tipo di successivi sbocchi prenderà la vicenda giudiziaria – che quei piani che oggi sembrerebbero (ma a mio sommesso avviso non lo sono per niente) distinti, la politica e l’azione della Magistratura, non si intersechino a breve e all’improvviso! E’ opinione di molti – criticabilissima, non ci sono problemi - che il Sindaco e soprattutto il Vice-Sindaco (per il quale non può valere la scusante degli impegni romani), “non potevano non sapere”. Ma se anche il Sindaco, nulla sapeva di tutto quello che avveniva, perlomeno ha commesso dei madornali errori a fidarsi di gente che, nella migliore delle ipotesi, non ha saputo neanche ben vigilare, politicamente parlando, sull’operato di giunta e tecnici in sua assenza. Qual’era e qual è l’effettivo ruolo di questo Vice-Sindaco?
Insomma, è (ed era) titolare pieno del suo ufficio, delle sue funzioni, della sua delega? Se la politica non c’entra, chi ha messo lì in quel posto quel tal tecnico comunale, e soprattutto chi ha nominato quel tal altro a suo vice con delega all’urbanistica? Sono o non sono nomine politiche e dirette del Sindaco queste? Ora se si scopre tutto quello che si è scoperto sino ad oggi, come fa il Sindaco a dire che la politica non “ci azzecca ‘na mazza”? Una contraddizione in termini, forse suggerita dallo sforzo di allontanare da sé, e da qualche suo Assessore, qualsiasi indizio di responsabilità anche penale di cui però non vi sono ancora conferme ufficiali. Ai tempi di Tangentopoli, con questi presupposti, altro che politica si e politica no, a Molfetta ci sarebbe stato già il Commissario Prefettizio.
Forse è giusto oggi non estremizzare e portare alle più dure conseguenze l’assunto del “non poteva non sapere”, ma sarebbe pure errato pensare che la politica non c’entri nulla quando è noto che quegli uomini, sono di diretta emanazione della politica, e nella fattispecie, dell’onnipotente Sindaco-Senatore-Presidente in persona. Sempre che qualcuno non voglia sostenere che non sapeva cosa firmava, neanche quando nominava Dirigenti, Tecnici o Assessori e anche quando era a Molfetta (e difendeva a spada tratta l’interramento e cementificazione delle lame, come pure il piano dell’agro, come pure il P.I.P.), la sua mente è sempre stata occupata dagli impegni romani da assolvere.
Ma a questo punto non si capisce se stiamo parlando di un sindaco, o di un’icona mariana che molti venerano, ma che ha smesso di fare miracoli da molto tempo, e questa cosa ci fa comprendere anche l’ultima spacconata, frutto forse più dell’esasperazione di un uomo che avverte su di sé l’avvicinarsi di un qualcosa che sta tentando in tutte le maniere di scacciare da sé, che di slancio umanitario.
Questa “cosa umanitaria” ha lo stesso sapore del “recupero della minorenne”, in una notte milanese, da parte di un’igienista dentale, “recupero” poi conclusosi con “l’affidamento” della minorenne ad una prostituta brasiliana. Un altro “caso da manuale” dell’epopea berlusconiana!   
 
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Autore: Nicola Squeo
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Non era facile trattare l'argomento della responsabilità politica in poche parole, ed in effetti non ci sono riuscito, ma ho preferito correre ugualmente il rischio di essere "lapidato" per la lunghezza del lavoro svolto. A parte un solo parere negativo, solo sulla lunghezza, riscontro comunque apprezzamenti positivi nei vostri commenti, che tra l'altro sono un'alta e utile prosecuzione del dibattito. C'è da aggiungere, purtroppo, che a volte - come in questo caso - dobbiamo surrogare un'opposizione che non riesce ad analizzare determinate tematiche con completezza e, ahimè, non riesce neppure a proporre delle iniziative utili che possano veramente portare ad una svolta civica in questa città. Ottimi i commenti - veri "pareri motivati" - di Tommaso Gaudio e Guy Fawkes, che hanno compreso tra l'altro che il tema era abbastanza complesso - rognoso - per cui, andava illustrato con una logica sequenziale, sottacendo tra l'altro i risvolti giurisprudenziali della materia, altrimenti non ne sarei "uscito vivo". L'argomento trattato, non si prestava affatto alla formula telegrafica e alla lettura da parte del lettore frettoloso. Ma andava affrontato, non fosse altro che nessuno lo aveva ancora compiutamente sviscerato... Ad Alba talba rispondo solo che, se avesse letto quello che c'è scritto sopra - forse anche lui è un lettore già nato stanco - avrebbe capito quali sono le differenze - politiche e giuridiche - tra il caso della malasanità pugliese, e la vicenda "mani sulla città". Non gli voglio anticipare nulla in questo commento, ma più che "spaccatore di capello", mi sembra un vecchio disco di vinile rotto che deve lanciare il suo spot quotidiano su questo forum!




Caro Nicola: che articolo! Ho letto più volte le parti, alcune che mi erano un pò ...difficili da correlare, ma poi tutto è diventato chiaro. La logica sequenziale delle situazioni mi sembra eccellente. Le conclusioni non lo sono da meno. Però... Le tue note e le conclusioni conseguenti presuppongono - come è logico, al netto di quello che pietosamente vogliono darci ad intendere - CHE NELLE AZIONI DEL SIG. ALTOMARE E DEI SUOI "SODALI" NON SI CELI IL DOLO E CHE L'AMMINISTRAZIONE DI CONSEGUENZA NON HA NULLA DA VERGOGNARSI. Cosa che il S.S.P. e credo TUTTI i suoi collaboratori compatti SOSTENGONO. Il loro ragionamento è sempre il solito: ..."gogna mediatica, spiegamento abnorme di mezzi e personale per reati NON accertati, ...tutto si risolverà in una bolla di sapone, la Magistratura opera semplicemente contro le Istituzioni per infangarle, e così via" (Berlusconi docet). Con queste posizioni di cui, sono convinto, SONO ESSI STESSI CONVINTI - non perché magari rispondano al vero, ma solo perché così si confonde l'opinione pubblica e si induce il dubbio di una verità non vera, ma che comunque fa presa, per loro è logico rigettare ogni coinvolgimento. Allora aspettarsi un moto di civile pudore da parte di queste persone, scusa amico, ma mi sembra una pia illusione. Sarai e saremo "bollati" come comunisti forcaioli, come mestatori della verità, come coloro che riescono a capovolgere la realtà (credo che qualcuno abbia già evocato il nome di Molfetta infangato da quanti (noi compresi) stanno propugnando l'ipotesi del crimine, NON, bada bene, CHE SONO LORO, CON LE LORO (eventuali) MALEFATTE AD INFANGARE MOLFETTA ED I SUOI CITTADINI! Un cordiale saluto.



SERVE URGENTEMENTE UNA "petizione popolare" per chiedere le dimissioni del Sen. Azzollini dalla carica di Sindaco di MOLFETTA. I continui scandali che stanno investendo il Comune sono inaccettabili per noi cittadini. Noi cittadini non possiamo più dare credibilità al Sindaco e alla sua giunta! Ogni opera fatta fin'ora (e molte di queste appaiono inutili e solo spreco di denaro pubblico) getta un'ombra di corruzione inaccettabile sull'operato dell'amministrazione comunale. E' difficile credere che il Sindaco non fosse a conoscenza dell'operato dei suoi più fidati collaboratori, persone da Lui elevate a posizioni di responsabilità e da Lui difese strenuamente; o è uno sprovveduto e quindi incapace di governare o era a conoscenza di tutto e di conseguenza non è possibile che continui ad occupare il Suo posto. Il Sindaco è il responsabile di tutto ciò che l'amministrazione fa durante il Suo mandato: è dunque il responsabile POLITICO dell'operato della Sua giunta e dei Suoi dirigenti. Pertanto ribadiamo: D I M I S S I O N I !!! A Molfetta se il Sindaco non sa nulla il suo vice nemmeno allora chi manda avanti la città? Per incompetenze e quando si tratta di assumersi la responsabilità degli errori commessi che siano causati da negligenza o incapacità la soluzione e' la stessa. DEVE DIMETTERSI !!!PUNTO! MOLFETTA NON MERITA QUESTI ATTI DI CONTINUA ABUSO E PREPOTENZA DI QUESTA GIUNTA COMUNALE. LA COSA PIU' ASSURDA E' LA MANCANZA DI UNA OPPOSIZIONE (SINISTRA) CHE ADESSO PIU' CHE MAI PUO' SCALZARE L'ATTUALE AMMINISTRAZIONE IN CARICA TROVANDO PIU' CONSENSO DA PARTE DEI CITTADINI DELUSI E CHE ATTENDO ANCORA CHE IL SINDACO DECIDA DI SCHIERARSI E METTERI A PARTE CIVILE!!!


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