Lo scandalo. Sigilli al nuovo porto di Molfetta: due arresti, l'ing. Balducci e il direttore di cantiere geom. Calderoni, 60 indagati, fra cui l'ex sindaco sen. Azzollini, per presunta truffa da 150 milioni
Operazione D'Artagnan
Agenti della Polizia tributaria e del Corpo forestale dello Stato hanno messo questa mattina i sigilli al nuovo porto commerciale di Molfetta. Arrestati un ex dirigente comunale ing. Enzo Balducci e il direttore del cantiere dellaCmc di Ravenna geom. Giorgio Calderoni per una presunta maxifrode da 150 milioni di euro per la costruzione del nuovo porto. 60 persone indagate fra cui l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, presidente della commissione bilancio del Senato. Gli indagati – ex amministratori pubblici e imprenditori – sono accusati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali. Cominciava così la notizia data la mattina di lunedì 7 ottobre dal nostro quotidiano “Quindici on line” in anteprima assoluta a Molfetta, quando altri cercavano ancora di capire cosa stesse succedendo e si interrogavano sulla possibilità di dare una notizia così rilevante o prendere tempo, optando per la seconda soluzione. Una notizia per noi non imprevedibile, considerato il gran numero di articoli e inchieste che abbiamo condotto sulla costruzione del nuovo porto, mettendo in evidenza anche i possibili risvolti penali della vicenda, che si sono ritrovati puntualmente nelle indagini della Procura della Repubblica. Quello che colpisce di più in questa storia è il ruolo preponderante dell’ex sindaco sen. Antonio Azzollini che, secondo i sostituti procuratori Antonio Savasta e Giuseppe Maralfa coordinati dal Procuratore aggiunto Francesco Giannella, sarebbe stato il dominus di questa presunta truffa, di questo “sistema Molfetta” attraverso il “metodo Azzollini”. Il senatore del Pdl smentisce tutto e chiede di essere ascoltato subito dai giudici e saranno loro che dovranno accertare le presunte responsabilità. Intanto un ringraziamento va alle forze dell’ordine che hanno operato con correttezza e senza farsi condizionare da pressioni di vario tipo. A svolgere le indagini sono state la Guardia di Finanza coordinata dal col. Antonio Quintavalle Cecere e, ancora una volta, come nel caso dell’operazione “Mani sulla città”, il Corpo Forestale dello Stato coordinato dal commissario Giuliano Palomba e dal dirigente Giovanni Misceo. “Quindici” continuerà a raccontare la brutta storia del nuovo porto che forse non vedrà mai la sua conclusione e soprattutto non sembra un’opera destinata a creare prospettive economiche ed occupazionali per la città.