Le dimissioni di Walter Veltroni: parole e sensazioni dei giovani del PD di Molfetta
MOLFETTA - Anche i Giovani Democratici di Molfetta hanno commentato le dimissioni di Veltroni dal Pd.
Ecco la loro riflessione:
«Volti un po' tristi la sera delle dimissioni del segretario, ma tantissimi commenti, diverse voci e, sempre, quella piacevole e positiva animosità che, da tempo ormai, caratterizza il gruppo dei Giovani del Partito Democratico della nostra città.
Quelle voci abbiamo deciso di raccoglierle così come si sono levate: abbiamo voluto farci sentire a proposito di quello che è accaduto nel partito perché noi ci sentiamo fortemente parte di questa idea che Walter Veltroni ha portato avanti in questi mesi come una bandiera e per dire che nei suoi colori noi ci siamo riconosciuti da subito e continuiamo assolutamente a farlo.
Voci di personalità differenti che portano con sé storie di partito, esperienze lavorative e di studio, voglia di non essere semplicemente gente che “sta a guardare” o, peggio, che “esegue un compito impartitogli”. Noi Giovani Democratici ci sentiamo questo e senza paura di farci ascoltare, senza il timore di dover pesare le parole, abbiamo voluto dire la nostra e farlo in modo semplice e diretto, in questo modo insomma:
«[…] forse in questi primi mesi di vita del PD qualcosa non ha funzionato, qualcuno ha sbagliato e Veltroni, per colpe non sue, non ha avuto la forza necessaria per remare contro un sistema fortemente volto al passato, ad alcuni “modi da prima Repubblica”. […] Ma anche se la persona Veltroni si è dignitosamente fatta da parte, a noi sono rimaste le sue idee che sono importanti e la cui eco sappiamo sarà ancora fortissima e fondamentale per la crescita di questo partito. Veltroni voleva un partito forte, che fosse propulsore per un radicale rinnovamento della classe dirigente, sensibile all'ambiente e all'utilizzo di nuove fonti energetiche, che lottasse per garantire un lavoro stabile per i giovani. In tutto questo noi non possiamo riconoscerci perché tutto questo siamo noi e dobbiamo credere di poterlo portare ancora avanti». Roberto
«Veltroni ha saputo accendere in molti giovani la speranza che si potesse fare una politica diversa, fatta di valori e fondata su responsabilità e rispetto. Le sue dimissioni hanno suscitato molta amarezza in tutti quei giovani che si sono avvicinati alla politica proprio grazie a lui che hanno creduto in quel progetto e in quel sogno, ma contemporaneamente, ci hanno mostrato cosa può essere la coerenza di un uomo politico serio, appassionato e generoso – aggettivi di cui oggi si è perso il senso soprattutto in politica – il quale ha voluto far capire, forse proprio a noi giovani, come la politica non sia una cosa personale, ma di tutti. Penso che sia questo l'insegnamento più importante che deve spingerci ad andare avanti a far sì che quel sogno possa essere giorno per giorno sempre più concreto». Sergio
«Dopo le dimissioni del segretario si è subito parlato di una “batosta tremenda” e a tanti buoni propositi sembrava non dovesse seguire nulla di concreto. Lo strumento delle primarie poi si è mostrato subito come una soluzione che avrebbe potuto complicare ulteriormente le cose e portarle lontano ancora di più da quell'esigenza di concretezza che tutti sembravano chiedere a gran voce. Poi c'è stato Franceschini e il suo intervento emozionante con cui ha mostrato di poter essere la persona giusta e di esserlo in continuità con quanto costruito proprio insieme a Veltroni e coraggiosamente proiettato verso il futuro del partito e, magari del paese.
E allora auguri!». Pierpaolo
«[…] forse ad un uomo che credeva veramente nella novità e bontà del suo progetto politico non gli è stato permesso di portarlo avanti. E forse, anche troppo spesso e in occasioni importanti, ci siamo dimostrati incapaci di trasmettere un'idea chiara, precisa, forte incarnata da un leader che andava sostenuto con altrettanta convinzione. Forse abbiamo trasmesso debolezza e confusione nel prendere le decisioni e nel portarle avanti perché il partito ha ceduto troppo spesso ad una politica di personalismi. La voce del partito deve essere una sola, anche se ad essa si è giunti ascoltandone mille di voci! […] Veltroni si è dimesso perché “è un grande” ed è stato capace, cosa rarissima nel nostro paese, di abbandonare dignitosamente la sua poltrona perché ha pensato che quello non fosse più il suo posto. Tutto questo non può non far riflettere soprattutto noi giovani che portiamo entusiasmo e tantissima voglia di fare in questo soggetto politico: forse possiamo dimostrare di essere diversi, più compatti e uniti e pronti a lavorare per un progetto unitario che ci veda sempre tutti insieme. Un leader infatti può essere “forte” solo se unita e forte è la base che lo sostiene: e noi crediamo nel progetto che ha determinato la nascita di questo partito e vogliamo ancora dedicarci con forza a realizzarlo perché noi ci crediamo e possiamo farcela!». Terry
«Walter Veltroni si è dimesso perché è una persona seria e le sue dimissioni sono la conferma che il suo progetto politico avrebbe trovato tantissime difficoltà ad imporsi in una società, quale quella italiana, ricca di corporazioni e di privilegi ed anche in un partito come il PD estremamente variegato e complesso.
Tocca ai giovani PD far sì che quell'idea di politica e di partito continui ad imporsi nonostante le resistenze da parte di certi "dinosauri politici" che intanto si metteranno da parte quando saremo noi militanti (di ogni età) ad isolarli ed a far capire che il PD è nato per costruire un'Italia davvero nuova». Raffaele
Ecco alcune delle nostre voci e delle nostre idee: utopiche per chi non vuole capire e continua a nascondere la testa sotto la sabbia; concrete e fortemente democratiche per chi crede che un paese migliore si può e si deve fare».
I Giovani Democratici