Il 23 maggio 1912, nel rione scolastico di S. Domenico, dov’erano allora parte delle scuole elementari di Molfetta, frazionate anche a “Manzoni, S. Teresa, S. Bernardino, Apicella, (via) “S. Benedetto”, si svolse la festa per l’80° compleanno e pel 25° anno di direzione didattica del “venerando” prof. Saverio de Candia (v. Corriere delle Puglie (= CdP), 25 maggio 1912), il quale, “in questo suo ufficio – scrive Mauro Altomare che lo ebbe a Direttore - seppe illuminare il corpo insegnante con la efficacia dei suoi princìpi filosofici e pedagogici, con la fede nel progresso della educazione dell’infanzia del popolo, seppe insomma sorreggerlo con la vigilanza assidua e con il consiglio paterno fino ai suoi tardi anni” (morì il 25 ottobre 1921) (v. Biografie illustrate…, Molfetta 1937, p. 136, e, in “Quindici” di gen. 2009, La storia di Saverio de Candia, nel pregevole racconto di Liliana Minervini – Gadaleta). L’anno prima (1911), gli stessi insegnanti festeggiarono nel giorno del suo compleanno il loro Direttore, che pure “uno di pochi sacerdoti insigni e dotti di antico stampo, che ancora avanzano in una città, che n’era un tempo ricca” – dice di lui Francesco Carabellese nel recensire in “Rassegna Pugliese” del nov. 1900 (p. 238) la Commemorazione di Vito Fornari, pubblicata dal de Candia dopo la scomparsa a Napoli (6 marzo 1900) dell’Abate (n. a Molfetta 1821) - , era stato da loro eletto Presidente della Società Magistrale di Molfetta, fin dalla sua costituzione nel gennaio 1904. A quei maestri che, “memori del lungo e zelante lavoro compiuto dal vecchio educatore, vollero attestargli il plauso del loro animo devoto”, Saverio de Candia disse “in corrispondenza uno splendido discorso sulla Scuola laica, adeguato alla sua vasta cultura e alle sue riflessioni filosofiche”, che terminò ricordando la figura di Dante Alighieri, come “quegli che inculcò fin dai tempi suoi la scuola laica” (CdP, 25 maggio 1911). Del sommo poeta il de Candia fu conoscitore profondo e “volle onorarsi di essere effigiato – scrive l’Altomare – con l’immortale suo poema nei quadri fotografici” (p. 137), come nel dipinto fatto nel 1910 da suo nipote Tommaso, Capitano dell’esercito, morto da valoroso in guerra nel 1916 (v. Ignazio de Candia, Tommaso de Candia eroe e pittore, Molfetta 1927). ****** Tornando al 1904, quando, “per effetto del nuovo risveglio della classe magistrale italiana nell’organizzarsi nel tutelare i propri diritti ed interessi”, venne istituita anche a Molfetta una Associazione di maestri” – scrive Mauro Altomare (1867 – 1944), che ne fece parte (Biografie cit.), gli stessi insegnanti elessero “per acclamazione il loro Direttore didattico presidente dell’Associazione (v. CdP, 1 febbraio 1904), nella seduta plenaria in cui, dopo “lunga e serena discussione approvarono lo Statuto che li riuniva in Società per la tutela degl’interessi morali e materiali della scuola e dei maestri. Nel detto Statuto si faceva cenno anche della partecipazione che la Società avrebbe preso nelle lotte amministrative e politiche, perche si formasse il partito della scuola”, che in quegli anni andava prospettando l’on. Luigi Credaro, presidente dell’Unione Magistrale Nazionale (UMN), fondata a Roma nel 1901. Saverio de Candia, nell’accettare la carica, dichiarò da parte sua “di sentirsi altamente onorato di rappresentare la benemerita classe degli operai del pensiero e che avrebbe speso tutta l’opera sua, scevra da ambizioni personali, a vantaggio della scuola e dei maestri, appellandosi al principio si solidarietà che avrebbe dovuto regnare sovrano nel cuore e nella mente di ciascun insegnate specie in quell’ora presente in cui la classe magistrale italiana si agitava per la conquista dei suoi diritti.” Vice Presidente dell’Associadi Pasquale Minervini Centro Studi Molfettesi La scuola elementare “Manzoni” LT U R A 23 15 aprile 2011 zione fu eletto “a maggioranza” Michele Ferrorelli; Vice Segretario: Mauro Poli (1875 – 1961) (sul quale v. Molfetta nostra, nov. – dic. 1961, p.8); Cassiere: Francesco Maggialetti; Consiglieri: Nicoletta Labianca, Isabella Gadaleta, Mauro Luigi Modugno, che nel 1907 sarà festeggiato, con discorsi tenuti dal de Candia e dal Poli, per i suoi 8 lustri di insegnamento (v. CdP 24 febbraio 1907), e Stefano Salvemini. Quest’ultimo già noto per un suo intervento sulla scuola serale nella conferenza tenuta a Molfetta il 1° gen. 1902 da Gaetano Salvemini (v. G. Salvemini, Corrispondenze pugliesi, Molfetta 1989 pp. 17 – 19), con il quale fu anche in rapporti epistolari da studente universitario a Firenze (v. G. Salvemini, Carteggio 1902, p. 488, e, tra il 1903 – 1904, Archivio G. Salvemini inventario della corrispondenza, Bologna 2007, p. 150), citandolo poi nella sua pubblicazione I Balestrieri nel Comume di Firenze (Bari 1905), che nella copia della biblioteca comunale di Molfetta ha la dedica autografa dell’Autore “al Preside del Liceo Giovanni Panunzio colla devozione di un discepolo”. Inoltre, nel 1907 pubblicherà, con la Tip. M. Conte di Molfetta, Una imitazione dei “Suppositi” dell’Ariosto? Appunti e Ricerche, dedicata a suo zio prof. Antonio Salvemini. Nel 1911 subentrò a Saverio de Candia come presidente dell’Associazione (v. CdP, 24 ago. 1911). Dopo aver partecipata con un telegramma la costituzione della “novella società” al Presidente dell’UMN on. Credaro, i soci della stessa, il 12 e 13 febbraio tennero un’assemblea per rispondere al Referendum che la Commissione direttiva dell’UMN aveva proposto sul disegno di legge “Sui provvedimenti per la scuola e per i maestri” che il Ministro della P.I. Vittorio Emanuele Orlando aveva presentato alla Camera il 30 gennaio. Valutata la complessità della legge e la mancanza di emendamenti, “di cui la legge avrebbe avuto bisogno per tornare veramente proficua alla scuola e ai maestri e non riuscire una nuova delusione”, l’Assemblea, dopo aver fatto essa alcune precisazioni, con la maggioranza di 61 voti su 63 presenti, deliberò di astenersi dal rispondere al Referendum e di partecipare la deliberazione alla stessa UMN col comunicarla anche alle altre sezioni e ai giornali, tra i quali il “Corriere delle Puglie” su cui apparve il 18 febbraio 1904. ****** Per far discutere sul disegno di legge Orlando anche “gli amici della scuola” interessati, un comitato cittadino, presieduto dallo stesso Direttore de Candia, organizzò un Comizio pro schola, che si tenne il pomeriggio del 28 febbraio nel salone grande dell’ex convento di S. Domenico (v. CdP, 1 marzo 1904). Al comizio partecipò anche l’on. Pietro Pansini, deputato del Collegio di Molfetta, al quale fu dato l’incarico di portare al Ministro Orlando l’ordine del giorno letto dal direttore de Candia e votato dagli intervenuti. Tra questi vi furono le rappresentanze e i soci di quasi tutti i circoli e società operaie di Molfetta, il preside del liceo Giovanni Panunzio, l’assessore alla P.I. Vito Panunzio (della Giunta Comunale con sindaco Francesco Picca). Tra gli altri, intervennero: il Direttore didattico di Altamura, prof. Gaetano Grilli, rappresentante anche la Federazione Magistrale Marchigiana, quella di Ancona e l’altra di Altamura; Rocco Porzia, rappresentante il gruppo di Bitetto e società operaie di colà; Cannito, rappresentante il gruppo di Trani; il prof. Pinetti, della sezione Barese dei professori di scuole medie; il Direttore Didattico Belmonte, rappresentante il gruppo di Giovinazzo; Siciliani Direttore Didattico e maestri di Bisceglie; Converso, rappresentante la sezione Magistrale della provincia di Bari; e tra le rappresentanti delle maestre la nostra Rosaria Scardigno. Al Comizio parlò anche Alessandro Guidati (noto amico di Gaetano Salvemini), che “reclamò in altra forma i diritti di una classe come quella dei maestri per i quali bisognava imporsi con vivacità al governo” (allora presieduto da Giovanni Giolitti). Dopo di lui anche il Consigliere Provinciale Guglielmo Schiralli di Corato “espose con entusiasmo la causa santa e giusta della scuola, portando la sua nota di socialista e facendo un fervorino sulla necessità della grande Federazione Magistrale alludendo quasi alla minaccia di uno sciopero”. L’intervento invece di Gioacchino Poli, che disse essere il comizio “al di fuori ed al di sopra della politica”, servì a riportare la calma tra il pubblico quando a un certo punto “successe un vero pandemonio” per certe proteste da parte di alcuni socialisti presenti nella sala, ed entrarono addirittura i carabinieri per impedire “una qualche forma di ostruzionismo del comizio”. I socialisti uscirono allora in massa e andarono alla Lega di Resistenza dei muratori per ascoltare un conferenziere di Genova. Del Comizio furono date altre notizie nel “Corriere” del 2 e 4 marzo successivi e nel “Giornale d’Italia” di quei giorni. ****** Della questione delle scuole primarie e del progetto Orlando si interessò allora anche Gaetano Salvemini, che pubblicò un primo articolo nella “Critica Sociale” del 16 marzo. Letto il quale, Francesco Picca, interessato forse come Sindaco all’obbligo imposto ai Comuni dalla nuova legge sui provvedimenti contro l’analfabetismo, gli scrisse il 28 seguente: “aspetto la seconda parte (dell’articolo), che se non vedessi completa ti scriverò per darti delle notizie per cui forse potresti fare una terza parte: o meglio se domani ho tempo te ne scriverò” (da una lettera inedita in Archivio G. Salvemini Firenze, dove non si conserva però alcun altra lettera di Picca al riguardo). Salvemini da parte sua dopo aver pubblicato il 16 aprile un secondo articolo, si occupò dei provvedimenti per i maestri nella “Critica Sociale” dell’ 1 maggio, dove criticò l’Unione Magistrale sull’iniziativa del Referendum presa dal suo Comitato direttivo (v. tutti e tre gli articoli in Scritti sulla scuola, pp. 157 – 186). Approvata nel luglio 1904 la legge Orlando, la Società Magistrale di Molfetta come sezione dell’UMN, ritenne opportuno che le molte questioni derivanti dall’applicazione di essa legge e quelle riguardanti la classe magistrale italiana fossero lumeggiate, chiarite e interamente risolte dal corpo insegnate in un Congresso dell’UMN da tenersi al più presto (proponendo come sede Bari) per non ritardare la soluzione completa di esse questioni e i benefìci che ne venivano e che ne sarebbero venuti al corpo magistrale e alla scuola. Perciò, dopo larga discussione sul tema, l’Associazione rese nota la sua deliberazione con una lettera, datata 19 maggio 1905 a firma del Presidente Saverio de Candia, pubblicata in “Corriere delle Puglie” del 21 maggio 1905.
Autore: Pasquale Minervini