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La sinistra si riorganizza I Ds si aggregano attorno a “Rinascere”
15 giugno 2001

Preso atto del disastroso risultato elettorale, la sinistra molfettese prova a riorganizzarsi, fra strascichi della sconfitta e segnali di ripresa. Sono i Democratici di sinistra, fra i più penalizzati dal voto del 13 maggio con il loro risicato 3,5%, a vivere i maggiori scossoni. Si intitola “Rinascere” l’appello, seguito da 47 firme, che invita “tutti i cittadini democratici che non si vogliono rassegnare, a tornare all’impegno politico al fine di rafforzare la sinistra, l’Ulivo e Molfetta”. Una chiamata alle armi, rivolta a tutti coloro che abbiano o no esperienza di partito, che si siano avvicinati alla politica durante gli ultimi anni e se ne siano magari allontanati delusi, che sentano questo come il momento tornare a diventare protagonisti. Come? Ripopolando le sezioni di partito, dal momento che oggi, come si legge ancora nell’appello, “non basta più solo l’impegno nei movimenti e nelle associazioni, la nobile testimonianza della società civile. E allora noi donne e uomini di sinistra che crediamo nei valori della solidarietà e dell’equità, della legalità e della democrazia abbiamo scelto di contribuire alla rinascita dei Democratici di Sinistra della nostra città”. Non necessariamente i firmatari si impegnano a prendere la tessera dei Ds, sono donne e uomini con storie differenti, fra i quali l’ex senatore molfettese Mimmo Favuzzi, ma anche ex consiglieri ed assessori o semplici cittadini, che ritengono sia necessario ritrovare il gusto della politica, avendo come obiettivo ultimo quello di rafforzare la coalizione, l’Ulivo, affinché possa riproporsi a pieno titolo come forza di governo. E vista la situazione sembra proprio che di loro ci sia bisogno. All’appello seguirà un’assemblea pubblica, dopo di che coloro che avranno fatto la scelta di iscriversi entreranno nei Ds e all’interno di questo partito cominceranno a lavorare. Un partito che mentre attende di “Rinascere” vive un momento particolarmente travagliato, con le dimissioni del segretario, Peppino Panunzio (nella foto), del tesoriere Michele Natalicchio e di Gianfranco Cormio, presidente del comitato di garanzia. Insomma la debacle elettorale ha determinato una doppia reazione: da un lato la presa di coscienza da parte di molti esterni al partito di dover ritornare alla politica attiva dopo un lungo periodo di disimpegno, e dall’altro un dibattito tutto interno, con toni spesso da “resa dei conti”, che ha portato alle dimissioni della segreteria. “I Ds di Molfetta vogliono continuare a farsi del male, ma io a questo gioco al massacro non ci sto”, è chiaro Peppino Panunzio, ex segretario locale del partito, nello spiegare le ragioni della sua scelta. “Proprio nel momento in cui nuove persone hanno deciso di avvicinarsi ai Ds, noi stiamo dando questo indecoroso spettacolo, con le continue richieste di azzeramento delle cariche avanzate da molti compagni. Bene, se il problema sono io, mi faccio da parte nella speranza che questo mio gesto possa davvero rafforzare il partito”. Più di uno infatti all’indomani della pesante sconfitta elettorale, aveva chiesto di fare “piazza pulita” del gruppo dirigente che ha portato la Quercia ai suoi minimi storici. “Quasi che io, segretario da appena un anno, sia l’unico responsabile – continua Panunzio – e non lo siano invece tutti coloro che hanno diretto questo partito prima di me, che mi hanno pregato di assumerne la segreteria e che oggi mi voltano le spalle”. Concetto ribadito anche da un altro membro dimissionario del direttivo, Michele Natalicchio: “Ora si cercano solo capri espiatori, e molti sfuggono alle proprie responsabilità storiche nella gestione dei Ds scaricando tutta la colpa su di noi. Il nostro proposito era solo quello di garantire una continuità alla vita del partito fino al prossimo congresso, ma molti compagni della vecchia guardia lo hanno interpretato come superattaccamento alle poltrone. E’ inaccettabile, per questo ci dimettiamo”. Ora non è ancora chiaro a chi toccherà traghettare il partito fino al congresso che promette di essere davvero molto acceso: “E’ chiaro che occorre trovare subito all’interno del partito, e aprendosi alle nuove forze che si stanno affacciando, la soluzione per arrivare al momento congressuale – dice Corrado Minervini, 25 anni, unico consigliere comunale eletto nella Quercia –. Io escluderei qualsiasi ipotesi di commissariamento”. Insomma una rinascita faticosa e non priva di ostacoli, ma forse proprio per questo sfida più avvincente. Giulio Calvani
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