La lunga scia di sangue sulle strade
Dieci vite divorate dalla strada. Questo il pesantissimo bilancio estivo a cui va aggiunta un'altra vita rubata alla fine di novembre, strappata dall'imprudenza che sfiora la pazzia. Luigi Squeo, Marco Messina, Domenico Gentili, Giuseppe Tridente, Lazzaro Rizzi, Sergio de Gennaro, Annalisa de Ceglia, Elisabetta Cagnetta, Vittoria De Candia e Dritan Oksa vittime di un “destino” infame. È troppo,anche per una città come Molfetta. Si sono spese moltissime parole a riguardo che, però, non hanno portato a nessun frutto tangibile. Hanno continuato a frullare in testa per un po' ma lo “sterile” ricordo non basta a far prendere coscienza a chi è al volante che si sente autorizzato a mettere a repentaglio le vite di chiunque capiti sulla carreggiata. L'importante è divertirsi, provare quel brio che solo una situazione di estremo pericolo può dare, tanto la fortuna è sempre a fianco a noi! Non vi è un profondo senso di responsabilità di chi è al volante nei confronti persino dei suoi passeggeri, figurarsi per chi si trova sull'altra corsia. “E' tardi devo tornare a casa, spingo un po' di più l'acceleratore, tanto non vedo nessuno …”, può essere stato l'ultimo pensiero di qualcuno prima di vedersi strappare via la vita. La verità è che non c'è rispetto, si pensa solo alle proprie esigenze, stupidamente tra l'altro, senza nemmeno valutare i rischi che Io stesso corro se mi metto in strada ubriaco o guido con di s t ra z ione o senza casco. Purtroppo nove delle dieci vittime sono giovani e quindi la loro scomparsa fa più male, appare più ingiusta. È un errore pensare che questi siano episodi sporadici. Ogni giorno si vedono i cosiddetti “centauri della strada” che scambiano un semplice ponte per le montagne russe, gente che sorpassa a destra, semafori periodicamente rotti (via Berlinguer e p.zza Vittorio Emanuele), mancate precedenze, parcheggi selvaggi. Regna il Far West dei comportamenti stradali in città.
Autore: Serenella D'Ingeo