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La Guardia di Finanza sequestra a Corato il Nicotel Wellness
16 novembre 2004

CORATO – 16.11.2004 La Compagnia della Guardia di Finanza di Trani, su ordine dalla Procura della Repubblica, ha eseguito a Corato il sequestro preventivo del “Nicotel Wellness”, una delle più moderne strutture alberghiere locali (nella foto). Il provvedimento, a firma del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, è scaturito da accurate indagini dei finanzieri, che hanno consentito di svelare un elaborato meccanismo con cui erano state richieste ed ottenute delle irregolari autorizzazioni per l'edificazione della struttura. L'albergo infatti sorge in una zona di edilizia popolare, cosiddetta “167”, in cui qualsiasi intervento edile è espressamente vincolato dalla legge e dal piano regolatore regionale nelle sue finalità. Le uniche opere edificabili in simili quartieri, oltre agli edifici destinati a civili abitazioni e fatto salvo il rilascio di specifici provvedimenti, sono infatti quelle che abbiano una utilità sociale per gli stessi residenti (quali chiese, caserme, giardini, centri commerciali, etc.). Proprio in virtù di questo vincolo, i proprietari della struttura ricettiva, tra sospensioni e riprese dei lavori, nel corso degli anni erano riusciti ad ottenere i prescritti permessi con uno stratagemma. Dapprima con una mirata operazione finanziaria avevano acquistato un noto centro sportivo esistente in via Gravina, poi, con la complicità di alcuni funzionari pubblici comunali, avevano camuffato l'edificazione dell'albergo come un ampliamento dell'attigua struttura sportiva, ottenendo tutte le autorizzazioni per la sua costruzione e per il suo esercizio. Le disposizioni in materia di turismo contemplano infatti, tra le varie tipologie di strutture ricettive, gli alberghi centro benessere, in cui il soggiorno sia per l'appunto volto allo sfruttamento di pratiche sportive o riabilitative. Per gli inquirenti tenuto anche conto delle conclusioni del consulente tecnico nominato dall'A.G., non è stato difficile accertarsi che, le strutture anzidette andavano piuttosto fatte rientrare nell'ambito di quegli insediamenti produttivi che non possono sorgere nei quartieri di edilizia popolare, in quanto non dirette al soddisfacimento delle primarie esigenze dei residenti. Per giunta, l'inquadramento come opera asservita alla zona “167” ha consentito ai proprietari dell'albergo di ottenere cospicui risparmi sugli oneri da versare alle casse comunali per ottenere le autorizzazioni edili. Unitamente al decreto di sequestro, i Finanzieri hanno notificato sette informazioni di garanzia. Nel registro degli indagati sono finiti i responsabili della struttura, nonché quattro funzionari pubblici del Comune di Corato.
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