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Innovazione, cultura e controcultura, una chiacchierata con Guglielmo Minervini Lunedì 10 novembre alle 17.30 nodo Zero – Comitato Minervini, Via Putignani 14
09 novembre 2014

BARI - Parliamo spesso, troppo spesso, di innovazione senza riflettere veramente su obiettivi concreti, collegati ad uno sviluppo reale, economico e sociale; in realtà esprimiamo spesso una volontà a non realizzare nessun cambiamento, ma a restare fermi; “fare manutenzione” degli attuali modelli di sviluppo, cercando di renderli ancora possibili, nonostante forti crisi strutturali, e sostenendo un consolidato ma ormai inefficace equilibrio.

Un libro di qualche anno fa, “From Counterculture to Cyberculture” di Fred Turner della Chicago University, racconta come una origine dei successi nella California tecnologica sia nella capacità di “visione” derivata dai profondi cambiamenti derivati dal “movimento studentesco” degli ani ’70.

Steve Jobs lo racconterà nel 2005 agli studenti della Stanford University, con il ricordo del “be foolish be hungry”,

Vogliamo provare a fare una riflessione attuale su questa condizione di “cambiamento” per arrivare ad una piattaforma di governo che includa modalità vere di innovazione.

Vogliamo coniugare le possibilità tecnologiche, troppo spesso interpretate come sola ispirazione alla innovazione e non come piattaforma abilitante per altri elementi, con le necessarie modifiche culturali. Vogliamo riflettere sulle infrastrutture necessarie a partire dalla Scuola.

Vogliamo capire come costruire una generazione che ritrovi il progresso come valore di crescita.

Vogliamo capire come ogni elemento disponibile al cambiamento, dalla musica al teatro, possa partecipare alla nostra costruzione.

Naturalmente vogliamo discutere con le imprese, che possano raccogliere questo cambiamento per generare sviluppo e far crescere occupazione.

Ne parliamo con:

Teresa Masciopinto - Banca Etica

Pino Bruno - Giornalista, direttore di Tom’s Hardware

Nicola Mele - Imprenditore

Giusy Frallonardo - Attrice

Damiano Petruzzella - Ricercatore progetti Agrofood

Giusy Ottonelli - Startupper

Mario Citelli Guglielmo Minervini

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Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere, e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie………. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che noi abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola ci rassicurano. Eppure occorre risvegliarsi dalle quiete apparente delle nostre idee mitizzate, perché molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nelle pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica, perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo. “ Chi non ha il coraggio di aprirsi alla crisi, rinunciando alle idee-mito che finora hanno diretto la sua vita, si espone a quella inquietudine propria di chi più non capisce, più non si orienta”.
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