Recupero Password
In nome della donna un patto di non violenza Consulta femminile contro il femminicidio
15 dicembre 2013

Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, le tre sorelle Mirabal furono torturate e uccise dagli agenti del dittatore Rafael Trujillo, colpevoli di aver lottato per la liberazione del loro paese dal totalitarismo. Al loro ricordo è stata consacrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in occasione della quale la Consulta Femminile della città di Molfetta ha voluto compiere un’opera di sensibilizzazione della comunità cittadina, attraverso l’organizzazione di un convegno presso la Sala “Beniamino Finocchiaro”. La manifestazione “In nome della donna: un patto di non violenza” è stata indirizzata a studenti, studentesse e docenti degli istituti di secondo grado della nostra città e ha conosciuto un importante coronamento nella riunione monotematica del Consiglio Comunale, finalizzata alla discussione e all’approvazione di un documento teso a scongiurare e combattere il fenomeno della violenza di genere. A sovraintendere alla mattinata di studi e testimonianze la professoressa Alina Gadaleta Caldarola, Presidente della Consulta Femminile di Molfetta e organizzatrice del convegno, che ha introdotto i lavori ed esplicato le finalità della manifestazione, sottolineando l’importanza del protagonismo degli studenti, cui spetterà il difficile, ma stimolante, compito di progettare un futuro migliore per la nostra società. In apertura dei lavori, le “intense e fortemente simboliche” immagini di un suggestivo filmato sul tema della violenza di genere (Elena Roselli come modella e Marianna Messina al make-up). Successivamente l’Associazione teatrale “Malalingua” ha presentato il toccante spettacolo Di porpora il mare, scritto da Marianna de Pinto (sulla scorta di testi di Lella Costa, Serena Dandini e Alessandra Raichi) e interpretato, oltre che dall’autrice, dalle bravissime Ylenia Tattoli, Gabriella Caputi e dall’appassionata cantastorie Zaira de Candia. La voce suadente e l’euforica melanconia della de Pinto ci catapultano in una sorta di oltremondo destinato alle ormai troppo numerose vittime di femminicidi. Una sorta di limbo in cui ripensare al passato, rivivere le stimmate della violenza o abbandonarsi a una danza liberatoria, per poi accorgersi che forse nulla è cambiato. Che il verbo della violazione continuerà a ottundere il respiro (è il caso della donna-vassoio e del suo inferno di sushi), a soffocare le parole, a operare la demolizione sistematica di creature assassinate nell’anima, ben prima di essere stroncate dalla lama di un coltello. A seguire gli interventi delle autorità, moderati dalla dott.ssa Elvira Zaccagnino, direttore generale della casa editrice “La Meridiana”. È proprio la Zaccagnino a proporre a ciascun relatore di individuare le parole chiave dell’atavico paradigma della violenza, per poi contrapporvi e trascrivere su un cartellone, come in un ideale atto notarile, quelle della non violenza, a suggello del nuovo patto tra uomo e donna. Il vicesindaco e assessore alle politiche sociali Bepi Maralfa sottolinea come numerose e subdole siano le manifestazioni della violenza di genere ed effettua un accorato richiamo alla solidarietà, perché si strutturi una vera a propria “rete di sostegno” nei confronti di chi subisce “condotte lesive della psiche”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla cultura Betta Mongelli, che auspica, con l’impegno a promuoverla in prima persona nella nostra città, la creazione di un luogo in cui le donne possano confrontarsi, socializzare le esperienze, declinare il verbo della solidarietà. Il Sindaco Paola Natalicchio sottolinea la necessità di evidenziare, non lasciar passare sotto silenzio gli episodi di violenza. Raccontare le storie (come ha fatto Concita de Gregorio in Malamore) deve servire a innescare un effetto domino, che contrasti il virus della violenza. È dalle testimonianze, dalla “carne viva delle cose” che si dovrà ripartire per scardinare corazze d’indifferenza e svelare il male che si consuma e alimenta nel silenzio. Il Sindaco non manca di far riferimento alle difficoltà incontrate nel corso della sua campagna elettorale e ai ripetuti tentativi di frange cittadine maschiliste di delegittimarla in quanto giovane donna. È la volta delle testimonianze, appassionate e sobrie al contempo, che hanno coinvolto e commosso la silenziosa e attenta platea studentesca. Ilaria Chiapparino, presidente di “OASI 2”, ha affrontato l’annosa questione della tratta femminile. Emergono storie di povertà materiale e culturale: di donne colombiane protagoniste di una sorta di pendolarismo della prostituzione tra Italia e Spagna; di “Madame” nigeriane, un tempo vittime della tratta e ora carnefici di giovani donne, irretite in una spirale di violenza, alimentata anche da superstizioni tribali (le pratiche voodoo). Magda Terrevoli, presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia) della Regione Puglia, dopo aver sottolineato con soddisfazione le numerose presenze femminili nella giunta molfettese (“una sorta di Nemesi rispetto al recente passato”) riflette, con l’ausilio di un filmato di Giovanna Galletti e Gianna Mazzini, sugli stereotipi di genere. Ribadisce come sia necessario scardinare l’obsoleto paradigma che relega la donna al ruolo di casalinga, felicemente succube dell’uomo, o a quello di sensuale virago, dominatrice di figure maschili svirilizzate. Collocarsi “fuori dall’ordine” significa rinunciare a definire l’identità femminile esclusivamente in relazione all’uomo, perché le differenze di genere possano davvero essere considerate come ricchezza sociale. Lucida e al contempo commovente la testimonianza di Rosa Maria Scorese, che ha rievocato la tragica esperienza di sua sorella Santa. La sua esistenza luminosa, alimentata dalla fede e dalla dedizione al prossimo, è stata stroncata il 15 marzo 1991 dalla mano di uno stalker. Il delitto è stato solo l’ultimo atto di una persecuzione durata ben tre anni, in cui una “catena di debolezze e grandi omissioni” da parte delle autorità ha negato alla giovane quella protezione che forse ne avrebbe preservato il sorriso. Oggi, Santa Scorese è venerata come serva di Dio, Vergine e Martire dalla Chiesa cattolica; la sua esperienza è ricostruita nel volume Santa che voleva solo vivere, edito dalla “Meridiana”, e a lei è stato dedicato lo spettacolo-oratorio di Alfredo Traversa Santa delle perseguitate, inno a un’esistenza ch’è stata cantico di luce a dispetto della violenza. Al termine delle testimonianze, la prof.ssa Gadaleta Caldarola ha ceduto la parola agli studenti, che, con la passione che li caratterizza, hanno recitato, musicato, tradotto in immagini le loro emozioni. Si sono alternate, nell’ordine, rappresentanze di allievi dell’ITIS “Galileo Ferraris”, dell’IPSIAM “Amerigo Vespucci” (le alunne sono state artefici del simbolo della giornata, un fiocco rosso), del Liceo Scientifico “Einstein” e del Liceo Classico “Leonardo da Vinci”, del Liceo Pedagogico “Vito Fornari”, dell’ITCG “Gaetano Salvemini” (istituto in cui la Presidente della Consulta Femminile è docente di Lettere), dell’IPSSAR, dell’IPSC “Mons. Bello”. Un flash mob ha concluso la mattinata. La riflessione germoglia, indugia sulle parole trascritte sul cartellone. Il paradigma della violenza si alimenta attraverso il subdolo controllo esercitato sull’altrui vita e l’isolamento; si consuma nel silenzio, come un virus corrosivo, figlio del buio e della miopia. Spetta a noi sradicare questo modello oscuro, contrapporgli un diverso “contagio”, quello della non violenza, che si afferma con l’educazione, l’evidenziazione delle storture, la preservazione dell’integrità personale. Solo così l’urlo soffocato potrà dispiegarsi in canto e passi sicuri potranno condurre le donne per le strade delle nostre città.

Autore: Gianni Antonio Palumbo
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet