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Il pasticcio del nuovo regolamento edilizio Rosalba Gadaleta: troppi errori
15 novembre 2017

Tra gli argomenti che hanno suscitato maggiori fibrillazioni in Consiglio comunale c’è sicuramente l’urbanistica, il particolare l’adeguamento del Regolamento Edilizio. Tale provvedimento, infatti, è stato prima inserito nell’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio comunale (decretandone anche la convocazione al fine di rispettare i limiti imposti dalla legge per la sua approvazione) e poi ritirato per consentire un più ampio dibattito tra addetti ai lavori, mondo associativo e cittadinanza attiva. Alla richiesta di ritiro, le opposizioni hanno vibratamente protestato, manifestando il timore che, non approvandolo in tempo utile, il Consiglio comunale potesse essere esautorato, lasciando ogni decisione nelle mani dei tecnici dell’Ufficio Tecnico Comunale (UTC). Il provvedimento è stato ritirato ma è stata avviata una fase di consultazioni, di incontri, di commissioni per raccogliere suggerimenti e proposte, prima di un nuovo passaggio nella massima assise cittadina. Al momento di andare in stampa, l’adeguamento non è stato ancora presentato in Consiglio comunale (la discussione è in programma il 13 novembre) ma Quindici ha voluto approfondire l’argomento, discutendone con l’ex assessore all’Urbanistica Rosalba Gadaleta. Avv. Gadaleta il Comune di Molfetta approva un nuovo Regolamento Edilizio. Perché? «Va subito precisato che non si tratta di una iniziativa autonoma voluta dal Comune di Molfetta ma di un adempimento previsto dall’Intesa della Conferenza Stato-Regioni di fine 2016: l’art. 4 del dpr 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) prevede che il Governo, le Regioni e le autonomie locali concludano in sede di Conferenza unificata accordi per l’adozione di uno schema di regolamento edilizio tipo, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti e questo è quanto è accaduto. Il 20 ottobre 2016 è stata sottoscritta l’intesa tra il Governo, le Regioni e i Comuni concernete l’approvazione dello schema di Regolamento Edilizio-Tipo (RET) che si compone di due sezioni: le “Definizioni uniformi” e la “Raccolta delle disposizioni sovraordinate in materia edilizia”. La Regione Puglia ha recepito il Regolamento Edilizio-Tipo nazionale con la Delibera 554/2017 e la L.R. n. 11/2017, e dunque ai Comuni non resta che adeguare i propri Regolamenti allo schema approvato a livello nazionale nel termine di 180 giorni e cioè entro il 16 ottobre, con deliberazione di Consiglio Comunale, e nei successivi 30 giorni, cioè entro il 16 novembre, con determinazione del Dirigente dell’Ufficio Tecnico. Tuttavia, constatata la difficoltà dei Comuni di rispettare tali scadenze, la data ultima per l’adeguamento è stata fatta slittare dalla Regione al 31.12.2017. Superato questo termine, il Regolamento Tipo entra automaticamente in vigore sostituendo le norme incompatibili del vecchio R.E. Nel caso del Comune di Molfetta il primo termine è decorso senza che il Consiglio Comunale sia riuscito a deliberare in merito e dunque l’Amministrazione potrà utilizzare il termine prorogato». Cosa prevede il R.E.T. (Regolamento Edilizio Tipo)? «L’intervento normativo ha una doppia finalità: quella di semplificare e uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale e quella di introdurre soluzioni per il risparmio energetico. Per questo motivo sono previsti contenuti minimi e inderogabili sulle definizioni degli interventi e sulle procedure autorizzative e, sempre per tale motivo, è stata effettuata una ricognizione delle leggi vigenti sull’uso del territorio e sull’attività edilizia. Va detto che per superare le difficoltà della applicazione della nuova normativa sono intervenuti accordi e intese tra l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – n.d.r.) e la Regione ed è stato stabilito, con norma transitoria della legge regionale, che tutte le pratiche edilizie depositate o presentate entro il 15 novembre 2017 (ma forse detto termine verrà fatto slittare in conseguenza della proroga) saranno istruite e definite applicando la regolamentazione comunale previgente. Da quella data in poi le pratiche edilizie dovranno uniformarsi al nuovo testo di Regolamento. Va detto inoltre che sia l’Intesa della Conferenza Stato-Regioni, sia la DGR 554/2017 impongono che restino immutate le previsioni dimensionali dei Piani: solo in questo modo ai Comuni basterà recepire le nuove definizioni con una semplice deliberazione di Consiglio o atto dirigenziale e non invece attraverso la procedura più complessa prevista per le varianti urbanistiche». Come ha deciso di procedere il Comune di Molfetta? «Il Comune di Molfetta, non potendosi sottrarre all’obbligo normativo, ha dovuto mettere mano al Regolamento Edilizio vigente, parte integrante del PRG, considerato a Molfetta il sacro Totem dell’urbanistica. E tuttavia, a me sembra, che siano stati commessi diversi errori. In primo luogo sono stati sbagliati i tempi: l’Assessore all’Urbanistica ha portato il testo di R.E. in Consiglio Comunale fuori tempo massimo, dato che il termine per l’approvazione in sede consiliare scadeva proprio il 16 ottobre (stesso giorno di convocazione del Consiglio). Questo non ha consentito di eliminare una serie di illegittimità e di incongruenze esistenti nel testo e nel procedimento e così la stessa Amministrazione ha deciso di fare marcia indietro, rinunciando all’approvazione in quella sede in nome di una tardiva partecipazione. Ora è venuta in soccorso dei Comuni la proroga al 31 dicembre 2017; vedremo se il maggior tempo a disposizione consentirà ai progettisti e consulenti di predisporre un testo più meditato, più chiaro e trasparente e, soprattutto, più funzionale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. E vedremo anche se l’Amministrazione vorrà recepire le indicazioni che verranno da Agenda XXI, già articolate in un documento proveniente dal Forum riunitosi per esaminare il testo proposto. Sono stati sbagliati i modi: con avviso pubblico del 3 ottobre, pubblicato – se non erro- lo stesso giorno della convocazione fissata per il 9 ottobre pomeriggio, è stato indetto un confronto con “i rappresentanti degli ordini professionali (anche se non è chiaro a quali Ordini il Comune si sia rivolto e con quali modalità). Ciò che emerge con evidenza è che il Dirigente del Settore Territorio ha avviato il procedimento con una partecipazione meramente formale, ma poi in Consiglio lo stesso Assessore al ramo ha dichiarato di ritirare il provvedimento perché ha ritenuto che la partecipazione fosse importante e potrebbe dare contributi decisivi. E dunque, o l’Assessore contraddice l’operato del Dirigente oppure quella della partecipazione è una foglia di fico dietro la quale si è deciso di nascondere la revoca di un provvedimento che non aveva tutti i requisiti per essere approvato. Sono sbagliati i contenuti: il Regolamento Edilizio proposto, nel suo complesso, è un’occasione mancata perché rinuncia ad imprimere una concreta svolta in chiave di sostenibilità nel settore edilizio e dunque ad innescare quei meccanismi di moltiplicatore economico che la vecchia opposizione, oggi maggioranza, ha sempre invocato; sotto altro profilo non si comprende se effettivamente il nuovo Regolamento non produce variazioni rispetto all’impatto del PRG in vigore, perché né l’Amministrazione, né il Dirigente dell’U.T.C., né il professionista incaricato del supporto progettuale, fino ad oggi, si sono pronunciati con chiarezza su questo punto di rilevanza decisiva». Come valuta la proposta di Regolamento Edilizio che l’Amministrazione comunale ha predisposto? «Premesso che l’aggiornamento del Regolamento Edilizio è un fatto positivo in sé, considerato che il testo attualmente in vigore risale a circa un ventennio fa, mi pare che si potesse fare molto di più anche per rispettare lo spirito dell’Intesa Stato-Regioni e del Regolamento Tipo regionale, che insistono molto sulla semplificazione e sulla sostenibilità, nonché sulla invarianza del saldo del PRG; al contrario, il Regolamento proposto per il Comune di Molfetta pare più improntato al concetto di “salvaguardia” di meccanismi ormai in uso da decenni presso l’Ufficio Tecnico, che a quello di sviluppo sostenibile. Quest’ultimo aspetto, in particolare, mi pare che non sia stato adeguatamente valutato, considerato che le modalità con cui verrebbero riconosciute le premialità per l’efficientamento energetico riguardano solo aumenti di volumetrie, che possono arrivare a modificare fortemente i rapporti tra edifici all’interno di un Piano approvato incidendo anche sui diritti dei vari proprietari, con il rischio del mancato rispetto delle distanze, delle altezze e simili. In pratica, mentre il R.E.T. invita i Comuni ad applicare molteplici forme di incentivazione per la sostenibilità (sgravi fiscali, riduzione oneri urbanizzazione, deroghe ai parametri edilizi) il Comune di Molfetta si concentra solo ed esclusivamente sulla premialità volumetrica invocando la L.R. n. 13/2008 e il Protocollo ITACA, già in uso da diversi anni. Il punto però è che la Legge Regionale 13/2008, non considera indice di sostenibilità solo l’efficientamento energetico, ma anche altri parametri come la rigenerazione o la riduzione del consumo di suolo, profilo questo totalmente ignorato. E poi il R.E. proposto non contiene nessuna indicazione sui controlli per l’effettiva applicazione del Protocollo ITACA: come gestirà l’Ufficio Tecnico le verifiche e la certificazione? Verranno istituiti protocolli interni di verifica o ci saranno dei certificatori esterni? Questo il R.E. non lo spiega. Insomma, se viene scelta la strada che porta ad un consistente incremento dell’uso del territorio, questa scelta dovrebbe essere bilanciata da un concreto vantaggio per la collettività e per quanti decideranno di acquistare un appartamento realmente improntato alla sostenibilità. In ogni caso andrebbe meglio verificato l’effetto di densificazione del tessuto urbano che da tali non irrisori aumenti volumetrici potrebbe derivare, con conseguente contrasto con il divieto di aumento dell’impatto dimensionale del PRG che il Legislatore regionale ha imposto. Nessuna rilevanza inoltre è stata data al PAES, che pure comporta un monitoraggio da parte della Commissione Europea sulle azioni che il Comune metterà in campo per la riduzione delle emissioni inquinanti, non solo per la circolazione dei veicoli, ma anche per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici: insomma mancano misure volte ad incentivare, con interventi combinati e di sistema, la riqualificazione dei quartieri e degli edifici più vecchi o risalenti a qualche decennio fa. Non passa inosservata neppure la mancanza di norme specifiche, contrariamente a quanto richiede l’Intesa Stato-Regioni e la L.R. 11/2017, per gli immobili sottoposti a vincolo paesaggistico: d’altra parte, avendo l’Amministrazione accantonato l’adeguamento del PRG al PPTR, non si comprende come questi immobili possano essere individuati. Queste sono solo alcune delle osservazioni che un testo complesso come il nuovo Regolamento edilizio sollecita e mi auguro che l’Amministrazione voglia cogliere effettivamente l’occasione per innovare in modo efficace le procedure per il rilascio dei permessi edilizi e le tecniche di costruzione degli edifici, non limitandosi ad attuare un semplice adempimento, con la preoccupazione di sanare e legittimare condotte di uso improprio del territorio». ©Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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