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Il consiglio comunale di Molfetta approva il rendiconto: bilancio in ordine, previsioni rispettate. Polemiche e gazzarra organizzata sulla socialità, scontro in aula. Il sindaco ascoltata da commissione del Senato
29 giugno 2014

MOLFETTA - Una gazzarra folkloristica e chiassosa, organizzata ad arte dal solito consigliere e una discussione fiume di oltre sei ore trascinata dall'opposizione sul terreno dei chiarimenti tecnici. E' questo l'ultimo consiglio comunale riunitosi venerdì sera col compito di approvare il Rendiconto della Gestione – anno 2013 (quel documento contabile con il quale l'ente dimostra i risultati della gestione). Consiglio al quale il sindaco Paola Natalicchio, arriva con qualche minuto di ritardo. Il prefetto Nunziante l'ha infatti convocata d'urgenza a Bari, dove si è riunita la commissione  parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali presieduta dalla senatrice Doris Lomoro.

Il nostro sindaco è stata il primo amministratore a essere ascoltato, un riconoscimento dell'impegno sul fronte della legalità profuso in questo primo anno di amministrazione ma anche dei rischi che ne conseguono.
Quando arriva in consiglio, Mariano Caputo è già all'ultimo atto della sua usuale messinscena melodrammatica denominata come “Fatti Gravi”. Molfetta è al collasso. E' sporca, sudicia, degradata e brucia. Le spiagge sono una discarica a cielo aperto, l'accattonaggio è diventato un fenomeno di una gravità prioritaria. Bimbi e anziani vivono terrorizzati, chiusi in case ormai insicure. La sera non si esce più di casa. Fuori le ombre del Male si allungano inquietanti. Fame, morte e distruzione, avrebbero detto nel Medioevo. Caputo tratteggia il suo quadro apocalittico senza imbarazzi. Quello è un copione che conosce a memoria. E' un bravo attore, di periferia certo, ma recita benone.
Poi si rivolge ai numerosi cittadini presenti. Le prime file sono occupate da chi già si è messo in evidenza per aver contestato il sindaco in altre occasioni (quelle famiglie interamente foraggiate dall'Amministrazione Azzollini e adesso con il ritorno delle regole alla socialità non più). Caputo denuncia i tagli alla socialità, il sindaco appena rientrato fa presente che si tratta di una ridistribuzione più equa delle risorse che allarga la platea di chi può usufruire dei contributi comunali. Quando il consigliere invita a non difendersi dietro la corazza “degli amministratori sotto tiro”, il clima si scalda. Molti applaudono, la seduta finisce in bagarre. Il sindaco abbandona l'aula furibonda (“sei allucinante! Vergognati”) seguita dall'assessore Mongelli, mentre il consigliere De Robertis si avvicina a Caputo. I due si affrontano verbalmente, a muso duro. Il presidente Nicola Piergiovanni sospende la seduta nella speranza di riportare l'ordine. Il melodramma è riuscito. Fine primo atto.

Segue discussione sul rendiconto. Dalla relazione dell'Assessore al bilancio Angela Amato emerge la soddisfazione dell'amministrazione per quanto fatto sinora: “col rendiconto segniamo la definitiva pulizia e il risanamento dei conti comunali. Abbiamo avviato graduale risanamento delle partecipate e una fase nuova che avrà ricadute sulla comunità positive anche se il futuro  non sarà facile”.
La maggioranza rivendica il superamento dei debiti fuori bilancio ( oltre 4 milioni di euro), il risanamento delle partecipate prima vicine al collasso, l'aumento degli oneri di urbanizzazione che hanno subito un impennata rispetto al 2012 (in pratica non venivano riscossi) e l'incremento degli incassi attinenti alle multe , segno di un'azione di controllo più estesa ed efficace. 
Così Damiano Angeletti (Pd): “Il bilancio risente dei mesi precedenti alla nostra amministrazione che erano un capestro. Ora però i parametri sono tutti rispettati. L'ente è di nuovo virtuoso e i limiti di spesa sono tutti sotto al 20% come previsto. Sono dati inconfutabili, l'opera dell'amministrazione è ampiamente positiva”. In dichiarazione di voto, è sulla stessa lunghezza d'onda Mauro De Robertis (Sel): “con questo rendiconto abbiamo dato vita al primo vero e proprio bilancio trasparente  dopo un'eredità, ricordiamolo bene, di oltre 4 milioni di euro fuori bilancio. Abbiamo risanato le partecipate e cancellato residui per 8 milioni. Siamo gente seria”.
C'è tempo per un break teatrale, affidato stavolta a Ninì Camporeale che inviperito mette sotto accusa il presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, reo secondo l'accusa di aver gestito in modo non conforme al protocollo una sospensione: “farò un esposto al prefetto! Il suo atteggiamento è vergognoso ed è sotto gli occhi di tutti! Lei non tutela tutti i consiglieri ma solo quelli della maggioranza. Presenteremo una mozione di sfiducia!”.
Il presidente non si scompone e lo fissa con sguardo compassionevole e interrogativo. Del resto non fa nemmeno troppo caldo. Al rendiconto intanto, si scopre mancare un allegato. C'è qualche refuso e un po' di confusione e i revisori dei conti correggono in corsa alcune tabelle del documento. Per consentirlo è chiamata una pausa di una quarantina di minuti.
Quando si rientra in aula è sera inoltrata. I consiglieri di minoranza Roselli e Tammacco entrano poco nel merito della questione, molto in quello della polemica politica. Le accuse sono da manuale Caputo - Camporeale: nemmeno una gru in movimento, spreco di risorse pubbliche con la nomina di Federico Ancona, furto di auto (un problema nuovo, sconosciuto agli anni azzolliniani), criminalità diffusa, immobilismo generalizzato dall'edilizia a qualsiasi altro settore produttivo della città.
Viene presentata una richiesta di rinvio dei lavori a lunedì. “Per permettere di sistemare al meglio le carte ed evitare un domani che qualcuno impugni il tutto alla corte dei conti” spiega il consigliere Pietro Mastropasqua. Respinta. Poi si vota: rendiconto approvato con 16 si e 5 no. Piece conclusa, appuntamento alla prossima data.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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Ho seguito in streaming tutto il Consiglio Comunale. Devo purtroppo notare l'ennesimo tentativo da parte del consigliere Caputo di strumentalizzare la rabbia di alcuni cittadini che hanno perso una parte dei loro privilegi economic, creando un clima da corrida e molto pericoloso contro chi sta cercando con il lavoro quotidiano di riportare la vita civile di Molfetta ad un livello normale eliminando privilegi ai soliti amici degli amici. Il consigliere Caputo deve entrare nell'ottica di un concetto semplicissimo, l'assegno di sussidio non è una rendita che da il diritto ad una persona di ricevere un importo fino alla propria morte senza alcuna prestazione in cambio, quasi fosse una pensione. L'assegno è un aiuto MOMENTANEO che si da a soggetti in difficoltà economica per superare il periodo di difficoltà che deve necessariamente rientrare. Lo stesso si concede dietro richiesta di prestazione di un'attività. Questo è quello che ha fatto l'attuale Amministrazione, infatti stiamo vedendo finalmente in giro persone con il badge del Comune che offre una prestazione di lavoro (custodia, pulizia ecc.) Inoltre è chiaro che la crisi ha aumentato la platea dei richiedenti aiuto, mantenendo costante i fondi disponibili ecco perchè giustamente questa Amministrazione ha ridotto l'assegno a tutti per poter far usufruire più aventi diritto possibile. Questo vuol dire governare con l'atteggiamento del buon padre di famiglia. Il consigliere Caputo la deve smettere di aizzare i disperati con promesse non mantenibili, la storia insegna che gli stessi poi gli si ritorcono contro.

EUREKA! EUREKA! Finalmente vediamo quella che dovrebbe essere sempre una minoranza di opposizsione. Signori, qui non si gioca, o se si gioca lo si fa veramente: un'opposizione è un'opposizione, un opposto, ovvero tutto il contrario. "Val bene? - No, val male"! Val male? - No, val bene"! Se così non fosse, che opposizione sarebbe? Le condizioni della città? Com'è cambiata la città con il cambio dell'Amministrazione? Basta guardarsi in giro e in largo: capre, caproni, diavoli, diavolicchi, peperoni; cani, lupi famelici, morti viventi che camminano, spari, lampi e tuoni; la gente tutta chiusa in casa asseragliata, soffia il vento, ulula il mare sciabordando sulla scogliera; pescicani, squali affamati, orche che ondeggiano sulla spuma delle onde in cerca di qualche villeggiante e spiaggiante, carcasse di ogni specie di vita terrestre sparse per le spiagge tutte; una città oscura dove anche il sole si vergogna e arrossisce la luna quando la sera appare all'orizzonte. Una città malfamata, affamata, costretta a prostituirsi per manar il can per l'aia, dove anche un ago non si trova nel pagliaio. Molfetta, una città di spiriti vaganti, erranti, vagabondi; condannati a girovagare a vuoto in una città oramai perduta, sempre più allo sbando come ubriacata di fantasticherie opposte e contrapposte. Una città tutto il contrario di com'era: com'era? Calma, silenziosa, pacifica, intellettuale. Si partiva con un buon caffè e un cornetto a scelta: crema o marmellata; un aperitivo, un bel Martini fresco con olive di Saggiasco, ostriche e sciampagne; pranzo, ragù di aragosta con scampi di fondo, vino bianco Salaparuta, frutta, dolce, caffè. Un pisolino tipo "sparron", un bel tè indiano con biscottini olandesi, passeggiata al chiar di luna, per finire poi la serata prima della cena tutti all'ingresso del Nuovo Porto Commerciale, brillante anche nel suo fondo e sottofondo. Cena a lume di candela, ostriche e Lepanto, con involtini di gamberoni al vodka allo spiedo. Ora? Ora tutto questo è rimasto un sogno, ma non dobbiamo perdere la speranza, quella speranza che, grazie a personalità di rango e votate alla lotta e sacrificio, riporteranno la città ai vecchi albori di un'alba nuova e prossima: basta saper aspettare con pazienza ed opposizione sempre opposta a qualsiasi appostamento che non sia un'opposto. "Gli OPPOSITORI, OPPONENDOSI, fanno del mondo un paradiso dove vivere e sognare eternamente( un anonimo saggio antico).

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