Il Collettivo teatrale “Dino La Rocca” festeggia i suoi primi 50 anni con una commedia noir
“Favètte e cecorie” al Teatro Madonna della Pace. Sold out nelle tre serate
Per i suoi primi 50 anni il Collettivo Teatro Popolare molfettese “Dino La Rocca”, il gruppo più longevo a Molfetta, si è concesso la commedia noir, un genere nuovo per il gruppo che non disdegna di sperimentare nuove soluzioni per soddisfare il suo affezionato pubblico. E anche questa volta, nei tre giorni dello spettacolo “Favètte e cecorie”, il 12, 13 e 14 maggio al Teatro Madonna della Pace (meno male che ci sono i teatri parrocchiali a soddisfare l’assenza cronica di uno spazio teatrale), il Collettivo ha registrato il sold out, segno che i… ragazzi di Giorgio Latino sono cresciuti, conquistando un pubblico diverso dal solito amante del teatro popolare. Di questa crescita va dato atto al Collettivo che, nell’opera di recupero dell’identità dell’anima popolare, non disdegna un rapporto narrativo per un pubblico più esigente. Si potrebbe definire teatro povero, ma ricco di messaggi che vanno oltre la risata spontanea e immancabile provocata da quello spirito grottesco e anche, in qualche caso, dal gusto amaro dell’assurdo. Anche in questo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giorgio Latino, assistiamo ad una vicenda a lieto fine con temi leggeri e problemi legati alla vita quotidiana, debolezze e umanità dei personaggi, rappresentati da attori non professionali, ma che mostrano peculiarità recitative di buon livello. La vis comica non manca, soprattutto con il gioco degli equivoci, determinato dalla morte improvvisa di un amico di famiglia, invitato alla festa di fidanzamento della figlia del pro-tagonista. La scoperta di quest’uomo, che sembra addormentato sul divano, quando in realtà è privo di vita, getta nel panico il padrone di casa, che non vuole questo ingombrante “fardello” tra i piedi in un giorno di festa. Pur essendo il suo migliore amico, la vittima, viene trascinata da un lato all’altro della casa e nascosta perfino all’interno dell’orologio a pendolo, per evitare spiegazioni sulla sua morte, difficili da fornire. Lo scoppiettante gioco verbale e il ricorso al repertorio degli equivoci, puntano a far risaltare la fisionomia popolaristica dei personaggi, fra i quali svetta la nonna che da un ruolo marginale, assurge a quello principale della commedia, con finale a sorpresa (che non riveliamo, per non compromettere un’eventuale replica dello spettacolo). La narrazione della commedia è anche un omaggio alle tradizioni del territorio, non manca il ponte fra generazioni e il gioco degli equivoci per divertire, ma anche far riflettere, obiettivo principale di tutte le commedie del Collettivo. Efficace anche il tentativo di stupire lo spettatore con qualche effetto imprevisto che genera comicità, cercando la complicità del pubblico con una recitazione rivolta a tutti senza distinzione di età e cultura. Dopo il lungo silenzio del Covid, un po’ di buonumore ci voleva. Un plauso ai bravi interpreti: lo stesso Giorgio Latino, con Mariella Facchini, Franco La Rocca, Jolanda La Rocca, Eli De Trizio, Antonio Giovine, Caterina Tattoli (la straordinaria nonna) Donato De Bari, Mena Pischettola, Vito De Trizio, Angelo La Piana, Maria Latino, Isa Sgherza, Maddalena Pasculli. © Riproduzione riservata
Autore: Felice de Sanctis